Sento sotto il viso il petto di Nash che si alza e si abbassa in modo più profondo. Decido di concedermi ancora due minuti di riposo prima di prepararmi per la lunga giornata che mi aspetta.
«Buongiorno, Alex» sussurra Nash sui miei capelli con voce profonda. Rimango ancora appoggiata a lui mentre stiracchio le braccia e le gambe.
«'Giorno» borbotto. Sento le gambe e le braccia rammollirsi e comincio a perdere anche la sola voglia di alzarmi dal letto. All'improvviso Nash si toglie bruscamente da sotto di me, lasciandomi cadere a peso morto sul suo letto e confusa. Cosa gli è preso?
«Cosa succede?» chiedo spontaneamente, anche se sarei dovuta rimanere in silenzio.
«Scusa, non...» Lascia in sospeso la frase, con lo sguardo perso nel vuoto della stanza.
«Scusa», ripete passandosi una mano tra i capelli lunghi chiaramente a disagio. «Vado in bagno» annuncia dopo un po', scappando dalla stanza. Ma che gli è preso? Ha paura che sua zia ci veda - a meno che non ci abbia già visto - insieme? Sì, forse mi preoccuperei anche io di cosa potrebbe pensare, ma non credo avrei avuto una reazione del genere. Dopo cinque minuti che Nash non si è ancora fatto vivo, ed io sono riuscita a collegarmi con il mondo esterno, mi rassegno ad alzarmi e mi dirigo in camera mia. Mi vesto velocemente, mettendomi sotto anche un costume e preparo lo zaino per i centri estivi. Ci infilo un cambio completo e un altro due pezzi e quando sono pronta, vado giù in cucina a prepararmi qualcosa da mangiare al sacco per il pranzo. Mi sorprende non trovare in cucina la presenza caotica e travolgente della zia di Nash, anche se al posto suo trovo un bigliettino appeso al frigorifero.
Scusatemi se sono uscita prima, ma ho una riunione davvero importante oggi e non potevo fare tardi. Vi ho lasciato la colazione in frigo, basta soltanto che ve la riscaldiate. Sarò a casa per il tardo pomeriggio. Buona giornata!
Baci, xxMentre leggo il biglietto che la zia ci ha lasciato, sento la porta del bagno aprirsi e pochi secondi più tardi Nash entra in cucina con lo sguardo basso e pensieroso.
«Tua zia torna questo pomeriggio oggi» dico nella speranza che lui mi risponda, ma l'unica risposta che ricevo è: «Mmh.»
«La colazione è in frigorifero, dobbiamo solamente riscaldarla» provo a parlare di nuovo cercando di attirare la sua attenzione.
«Okay, grazie» è l'unica cosa che mi dice. Forse non dovrei insistere sull'instaurare una conversazione con lui adesso. Si è alzato col piede sbagliato e non voglio peggiorare ulteriormente la situazione. Decido quindi di andare in bagno a sistemarmi per uscire e poi ritorno a fare colazione, nella remota speranza che Nash sia già partito per i centri estivi. Mi spazzolo velocemente i capelli e li lego in una coda alta; poi applico solamente un po' di matita per gli occhi e infine esco dal bagno. Quando arrivo in cucina, Nash non è in cucina: è seduto sul divano che si guarda qualcosa in televisione mentre sta mangiando. Mi continuo a chiedere cosa possa averlo turbato in questo modo, desidererei chiedergli il perché di questo suo comportamento, ma rimango in silenzio, aspettando che la mia colazione nel microonde si riscaldi pronta per essere mangiata.
***
Arrivati al parco dove si svolgono i centri estivi, Lindsay corre entusiasta a salutarci - beh, a salutare Nash.
«Nash! Come va?» gli chiede subito con la sua solita voce acuta.
Lui le risponde che non c'è niente di male e qualcos'altro che non riesco a sentire, dato che mi allontano alla ricerca di Rose e Thomas. Lindsay non si è neanche preoccupata di salutarmi, ma ne sono felice: l'avrei ignorata anche io.
STAI LEGGENDO
My hero wears Vans || Nash Grier
Fanfiction«Io mi chiedo perché i supereroi siano tutti uguali.» «Cioè?» domanda Nash. «Hanno tutti un mantello, una maschera o una tuta particolare. Il mio no.» «Il tuo com'è?» «Il mio porta le Vans.» -- highest rank: #51 in fanfiction Cover by: MaryStoriex