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Rimango con la schiena ancora appoggiata alla porta, guardando silenziosamente Nash entrare in camera sua e chiudersi dentro, lasciandomi qui con  le gambe molli e la testa in confusione. Ho ancora il fiato corto per quello che è appena successo e per la domanda che lui mi ha fatto.

Mi piace Shawn?

Non lo so, sinceramente; però ogni volta che lo vedo scatta in me qualcosa che mi fa sentire come mi sento in compagnia di Nash: in totale e continua confusione – in senso positivo. Poi Shawn sa sempre come essere gentile e disponibile: io con lui sto bene.

Forse allora mi piace...

Di certo non mi è indifferente.

Come Nash.

Decido di risparmiarmi i miei pensieri e ragionamenti a letto, quindi muovo i primi e lenti passi verso il mio letto. Entro in camera e la prima cosa che faccio è sedermi sul letto per non cascare e posare la collana sul comodino. Devo imparare a mentire, dice Nash. E il fatto che me l'abbia detto proprio dopo avermi tolto la collana, mi fa pensare che si riferisca ai miei sentimenti per Shawn - ma anche per lui. Vuole farmi capire che quello che provo per Shawn, forse, non è poi così forte come credo - o come voglio far credere a me stessa. Cosa vuole farmi capire? Se solo riuscissimo a chiarire tutta questa maledetta confusione, e se solo fossi più sicura di me stessa e delle mie decisioni... Se non fossi così debole sarebbe tutto meglio, ogni singola cosa.

L'orologio sul mio telefono segna le otto e due minuti, in poche parole presto per andare a letto per un normale sedicenne; ma voglio evitare qualsiasi altro contatto con Nash e anche con Lucy: preferisco stare qui sdraiata e fissare il soffitto immersa nei miei pensieri piuttosto che commettere qualche altro errore da perfetta idiota. Convinta, quindi, mi infilo la mia canottiera e pantaloncini da notte e, come detto, mi sdraio a pancia in su per guardare il soffitto e perdermi nelle mie riflessioni. Diversamente da come credevo, però, il sonno si impossessa di ogni mia singola cellula, facendomi lentamente chiudere gli occhi ed essere inghiottita nel magico e tranquillo mondo dei sogni.

***

«Alex.»

Mi alzo di soprassalto sentendo il respiro caldo di Nash vicino al mio orecchio e la sua mano che, delicata quanto inaspettata, si è posata sul mio braccio.

«Mi dispiace, non volevo spaventarti» sussurra. Senza aprire bocca, mi giro verso il comodino per controllare l'ora sul telefono, la cui luce mi fa strizzare gli occhi nonostante sia al minimo della luminosità.

«Nash, sono le due del mattino» borbotto nervosa. «Cosa c'è?» gli domando mettendomi a sedere e incrociando le gambe. Lui prende posto sul bordo del letto, dandomi le spalle. Il busto è come sempre scoperto, lasciando in bella mostra il petto e i muscoli delle spalle, ora tutti contratti.

«Volevo chiederti scusa. Prima sono stato troppo duro e mi dispiace» dice con lo sguardo basso, piegato in avanti e con le mani incrociate. Sembra veramente quasi dispiaciuto per quello che è successo e mi fa un po' di tristezza vederlo così, sinceramente.

«Okay» mormoro, senza saper cosa dire veramente. Comincio a torturarmi le mani quando smettiamo entrambi di parlare e veniamo avvolti da questa atmosfera carica di imbarazzo.

«Ti piace veramente Shawn?» domanda di punto in bianco Nash girando leggermente la testa verso la mia direzione. Ha i capelli mossi in morbide onde scure che quasi mi impediscono di vedergli il viso scolpito e ben delineato.

«Non lo so, credo di sì» sussurro passandomi una mano fra i capelli, forse più per frustrazione che per altro. «Perché continui a chiedermelo?»

My hero wears  Vans || Nash GrierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora