Non è la solita luce fastidiosa a svegliarmi questa mattina, ma l'insistente vibrazione del telefono che mi trapassa la testa. Mi metto a sedere e afferro il telefonino premendo sul tasto rispondi.
«Cosa vuoi, Hayes?» rispondo al telefono acida.
«Ehi, che ti prende?» dice in tono cantilenante.
«Si da il caso che il deficiente del mio migliore amico mi ha chiamato alle nove e mezza del mattino. Cazzo, io mi sveglio a mezzogiorno!» strillo.Okay, la mattina mi fa davvero male.
«Dio, scusa! Ho capito. Non ti chiamo più a quest'ora.»
«Sarà meglio per te» ringhio.Sbuffo, passandomi una mano sul viso ancora pieno di sonno.
«Comunque cosa vuoi dirmi?» chiedo con la gola secca.
«Questa sera Nash ha organizzato un'altra serata a casa nostra. Se vuoi venire.»
«Nash non mi ha invitata di sicuro.»
«Infatti ti sto invitando io. Ci sei o passi?»Ci penso su, ma quando sto per dire ad Hayes che passo lui ricomincia a parlare.
«Ci sarà anche Shawn.»
Sul mio viso si fa spazio un largo sorriso, ma subito lo caccio via.
«Quindi?» faccio cercando di mantenere il tono più indifferente possibile.
Anche se è difficile essere indifferenti davanti a Shawn. Non mi dispiace l'idea che ci sia anche lui, anzi. Però il fatto che ci sarà anche Nash mi fa innervosire. Ci ha studiato tutta la scorsa serata e ci ha fatto baciare - non che non mi sia dispiaciuto - ma chissà cosa potrebbe fare questa sera.
«Ale, ti conosco. Stai facendo l'indifferente» dice in tono saccente.
«Non sto facendo l'indifferente» mento, anche se lo vorrei disperatamente.Il brutto di noi ragazze è che quando vediamo un bel ragazzo guardarci perdiamo la testa. Letteralmente. Ed è questo alla fine che ci fa male.
Se nascevo maschio era tutto più facile.
«Sì che la stai facendo» insiste.
«Piantala» sbotto lasciando cadere la testa pesantemente sui cuscini.«Allora, ci sei o no?»
«Sì, ci sarò. A che ora è?» chiedo passandomi l'indice in un ciuffo.
«Verso le sette e mezza. Ti passo a prendere io. Fatti trovare pronta alle venticinque, okay?» dice con fare minaccioso.
«Sì, capo. Ora posso chiederle di tornare a dormire?»
«Va bene. Ciao.»
«Ciao» ridacchio, finché Hayes non riattacca.Non sapendo cosa fare alle nove e mezza della mattina decido di riaddormentarmi nuovamente.
***
«Alessia!»
Qualcuno mi scrolla per la spalla fortemente.
«Alessia, dai, cazzo!»
Ancora col cervello scollegato, mi volto per vedere chi mi sta agitando così forte.
«Checca. Che c'è?» chiedo non appena identifico il volto.
«È quasi l'una. La mamma ti ha lasciato un po' di pasta giù» dice diventando subito dolce.Faccio in cenno col capo, poi mi ravvio una ciocca di capelli finitami sul viso. Mia sorella esce dalla stanza lasciando la porta aperta alle sue spalle.
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My hero wears Vans || Nash Grier
Fanfiction«Io mi chiedo perché i supereroi siano tutti uguali.» «Cioè?» domanda Nash. «Hanno tutti un mantello, una maschera o una tuta particolare. Il mio no.» «Il tuo com'è?» «Il mio porta le Vans.» -- highest rank: #51 in fanfiction Cover by: MaryStoriex