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La settimana passa velocemente, più di quanto mi aspettassi. Credevo che trascorrere tutto questo tempo chiusa in camera con la caviglia sempre dolorante non sarebbe mai passato, ma devo ammettere che mi sbagliavo. Sia Nash che io abbiamo saltato i centri estivi per colpa delle condizioni, ma abbiamo trovato qualcosa di diverso da fare rispetto a tenere sotto controllo un gruppo di bambini: abbiamo giocato a un paio di partite a carte, visto qualche film in streaming e le ultime stagioni di The Big Bang Theory. Inoltre Shawn è venuto a trovarmi molto spesso, rendendo così i pomeriggi altrettanto sereni e rilassanti, e qualche volta anche Cameron e Jack G sono passati a salutare; una sera si sono addirittura fermati tutti a casa di Lucy per pranzare con noi e farci compagnia, rimanendo anche a cena. Per nostra fortuna Lucy non si è mai lamentata di tutto questo via vai di amici che le occupavano casa praticamente dalla mattina fino alle dieci di sera, forse anche perché a casa passa veramente poco tempo. Trascorrendo così le giornate insieme a non fare niente e a chiacchierare, è stato scoperto che fra due settimane sarà anche il mio compleanno e sia Shawn che Cameron hanno insistito - e tutt'ora lo fanno - ad organizzarmi una festa, anche se ho sempre sostenuto che non sarebbe stato necessario e che non avrebbero dovuto disturbarsi per me.

«Dico sul serio, ragazzi» ripeto per la milionesima volta mentre mi avvicino zoppicante al frigorifero per prendere una bottiglia d'acqua. Non posso negare che la caviglia ancora non mi faccia male e non mi impedisca di muovermi e spostarmi correttamente, sebbene sia già passata una settimana dall'incidente dello skateboard, però riesco almeno a scendere le scale senza il bisogno di essere trasportata o camminare senza il sostegno di qualche aiuto.

Cameron alza gli occhi al cielo, mentre Shawn si passa una mano tra i capelli. «Eh dai, Alex.»

«Cam, no.»

«Neanche se te la organizza il tuo ragazzo?» mi stuzzica pensando che con quell'affermazione avrei ceduto.

«Neanche se me la organizza Shawn» ribatto.

«Mi ritengo offeso» fa il broncio Shawn incrociando le braccia al petto.

Mi avvicino lentamente verso di lui e mi siedo sulle sue gambe, circondando le sue spalle con le braccia. «Non è per cattiveria, ma semplicemente non me la sento di fare una festa. A me bastano i messaggi di auguri e qualche chiamata.»

«Seriamente, Alex?» cantilena Cameron annoiato.

«E se non fosse una festa?» interviene Shawn. «Se facessimo una cena?»

Cameron mi punta un dito addosso con fare intimidatorio. «Non puoi rifiutare, Alex.»

«Mancano ancora due settimane, ragazzi. Non occorre pensarci adesso.»

«È per prenderci avanti» esclama Cam. «Oggi a pranzo ci erano venute un sacco di idee geniali!»

«Il bungee-jumping non è un'idea geniale, Cam. È terrificante» dico prendendo un sorso d'acqua. Solamente immaginarmi su un ponte alto centinaia di metri e lasciarmi cadere nel vuoto mi fa venire i brividi.

«A me sarebbe piaciuto.»

«A te sarebbe piaciuto anche camminare su un filo sospeso a chilometri di distanza dal terreno senza protezioni.»

Cam arriccia le labbra pensieroso, poi ritorna serio. «Sì, probabile.»

Shawn dietro di me ridacchia, poi lascia un bacio delicato sulla mia spalla.

«C'è un motivo preciso perché non vuoi fare la festa? Sei rimasta traumatizzata da bambina?» scherza stringendo la presa intorno al mio bacino.

My hero wears  Vans || Nash GrierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora