24.

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La settimana inizia come al solito: lavoro al mattino e organizzazione del matrimonio nel pomeriggio. Mercoledì, insieme a Luna e mamma, riesco a trovare persino gli inviti e le bomboniere. Gli inviti sono particolari: si tratta di un foglio dove ai margini sono raffigurati gli sposi, tirando una piccola linguetta, la sposa si avvicina allo sposo e ne esce fuori un cartoncino con su scritto tutti i dettagli. Ovviamente aspetteremo per completare le informazioni, visto che non conosciamo ancora la location. Per le bomboniere, invece, ho chiesto un po' in giro e arrivata al negozio dove le ho acquistate, ho appreso che non sarà un problema spedirle in Inghilterra e ne sono felice perché sono davvero adorabili. Si tratta di piccole lanterne bianche con una candela dentro, un nastro di raso sopra a cui è attaccato un sacchettino contenente i confetti. Come ho già detto, fantastiche.
Il giovedì mi presento allo studio della dottoressa Benson più tranquilla dell'ultima volta ma determinata a domandarle come continuare ad andare avanti. Parliamo a lungo di Darren, dei miei sentimenti nei suoi confronti e poi passiamo ad Harry. Inutile dire come il mio umore migliori quando le racconto del pranzo della domenica e del bacio che ci siamo scambiati.
Durante la conversazione parliamo anche di Devon ed è proprio lì che la dottoressa si sofferma: devo parlare con il mio migliore amico.
Ecco perché adesso mi ritrovo sul pianerottolo dell'ottavo piano, davanti alla porta di casa di Devon e Avery. So che la mia amica non c'è – si trova al Velia's – mentre lui è a casa, in attesa che suoni il campanello. Devon è praticamente mio fratello e lo conosco quasi meglio di me, solo che il nostro rapporto si è incrinato, non c'è più quella spontaneità che c'era anni fa e, nonostante adesso le cose stiano nettamente migliorando – soprattutto grazie alla presenza di Avery nella sua vita – sento che c'è bisogno di affrontare un ultimo tassello per andare avanti sul serio. Entrambi abbiamo incontrato delle persone, che si tratti di finzione o meno, nel mio caso, non importa perché agli occhi degli altri siamo una coppia a tutti gli effetti che sta per sposarsi, ma c'è una cosa che serve a me e il mio migliore amico per andare avanti e forse... forse parlandone, sarà più semplice per noi continuare la scalata verso la felicità.
Busso tre volte e attendo, questo era il nostro segnale ai tempi e non è mai cambiato.
Devon apre la porta subito dopo e si fa da parte per farmi entrare. «Mi chiedevo quanto ci avresti messo. Trovato qualcosa di interessate sulla mia porta?» domanda.
«Ah-ah-ah, che spiritoso» sbuffo mentre lui la richiude.
Un rumore familiare di zampette che sfrecciano sul pavimento mi fa incurvare le labbra in su, l'istante successivo Furia si sta arrampicando su per le mie gambe fino ad accoccolarsi nell'incavo del collo. «Ti sono mancata, tesorino? La zia ti è mancata?» lo accarezzo stringendolo a me.
Furia si stringe più a me e poi inizia a sonnecchiare. Tanto veloce come una saetta ad assaltare i visitatori, quanto ad addormentarsi. Mangia, scalpita e sonnecchia tutto il tempo, è troppo carino e sto valutando seriamente l'idea di chiedere a Harry di prendere un furetto. Lui non ha ancora conosciuto questo piccolo terremoto peloso ma presto o tardi succederà.
Adagio Furia sul divano e mi accomodo al suo fianco.
«Vuoi dell'acqua?» domanda Devon.
«No, ma volevo parlarti» schiarisco la voce.
«Se è per Harry, ci ha già pensato Avery a strigliarmi per bene. Starò zitto.»
«No» sbuffo una risata. «Non si tratta di Harry, ma... di Darren» deglutisco.
Il suo viso perde il colorito roseo e la postura si fa tesa. «Di cosa vuoi parlare?»
«Oggi non posso dirti tutto, Devon, e ti chiedo di rispettare questa cosa. La dottoressa Benson mi ha consigliato più volte di parlarti ma io ho sempre rifiutato per non farti rivivere certi momenti, solo che... io sto per sposarmi, tu e Avery avete una relazione solida nonostante stiate insieme da qualche mese e... insomma, dobbiamo parlarne» sospiro agitata.
«Te lo ripeto: di cosa?» si china, poggiando i gomiti sulle ginocchia.
«A dieci anni mi sono innamorata di Darren e da allora non ho più smesso. Tra noi non c'è mai stato niente che una profonda amicizia, poi... giunta ai miei diciassette anni ho iniziato a notare i suoi sguardi in più, le sue carezze, tutte cose che prima non c'erano. Dopo i diciotto, la cosa si è intensificata ma ripeto, non siamo mai andati oltre, fino alla vacanza prima... prima della sua scomparsa. Stavamo insieme da un mese quando stavamo tornando a Boston. Una volta arrivati te lo avremmo detto, con la speranza che ci avresti appoggiato» deglutisco, ripensando a quella conversazione la sera prima dell'incidente.
«Glielo diciamo appena torniamo e felice o meno, noi iniziamo una vita insieme. Mi hai capito, Aurora? Sono stanco di nascondermi, voglio tutto con te.»
«Se penso alla faccia che farà» aveva riso. «Non oso immaginare lo shock che lo colpirà. O forse non sarà minimamente sorpreso, non lo so. Lo sai com'è Devon, vigile come un falco e silenzioso come un ninja.»
Rilascio un respiro tremolante: ricordo le sue parole ma non il suono della voce, è qualcosa di indistinto, lontano. «C'è... c'è anche altro ma non ne ho parlato nemmeno con mamma e papà, voglio prima farlo con loro perché lo meritano ma non voglio nasconderti altro» lo guardo dritto negli occhi.
«Harry lo sa?»
Le sue parole mi colpiscono, scioccandomi nel profondo. Gli ho appena rivelato qualcosa di grosso sul suo migliore amico e lui... lui mi domanda del mio attuale fidanzato. Sono sconvolta, lo ammetto, davvero parecchio.
«No», ammetto. Non mentirò anche su questo.
«No» ripete. «E tu vuoi sposare un uomo a cui non hai rivelato dettagli così importanti. Aurora, ma che stai facendo?» scuote piano il capo.
«Tengo moltissimo a Harry, Devon. Non osare mettere in dubbio il mio sentimento nei suoi confronti. Volevo solo che tu sapessi le cose come stavano.»
Il moro si passa una mano tra i capelli e sospira, poggiando la schiena sulla poltrona. «Lo avevo intuito, anni fa. Sapevo che tu volevi di più e lui aveva iniziato a tenerti d'occhio già da un pezzo, si ingelosiva quando lo informavo dei tuoi appuntamenti e diventava un pazzo quando scopriva che quegli stronzi ti avevano ferita. Vi ho visto innamorarvi ma mai amarvi, Aurora.»
Vi ho visto innamorarvi ma mai amarvi.
Vi ho visto innamorarvi ma mai amarvi.
Vi ho visto innamorarvi ma mai amarvi.
Santo cielo.
Le sue parole sono come una secchiata d'acqua gelida che mi gela e scuote da cima a fondo.
«Non vi ho visto vivervi» aggiunge.
«Perché non ne abbiamo mai avuto la possibilità» sussurro fissando il pavimento.
«Lo sai, mi costa ammetterlo, perché se potessi rinchiuderei te e Avery dentro una fortezza, ma se hai dubbi sui sentimenti che nutri per... Darren, non dovresti sposare Harry. È un bravo ragazzo e sembra davvero pazzo di te. Non compiere un passo così importante se senti di non esserti ancora allontanata da Darren.»
Se prima ero sotto shock adesso rischio uno svenimento. Devon Bradshaw sta difendendo Harry, si sta preoccupando dei suoi sentimenti e si sta schierando 'contro' di me.
«L'unica cosa che posso dirti è questa: tu non sei più la stessa persona di quando avevi diciotto anni e di sicuro non sei più innamorata di Darren, ma solo dell'idea che ti eri fatta a quell'età. Adesso stai con un uomo che ti ama e ci tiene davvero tanto a te. Voglio dire, chi è il pazzo che ti porta alle Seychelles per la luna di miele? O meglio, chi è il pazzo che il giorno stesso in cui annunciate il vostro matrimonio, rimane al tuo fianco e affronta tutta la nostra famiglia? Te lo dico io, Rori: è uno che ci tiene maledettamente tanto. È uno che non si merita che tu lo prenda in giro; perciò, rifletti bene e se vorrai tirarti indietro io e Avery ti staremo comunque accanto.»
Questo è in assoluto il discorso più lungo che mi abbia fatto e se da un lato sono felice che lui parli in questo modo di Harry, dall'altro mi infastidisce che abbia detto certe cose. Io non sto prendendo in giro nessuno e lui lo saprebbe se io e Harry glielo avessimo detto. Il fatto è che... sebbene si tratta di finzione, io al biondo riccioluto ci tengo davvero e non vorrei mai ferirlo. Forse dovrei parlargli, fargli capire perché delle volte mi tiro indietro e dare una spiegazione sul perché non voglia impegnarmi con nessuno, almeno per il momento.
«Vorrei che venissi con me. Vorrei che visitassimo la sua tomba insieme. Ne ho bisogno, non vado da anni» deglutisco.
Devon rimane in silenzio per un paio di minuti, io mi preparo al suo rifiuto. Capisco che gli sto chiedendo davvero molto ma dovevo farlo.
«Verrò. Dimmi quando e ci sarò» mormora.
«Davvero?» il mio sguardo saetta nella sua direzione.
Lui annuisce io... io sorrido.
Per la prima volta sento di poter tornare in quel cimitero e... e forse sento più vere le sue parole, le stesse che la dottoressa Benson mi ha ripetuto più volte nell'arco di tutti questi anni. 

𝐀𝐔𝐑𝐎𝐑𝐀 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟐]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora