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Arrabbiata più di prima, mi chiudo dentro il bagno. Non c'era un minuto in cui potevo stare tranquilla che Nash non si sarebbe fatto vivo per almeno dieci minuti. Era una condanna, e comincio a pensare che potrei scappare di casa. Io ed Hayes ne avevamo parlato molte volte ma l'avevamo sempre messa sullo scherzoso. Ora ci penso seriamente. Non riuscirei a vivere una vita tranquilla con Nash nei paraggi, sarebbe un'impresa impossibile. Nemmeno Tom Cruise sarebbe sopravvissuto. Dopo aver riflettuto bene su dove scappare, comincio ad asciugarmi i capelli. Sono pieni di doppie punte e hanno seriamente bisogno di essere tagliati. Sono troppo lunghi e d'estate questo è un particolare che mi da fastidio. Era una tradizione andarsi a tagliare i capelli all'inizio delle vacanze, ma quest'anno non so perché non ci sono ancora andata. Finiti di asciugarmeli, mi dirigo in camera mia e apro l'armadio per vedere cos'ho. Alla fine opto per una canottiera lilla e degli shorts di tuta bianchi. Mi metto su l'intimo e poi la canottiera e i pantaloncini. Dopo mi butto sul letto e metto le cuffiette, in modo da isolarmi completamente, finché non mi addormento.
Quando mi risveglio, mi sento tutta frastornata, la testa che mi gira e tutta sudata. Questo pomeriggio il sole non ci lasciava in pace un solo secondo. La prima cosa che faccio quando mi tiro su è guardare il telefono.

Hayes: Hei, ho appena finito allenamento. Se vuoi ora posso farti compagnia:)

Faccio un sorriso appena leggo il messaggio, ma poi mi accorgo che me l'ha inviato due ore fa.

Io: Scusa ma mi sono addormentata... Comunque non mi dispiacerebbe passare un po' di tempo con una persona sana di mente

Hayes: Ahahahahah
Hayes: Cosa avete fatto?:)

Io: Te lo racconto solo se vieni:)

Hayes: Cos'è? Un ricatto?;)

Faccio una risatina alquanto stupida e poi ritorno sul messaggio.

Io: Sì, può darsi:)

Hayes: Allora okay. Cinque minuti e sono lì.

Cosa?! Cinque minuti non mi bastano neanche per andare nel panico sapendo che non riesco mai a prepararmi in cinque minuti. Decido quindi di non andare nel pallone e di fare le cose fatte bene. Mi lascio sopra la canotta lilla, ma mi tolgo gli shorts della tuta, mettendone un paio di jeans neri. Poi corro in bagno e mi sistemo un po' la faccia. Metto solo un po' di mascara e poi una do spazzolata veloce ai capelli. Scendo le scale e a metà strada il campanello suona. Hayes. Mi fermo e mi sistemo velocemente la canotta e mi passo una mano fra i capelli per dargli aria, dopodiché mi fiondo alla porta.
«Ehilà»
«Ciao, Hayes.» Il suo sorriso è sempre contagioso. Lo guardo per vedere com'è vestito. Ha le mani nelle tasche dei jeans beige e sopra ha una canottiera bianca con lo spacco sotto le braccia, tanto che si riescono a intravedere i muscoli del petto.
«Adesso che sono venuto devi dirmi cosa avete fatto, sennò me ne vado» mi dice facendomi l'occhiolino.
«Adesso ti racconto tutto. Tranquillo.» Mi sorride e poi esco da casa. Saliamo sul marciapiede, in silenzio, con un vento leggero che mi muove i capelli.
«Ho voglia di gelato. Andiamo in gelateria?» mi chiede senza guardarmi, ma fissando la strada.
«Certo.» Dopo qualche istante sento sulle mie spalle il braccio di Hayes che mi avvolge. Gli lancio un'occhiata per capire il perché di questo gesto. Capitava che a volte Hayes avesse questi attacchi di affetto nei miei confronti, ma non mi ci ero mai abituata. A volte era per via di altre ragazze, per farle ingelosire. Anche se è il mio migliore amico non mi aspetto che lo faccia. Incrocio le braccia al petto e poi quando smetto di guardarlo mi accorgo che dall'altra parte del marciapiede c'è un gruppo di ragazze. Dovevo immaginarlo.
«Ancora con questa storia?» lo rimprovero sorridendo.
«Non la smetterò mai, sappilo.»
Hayes aveva, anzi ha, l'ossessione di fingere che sia impegnato. E la sua vittima è la sottoscritta. Mi dice sempre che vuole una vita libera, senza il bisogno di prestare attenzione ad una stessa persona. Non è il tipo da relazione. Per questo, quando incontra ragazze in mia presenza, finge che siamo fidanzati, così le ragazze non gli vanno dietro. Nessuno, a parte me, sa che Hayes non vuole una relazione. Forse suo fratello, ma questo dettaglio non mi interessa.
«Succederà qualcosa se non la pianti.»
«Non succederà niente» mi dice accarezzandomi la spalla. «È da un anno che andiamo avanti. Vuoi che succeda qualcosa proprio adesso?» continua.
«Sì.» Ridacchia. Mi libero dalla sua presa con un sorriso stampato sulle labbra.
«Guarda che non c'è niente da ridere» dico incrociando le braccia al petto e mettendo su il broncio. Hayes mi prende nuovamente per le spalle e mi avvicina di nuovo a lui stringendomi a sé.
«Non ci capiterà niente, Ale. Non c'è motivo per cui questa cosa debba venire a galla.»
«Lo stesso. Non so quanto durerà.» Sbuffa tenendosi sempre le mie spalle sotto il suo braccio.
«Un giorno dovrai trovarti una ragazza vera da stringerti fra le braccia. Sono stufa di farti da cavia. D'ora in poi non mi metterò più sotto il tuo braccio» dico con tono presuntuoso, ma sempre col sorriso. Hayes ridacchia e abbassa la testa. Poi ritorna a guardare la strada.
«Sei la mia migliore amica, so che faresti tutto per me.»
«Si vede che non mi conosci bene.» Mi arruffa la testa e poi mi accarezza nuovamente la spalla. Arrivati in gelateria e ordinato il gelato, io e Hayes ci sediamo su una panchina appena fuori.
«Dio solo sa quanto è buono questo gelato. Cristo, è una meraviglia.» Lo guardo ridendo e concordo a mia volta.
«Devi ancora raccontarmi cosa avete fatto» mi ricorda con il gelato in bocca.
«Praticamente io, Matt, Jack G, Cam e Nash abbiamo fatto un video. Ma era uno di quei video "Sbagli la domanda? Ti riempio di cibo fino alla nausea!"», mimo le virgolette.
«Ah, che scemi.»
«Già.»
«Non capisco cosa ci trovino di bello nel fare quei video.» Finisce il cono.
«Cam prova un tale piacere nel riempire la gente di cibo. Sembra quasi sadico.» Hayes scoppia a ridere e io con lui.
«Guarda che dico sul serio. Cam è fuori come un cammello»
«Fuori come un cammello? Che?» dice Hayes ancora ridendo.
«Ma sì! Pazzo, fuori come un cammello, stessa roba»
«Okay» dice titubante.
«Anche tu sei fuori come un cammello» mi dice sottovoce.
«Beh, tu sei fuori come un balcone.» Hayes scoppia a ridere e mi molla una pacca sulla spalla, facendomi cadere il gelato.
«No! Il gelato!» Hayes ride ancora più forte e io gli mollo una sberla sul braccio col risultato di farlo ridere più di prima. Se avesse ancora il gelato gliel'avrei buttato per terra anche io, dannazione.
Idea.
Raccolgo schifata un po' del mio gelato alla fragola da terra e, senza farmi notare, mi avvicino lentamente ad Hayes, piegato in due dalle risate. Poi, con rapidità, gli mollo una manata alla fragola sulla faccia. Lui smette di ridere all'istante e rimane come paralizzato, con gli occhi chiusi. Adesso quella piegata dal ridere sono io. Quando vedo Hayes compiere i primi passi, capisco che devo mettermi a scappare. Con uno scatto mi alzo dalla panchina e comincio a correre verso un albero lì vicino, mettendomici dietro. Con la coda dell'occhio vedo Hayes che si avvicina verso l'albero. Comincio a ridere, ma a ridere in un modo particolare, quasi isterica. Hayes, ancora sporco, mi riesce a bloccare una mano. Comincio a divincolarmi, ma Hayes mi tiene stretta.
«Hayes!», rido esasperata. Continuo a muovermi, ma non riesco a liberarmi dalla sua presa. Alla fine mi prende anche l'altra mano e con forza mi attira verso di lui.
«Hayes, no, dai!» strillo. Lo ripeto almeno una cinquantina di volte, ma Hayes non molla. Alla fine cedo, abbandonandomi fra le sue braccia. Molla le mie mani per mettere le sue sulle mie guance, e poi appoggia lentamente la sua fronte sulla mia. Una tortura.
«Smettila!» strillo, ma lui continua, continua a muovere la sua fronte sulla mia. Dopo aver finito, mi abbraccia, con le braccia che mi circondano le spalle. Lo abbraccio a mia volta.
«Stronzo.» Sorrido.
«Ti voglio bene anche io.» Lo sento. Sento che sta sorridendo.

My hero wears  Vans || Nash GrierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora