«Ci stiamo divertendo, signora Ford?»
Sorrido, sollevando il capo. «Molto, grazie.»
Harry mi fa ondeggiare, poi una giravolta e di nuovo tra le sue braccia. «Ne sono lieto. Il banchetto è stato di suo gradimento? La torta?»
Ho perso il conto di quanti balli abbiamo fatto, so solo che a un certo punto della serata ho dovuto liberarmi delle scarpe. I tacchi sono belli, ma fanno un male cane. «Il menù era ottimo e la torta... mmh, deliziosa.»
«Conto di assaggiare il mio dessert più tardi, lontano da occhi indiscreti» mormora, nonostante non ce ne sia bisogno vista la musica alta.
«Ci conto anche io, tesoro» gli rivolgo un occhiolino e poi sguscio dalle sue braccia per avvicinarmi alle ragazze. La musica cambia, dalle casse risuona Let's Get Loud di Jennifer Lopez facendoci ridere euforiche. Ballo insieme a un mucchio di gente, ondeggiando i fianchi, agitando le braccia e ridendo a crepapelle quando si gettano nella mischia anche i ragazzi. La parte più esilarante di tutte è quella in cui Luna e Avery pregano di far ballare Ronan e Devon, assolutamente anti-balli del genere. I lenti vanno bene, tutto il resto è bandito. Beh, almeno io sono riuscita a ballare con entrambi, oltre che a papà, Leonard, gli zii e ovviamente Harry.
«Siamo pronti per il lancio del bouquet!» esclama il dj dalla console. La musica cambia, tornando ad essere un piacevole sottofondo mentre vedo le ragazze riunirsi al centro della stanza. Chissà in mano a chi finirà, sono proprio curiosa di scoprirlo.
Mi posiziono davanti a loro, a qualche centimetro di distanza, dandogli le spalle. Il dj inizia il conto alla rovescia a partire da tre mentre io muovo il bouquet avanti e indietro. Al via lancio subito il bouquet e mi volto per scoprire la fortunata. La piccola folla si dissipa mentre Avery ne esce trionfante agitando il premo. Oddio, ci speravo così tanto! Rido quando la vedo avvicinarsi a un Devon leggermente pallido in volto e lasciargli il bouquet sulle gambe, poi lo bacia e torna in pista pronta a scatenarsi quando risuona Livin' La Vida Loca di Ricky Martin. Questo tuffo nel passato non mi dispiace affatto.
Harry torna da me, rapendomi per un altro ballo. L'ennesimo di una delle serate più belle di sempre. Mi sarei divertita lo stesso così tanto se fosse stata ancora finzione? Non lo so, e non mi va nemmeno chissà poi quanto di scoprirlo. Siamo qui ora ed è ciò che conta davvero.
Il matrimonio va avanti per ore; sono le tre del mattino quando gli invitati iniziano a congratularsi e ritirarsi nelle loro camere o case. I parenti di Harry hanno tutti optato per tornare a casa visto che non sarebbe stato un problema. Dunque, in hotel sono rimasti solo la mia famiglia e il padre di Harry, un po' alticcio per mettersi al volante. Intorno alle tre e quarantacinque io e Harry riusciamo finalmente a raggiungere l'ascensore e poi la suite nuziale dove trascorreremo la notte prima della partenza. Tra un paio d'ore partiremo per le Seychelles e, nonostante sia distrutta, non vedo l'ora di mettere piede sull'aereo. Harry mi prende in braccio, varcando la soglia della suite tra le risate. Una volta chiusa la porta, riesco subito a scorgere le nostre valigie. Ai regali ci hanno pensato zia Vivienne e zio Danny, visto che domani non saremo gli unici a partire. Mamma e papà ancora non lo sanno ma c'è un aereo in partenza per l'Italia che li attende. È stato difficile, nelle scorse settimane, riuscire a organizzare tutto senza far scoprire loro niente ma ce l'abbiamo fatta e domani si godranno il loro meritato viaggio. Abbiamo optato per un Rolex per Leonard, un viaggio sarebbe stato inutile visti i suoi orari in ospedale. Non vedo l'ora di scoprire la loro reazione, ma per il momento... c'è un'altra reazione che voglio scoprire ed è quella di mio marito. Santo cielo, suona ancora così strano, eppure è successo.
«Vuoi vedere il tuo regalo?» mormoro.
«Posso scartarlo io?» mordicchia il labbro inferiore osservandomi attentamente.
«E chi altri?» ridacchio, invitandolo a iniziare.
Le sue mani accarezzano le mie braccia prima di voltarsi e raggiungere la parte posteriore del vestito. Apre i piccoli bottoni uno per uno, poi, giunto alla base della schiena, mi aiuta ad uscire fuori dall'abito senza rovinarlo. Lo afferra, poggiandolo su una poltrona non troppo distante e poi deglutisce. La sua espressione riassume perfettamente la frase: «mi mangia con gli occhi.»
Indosso un completo bianco, nulla di troppo eccessivo, ma comunque fa la sua figura. Si tratta di un corpetto bianco ai lati ma trasparente proprio sulle coppe e un paio di slip sottilissimi anch'essi bianchi ai lati ma trasparenti proprio dove serve. In pratica, avrei anche potuto fare a meno dell'intimo visto che sono già praticamente nuda. Ammetto che è stato imbarazzante indossare l'abito insieme a mamma, sapevo che cosa stesse pensando senza il bisogno di guardarla e, sebbene ormai abbia una certa età e sarebbe stato ovvio quello che avrei fatto stasera insieme a mio marito, la cosa mi ha comunque fatta arrossire come se avessi avuto dodici anni anziché ventidue.
«Sono indeciso. Non so cosa mordere per primo» si bagna le labbra.
Sorrido ma non commento.
Harry si avvicina e inizia a sfilare forcina dopo forcina dai capelli. Gemo, non potendone fare a meno. È meraviglioso avere i capelli sciolti dopo averli avuti tirati fino alla radice per un sacco di ore. Il biondo mi massaggi la cute, facendo attenzione a non tirare troppo mentre disfa l'acconciatura intricata.
«Vuoi fare un bagno per togliere la lacca?»
«Dipende» deglutisco.
«Da cosa?» sfiora il mio ventre con le dita.
«Mi prenderai nella vasca, signor Ford?» chiedo sfacciata. Ho un bisogno disperato di sentirlo e non mi importa nemmeno di saltare tutto per arrivare dritta al sodo. «Abbiamo una settimana intera per gustarci ogni singolo istante, stasera voglio che sia veloce e forte.»
Harry si avvicina al mio orecchio, il suo fiato sulla pelle delicata mi fa rabbrividire. «Ho intenzione di prenderti ovunque.»
L'attimo successivo mi sta trascinando in bagno, dove mi strappa di dosso l'intimo e mi fa sedere sul ripiano in marmo accanto al lavabo. Aziona la doccia e poi si posiziona tra le mie gambe. Per questo momento preciso ho iniziato a prendere la pillola. Mi fido di lui e voglio sentirlo senza alcuna barriera. Mi riempie con una singola spinta, facendomi strizzare gli occhi dal piacere e chinare il mento in su per l'assalto. È... è diverso, più intenso e bellissimo. Harry si muove frenetico, spingendo vigorosamente tra le mie pieghe, stringendomi i fianchi dove so che domani spunteranno dei segni. Assecondo il movimento del suo bacino mentre gemiti vergognosi abbandonano le mie labbra. Harry mi stringe a sé, poi, senza alcun avvertimento e senza allontanarsi, mi trascina in doccia dove mi inchioda alla parete piastrellata. Il contatto con la porcellana fredda mi fa sussultare ma è un attimo, l'acqua calda ci avvolge, rilassando i muscoli tesi e bagnando i capelli adesso pesanti sulle mie spalle. Entra ed esce, disperato, mi prende con forza e mi guarda con un sentimento che ho da poco ammesso a me stessa. Che anche lui provi ciò che provo io? Che anche lui stia facendo l'amore selvaggio con me e non solo sesso? Lo spero tanto. Davvero, davvero tanto.
«Harry!» esclamo presa alla sprovvista quando colpisce un punto particolarmente sensibile dentro di me.
Lui non ribatte, si limita a ghignare soddisfatto e a ripetere il movimento in onde continue, che colpiscono perfettamente il punto. Scosse di piacere mi scuotono da cima a fondo quando preme il pollice sul mio nodo di nervi. Vengo all'istante, sotto il getto della doccia e attorno alla sua lunghezza mentre spingo la testa sulle piastrelle, arriccio le dita dei piedi e strizzo gli occhi godendomi ogni spasmo piacevole. Non capisco niente di quello che accade dopo, so solo che lo sento venire e poi stringermi tra le sue braccia, facendomi ondeggiare piano sotto l'acqua. Apro piano gli occhi e lo trovo già a guardarmi. «Shampoo?» mormora con la voce arrochita.
Scoppio in una sonora risata mentre annuisco come una scema e lo sento scivolare fuori da me. «No, no, torna qui» stringo le gambe attorno alla sua vita per non farlo allontanare e lo riporto dov'era prima.
«Angelo» deglutisce osservando il punto dove i nostri corpi si uniscono. «Sai che c'è?» getta il flacone di shampoo per terra. «Ci pensiamo dopo. Ora ti scopo a letto» sibila trascinandomi fuori dalla doccia, le ante ancora aperte.
Le sue parole mi fanno accaldare come mai prima d'ora. Non era mai stato così diretto e devo dirlo, non mi dispiace affatto, soprattutto quando mi guarda con quello sguardo da predatore, pronto ad azzannarmi e banchettare con il mio corpo. «Sono tutta tua» stringo le braccia attorno al suo collo e pianto le labbra sulle sue per bearmi della sua vicinanza.
Miglior matrimonio di sempre.
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𝐀𝐔𝐑𝐎𝐑𝐀 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟐]
ChickLit𝐒𝐞𝐜𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐯𝐨𝐥𝐮𝐦𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐬𝐞𝐫𝐢𝐞 𝐬𝐩𝐢𝐧-𝐨𝐟𝐟. 𝐏𝐮𝐨̀ 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐥𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐬𝐭𝐚𝐧𝐝𝐚𝐥𝐨𝐧𝐞 𝐦𝐚 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐬𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐥𝐚 𝐥𝐞𝐭𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐀𝐯𝐞𝐫𝐲 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐦𝐞𝐠𝐥𝐢𝐨 �...