{Per il capitolo vi consiglio di ascoltare I'd love to change the world - Matstubs remix. Buona lettura!}
«Ti sto chiedendo di rubarle.»
Lo guardo a bocca aperta. Non ci posso credere.
«Non posso credere che tu me lo stia chiedendo» sbotto.
«Sì, scusa. Provo a riformulare la domanda: ti chiedo gentilmente di rubare due bottiglie di vodka, per favore.» Mi fissa con un sorrisetto compiaciuto sul volto, mentre sento il mio viso andare in fiamme per la rabbia.
«Tu stai perdendo completamente la ragione. E comunque, non immaginare che io adesso entri in questo negozio e mi metta sotto la maglietta le tue stupidissime bottiglie di vodka. Non voglio essere beccata a rubare solo perché tu non ne hai le palle.»
«Non ti sto dicendo di prenderle adesso, stupida. E comunque ho le palle per rubare» controbattere incrociando le braccia al petto e corrugando le sopracciglia.
«Lo stai chiedendo di fare a me, infatti. Vedo quanto coraggio hai.»
«Va bene! Allora lo faremo insieme!»
Alzo gli occhi al cielo, sospirando.
«Quindi, verremo qui domani sera, appena l'uomo chiuderà il negozio. La vedi la porticina nera in fondo alla strada?» mi chiede indicandomela. «Ecco, entreremo da lì non appena il grasso uscirà.»
«Ma come facciamo a non essere beccati?» chiedo, e mi accorgo solo adesso che dicendo questo, ho indirettamente accettato il fatto che aiuterò Nash a rubare due superalcolici. Rubare. Cosa passa per la mia testa? Come mi viene in mente l'idea di dare una mano a Nash a fare questo? La mia mente deve essersi spenta, perdendosi nel buio e non trovando più l'interruttore della ragione.
«Hai presente i ladri nei film?» chiede. Ladri. Saremo dei ladri. Anche se solo per venti minuti o quanti ce ne metteremo, saremo dei ladri. E non riuscirò a lavarmi di dosso semplicemente questo errore che commetterò.
«Ecco, ci vestiremo di nero, saremo silenziosi e prenderemo quello che dobbiamo prendere.»«Non lo so, Nash. Non me la sento» dico sinceramente.
«Beh, vedi di sentirtela. Ormai hai accettato di aiutarmi e non puoi tornare indietro.»
«Non puoi-»
«Taci. Torniamocene a casa» tuona. Mi prende di nuovo per il polso e mi trascina a casa. Cerco di pensare ad un piano per non cercare di essere beccati a fare quello che faremo, ma forse prima dovrei trovare un piano per non entrare nel panico. Ci sono dentro fino al collo e sta divorando ogni mio singolo centimetro di pelle. Se non ci fosse Nash a tenermi per il polso penso sarei già distesa a terra priva di sensi. Da un lato potrebbe essere una cosa positiva, almeno eviterei di aiutare Nash a compiere questo gesto. Mi chiedo perché si sia spinto così oltre. Cameron è maggiorenne, perché non chiedere a lui? Sono molto legati fra loro e fanno cavolate ogni due per uno, quindi non sarebbe stato un problema per Cam rubare, penso. Anche se, come ho detto prima, Cam è maggiorenne quindi può comprare là una bottiglia di alcolici. Capisco che devo ricambiare un favore a Nash, ma questo è davvero troppo. Dovrei dirgli che non è giusto e che non sono obbligata a farlo, ma tutto quello che riesco a fare è stare zitta, non ribellarmi e accontentarmi.
Domani sera, chiuso il negozio, dovremo intrufolarci dentro e mettere sotto la maglietta due bottiglie di vodka.
Finalmente arriviamo a casa.
«A che ora chiude il negozio?» gli domando con il cuore in gola.
«Alle nove. Quindi dovremo essere lì per le nove meno dieci» dice passandosi una mano fra i capelli.
«Ti passerò a prendere per le otto e mezza. Fatti trovare davanti casa vestita tutta di nero e con una felpa abbastanza larga, sempre nera» comanda. Faccio un cenno con la testa.
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My hero wears Vans || Nash Grier
Fanfiction«Io mi chiedo perché i supereroi siano tutti uguali.» «Cioè?» domanda Nash. «Hanno tutti un mantello, una maschera o una tuta particolare. Il mio no.» «Il tuo com'è?» «Il mio porta le Vans.» -- highest rank: #51 in fanfiction Cover by: MaryStoriex