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Usciti dal negozio ancora avvolti dal delicato profumo dei fiori, decidiamo di fare una piccola passeggiata. L'aria fuori è fresca, anche se ancora fa abbastanza caldo.

«Grazie mille ancora, Shawn» sussurro ammirando il fiore che tengo fra le mani, con ancora le farfalle nello stomaco. È stato veramente dolce da parte sua, e anche se possa sembrare un cliché – perché insomma, chi è che non regalerebbe un fiore alla ragazza che gli piace? -, per me non lo è stato. Non mi è mai capitato che qualcuno mi facesse un regalo del genere, se non all'asilo o i primi anni delle elementari, dove i bambini raccoglievano la prima margherita che trovavano per strada e te la donavano per farti contenta. Ecco, il giglio di Shawn non mi ha reso contenta: mi ha emozionato, mi ha suscitato un mix di sensazioni che per un ragazzo non avevo provato mai. Solamente quando sono con Nash provo qualcosa che si avvicina molto a quello che ho provato con Shawn oggi, e sinceramente un po' mi spaventa, perché tutto quel rancore che riservavo nei suoi confronti - di Nash -, ora sembra essere stato sostituito da qualcos'altro. Il sentimento è reciproco - ne sono sicura -, ma che anche lui si senta come mi sento io? Spaesato? Confuso? In continua e completa confusione?

«Alex?»

«Cosa?»

«Cam mi ha mandato un messaggio: questa sera ci vediamo da lui per una pizza.»

«Ah, okay, perfetto.»

Non mi ero neanche accorta che Shawn mi stesse parlando, troppo presa dai miei pensieri e riflessioni.

«Che ne dici se ci andiamo insieme? Si trovano fra poco i ragazzi» dice guardandomi negli occhi e lanciando uno sguardo rapido allo schermo del telefono.

«Va bene. Che ore sono?» gli domando cominciando a giocare con il ciondolo della collana che mi aveva regalato lui ieri.

«Sono quasi le sette» mormora sempre con gli occhi sul cellulare. «Se partiamo adesso, dovremmo raggiungerli per le sette e dieci, circa» continua sistemando nella tasca dei jeans grigi il telefono.

«Perfetto, però io non so dove abiti Cameron.»

«Tranquilla, ti accompagno io» sorride.

Dopo esserci scambiati qualche sorriso imbarazzato, ci mettiamo sui nostri passi per raggiungere casa di Cam. Non saprei proprio che serata aspettarmi, dal momento che questa sera ci saranno sia Nash e Shawn, ed essendo venuta a conoscenza di quel briciolo di gelosia che Nash nutre nei confronti del ragazzo vicino a me, potrei aspettarmi qualche brutto scherzo, o semplicemente che Nash cominci a parlare di quello che stia succedendo fra me e lui. Tutti i baci, le carezze e le notti passate a dormire insieme verrebbero a galla, verrebbe a galla il mio terribile comportamento nei confronti di Shawn – che proprio una decina di minuti mi aveva detto che rispecchiavo la qualità dell'onestà, e di onesto – in tutto questo – non c'è niente. Mi spaventa, perché so quanto cattivo può diventare Nash, però, sapendo che ci rimetterebbe anche lui,  non penso riesca a spingersi oltre un certo limite. Non lo farebbe, ne sono quasi certa. Tuttavia, è un ragazzo molto imprevedibile – maledettamente imprevedibile – e non posso aspettarmi niente. Sarebbe capace di distruggermi e mandarmi in mille pezzi in meno di quanto si pensi, e con la stessa velocità, riuscirebbe a ricomporre e riparare ogni mio singolo pezzo. Tutto questo mi spaventa -  mi terrorizza -, e vorrei assolutamente riavvolgere il nastro del tempo e cancellare ogni mio singolo sbaglio commesso, così da avere la coscienza pulita e non questo peso che mi schiaccia il petto. Non sono paragonabile ad un giglio, non lo sono assolutamente, ma d'altronde, Shawn vede la ragazza gentile e pura quando sta con lui,  quella che in realtà indossa soltanto una maschera.

Mentre penso alle varie terribili conclusioni che la serata possa prendere – e trovando qualche soluzione -, Shawn è impegnato a parlarmi di chissà che cosa, sicuramente qualcosa che gli interessa molto, dato che gli occhi gli brillano dall'entusiasmo.

My hero wears  Vans || Nash GrierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora