47.

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«Tesoro, che succede?» scatto in piedi, notando il viso paonazzo di Harry.
«Io... io... io» biascica.
Lo faccio sedere sulla poltroncina su cui ero seduta fino a poco fa e sventolo una mano davanti al suo viso. «Harry, mi stai spaventando.»
«Sono andato in camera dei tuoi, mi avevi detto che erano svegli, no?» deglutisce. «Ho sentito dei rumori e poi... poi ho bussato e tuo padre ha aperto la porta. Pensava fossi il cameriere. Poi il cameriere è arrivato e sai... sai cosa c'era nel vassoio che io ho fatto cadere quando ho spintonato il povero ragazzo, Aurora? Preservativi! Una scatola gigante di preservativi! Non ho solo beccato tuo padre nudo a parte il lenzuolo avvolto... lì, li ho beccati mentre ci stavano dando dentro!»
«Oh mio Dio» giuro che ci tento, ci tento davvero a trattenere le risate ma non ce la faccio. Dopo averlo visto così traumatizzato non posso far a meno di ridere come una pazza mentre stramazzo sul pavimento della camera, una mano ancora ferma sul suo ginocchio.
«Non è divertente! Sono pronto a chiedere il divorzio, perché come faccio a guardarli in faccia dopo stamattina?!» si alza passandosi una mano tra i capelli. «Tuo padre era nudo e mi fissava. E io lo fissavo. E poi è apparsa tua madre stretta in un lenzuolo e ho smesso di funzionare Aurora. Tuo padre è rinsavito tutto d'un tratto e ha chiuso la porta. Poi mi ha detto: «Buongiorno, Harry. Ci vediamo fra poco a colazione» e si è richiuso la porta alle spalle» continua la sua spiegazione.
«Mi sento male, ti prego smettila» porto una mano al petto e l'altra allo stomaco mentre cerco di contenere le risate. Giuro che ho le lacrime agli occhi.
«Questa è colpa tua! Hai detto che erano svegli!» strilla camminando per tutta la suite.
«Perché è quello che mamma mi ha scritto. Come potevo pensare che ci stessero dando dentro?» singhiozzo, sollevandomi da terra.
«È un incubo. E adesso dovrò guardarli negli occhi per il resto della vita, dovrò pranzare con loro la domenica, dovrò fare i conti con quest'immagine ogni volta che comprerò i preservativi per la figlia! Non è possibile...» stringe i capelli.
«Cos'è che hai detto?» la risata mi muore in gola, al suo posto una fortissima emozione.
«Eh?» si volta a guardarmi confuso.
«Prima, all'inizio, cos'è che hai detto?»
«Che dovrò pranzare con loro ogni domenica?»
«No, prima» mormoro.
«Che è un incubo? Lo è. Accidenti, se lo è» piagnucolo.
«Dopo, Harry. Dopo. Cosa hai detto?» mi avvicino.
«Ah, che dovrò guardarli per il resto della mia vita. Beh, è vero. Come farò, angelo?» mi guarda disperato.
«Pianifichi di stare con me per il resto della tua vita?» bisbiglio emozionata.
«Questi dicono di sì» dice sollevando la mia mano e indicano l'anello di fidanzamento e la fede. «Perché, vuoi già il divorzio? Io stavo scherzando» mi fissa preoccupato.
Gli salto addosso. Letteralmente. Arpiono le braccia attorno al suo collo e salto, lui riesce a prendermi, arretrando di qualche passo per reggermi. Lo bacio con tutta me stessa, perché è tutto ciò che necessito. La giornata è iniziata da malapena due ore, noi abbiamo dormito per un totale di quattro e io sono al settimo cielo. Due paroline premono per uscire ma non posso, non ancora. Anche se diventa sempre più difficile trattenersi.
«Questo significa che restiamo sposati? Perché sarebbe stato imbarazzante presentarmi dal giudice dopo nemmeno ventiquattro ore.»
«Restiamo sposati. sì.»
«Stupendo. Adesso dammi dieci minuti. Devo cercare di articolare un discorso per presentarmi a colazione» mi rimette giù.
Ridacchio e gli stringo una mano. Non mi sfugge il fatto che nell'ultimo mese sono diventata molto più fisica nei suoi confronti e a dirla tutta... non mi dispiace affatto, anzi. «Se può farti sentire meglio, noi abbiamo fatto la stessa identica cosa.»
«No, Rora, non mi fa sentire meglio» borbotta. «Oddio, dici che è una vendetta perché voleva farmi capire che lui sa cosa ti ho fatto?» sbarra gli occhi.
«Cosa mi hai fatto? Era la nostra notte di nozze. Che si aspettava che facessimo, giocare a scarabeo?» sbuffo una risata.
«Beh, un po' l'abbiamo fatto, se ci pensi. Hai articolato così tante parole ieri sera mentre urlavi. Ricordo chiaramente che hai invocato il nome di Dio parecchie volte, signorina, e c'erano in mezzo tante preposizioni, avverbi, versi...» mi adocchia languido.
Arrossisco immediatamente. «Smettila!»
«Okay, è meglio andare. Abbiamo un volo da prendere e dobbiamo sbrigarci a sbarazzarci dei tuoi genitori» mi indica mentre si guarda intorno in cerca di qualcosa. Afferra il cellulare sul comodino e poi si occupa delle valigie.
«Sbarazzarci. Come sei cattivo» lo seguo fuori dalla stanza.
In ascensore si muove nervoso, ma non fiata. Quando arriviamo in sala sono tutti già pronti e ai tavoli. Individuo subito mamma e papà seduti insieme a zia Vivienne e zio Danny. Trattengo a stento una risata, le labbra mi fremono, e Harry se ne accorge.
«Non ci provare» sibila.
«Sì» squittisco scappando in direzione del buffet. Porto una mano alle labbra mentre vengo scossa da una risata che mi fa agitare le spalle e con l'altra tento di riempire la tazza di caffè.
«Che ti prende, novella sposa?»
Mi giro trovando Ronan al mio fianco e non ce la faccio più: scoppio in una sonora risata, talmente forte da attirare l'attenzione di tutti. Mi reggo alla spalla del moro che mi sostiene, confuso dal perché della mia risata.
«Oddio, qualcuno le ha corretto il caffè con la vodka?» domanda Luna.
«Servono vodka al buffet?» domanda Layla perplessa.
«Scusate... scusate» asciugo una lacrima. «Ronan ha raccontato una barzelletta esilarante.»
«Io non-»
Gli rifilo un calcio nello stinco.
«Ah! Sì! Sì, è vero. Santo cielo!» stringe i denti prima di marciare via dal mio fianco.
Mi riprendo, notando l'occhiata truce che Harry mi rifila e lo raggiungo al tavolo. Devon, Avery, Michael, Winter, Alec e Lucas mi osservano perplessi per qualche minuto.
«Sei sana?» domanda Devon.
«Credete che abbiano dei Martini? Se c'è la vodka, devono esserci anche i Martini» Avery fa per alzarsi, ma Devon la ferma.
«Tu non bevi proprio niente che non sia la tua spremuta d'arancia. Sono le nove di mattina, non di sera.»
«Perché ridevi come una psicopatica?» domanda mio fratello prima di addentare un pancake.
«Aurora» mi avverte Harry.
«Chiedilo a lui» indico proprio il biondo.
«Allora?» fa eco Alec.
«Ah, lo so» sghignazza Michael.
«Lo sai?» chiedo sorpresa.
Il moro annuisce divertito. «È per stamattina, vero, Harry?»
«Che è successo?» domanda confusa Winter.
«Appunto, qui c'è gente che vuole impicciarsi, pronto?!» sbuffa Avery, poi il suo cellulare squilla. «Oh, amore, guarda che carino!» squittisce fissando lo schermo del cellulare.
«Rassicuralo. Digli che torniamo presto» sospira Devon. «Dicevi?» si rivolge a Michael.
«Harry ha beccato zio Trevor che prendeva una confezione di preservativi dal cameriere. È chiaro cosa stessero facendo gli zietti» sorride divertito.
«Mi sento come Pheobe Buffay nell'episodio in cui scopre di Chandler e Monica. I miei occhi!» si lamenta Lucas. «E le mie povere orecchie, aggiungerei.»
«Ecco perché ci tenevano così tanto che dormissimo tutti insieme» sghignazza Alec.
«Okay, argomento chiuso, non voglio più pensare a una cosa del genere» prende parola Harry rabbrividendo.
«A cosa non vuoi pensare?» chiede Layla unendosi al nostro tavolo.
«Ciao, straniera, vieni a darmi un bacio» allungo le mani per poterlo stringerle attorno al suo viso. La mora si china e con una risata mi stampa un bacio sulla guancia.
«Scusa, perché io non sono stata baciata?» borbotta Avery.
«Non me l'hai chiesto e poi quella cozza ti sta sempre attorno» sbuffa Layla indicando il fratello con il mento.
«Questo perché Avery è anche la mia ragazza» sorride spavaldo Alec.
Il silenzio ricade sul tavolo e non solo sul nostro. Alec deve aver parlato in un momento quieto, perché è chiaro che tutti lo abbiano sentito. Quando se ne accorge ci guarda confuso. «Che c'è?»
«Cos'è che hai detto?» sibila lapidario Devon.
Giuro, potrei anche ritardare la partenza per godermi lo show e credo che Harry sia d'accordo con me visto che allunga un braccio sulla mia coscia e si mette comodo sulla sedia.
«Che Avery è anche la mia ragazza» ripete tranquillo.
Avery, accanto a un Devon fumante, stringe le labbra per non scoppiare a ridere.
«Continui a ripeterlo» ringhia il mio migliore amico.
«Alec, ci teniamo a vederti diplomato. È meglio se te la fili ora che è ancora seduto!» lo avvisa zio Caleb.
«Devon, non rovinargli il faccino. Lo ha preso da me!» si aggiunge zia Paige.
La paura e la realizzazione iniziano pian piano a far rinsavire Alec che, dopo aver deglutito, comincia ad allontanare piano la sedia. «Voglio dire... amichevolmente. È la mia ragazza... amichevolmente. Sì.»
A questo punto Devon si alza, Alec sgrana gli occhi e fa lo stesso, scappando in direzione dell'uscita. Devon gli sta dietro ma Alec, con somma sorpresa di tutti, si ferma di botto e solleva una mano. «Fermo!»
Devon è costretto a bloccarsi, così come il resto degli invitati. Alec afferra una brioche al cioccolato dal piatto di zia Molly, se la infila in bocca e riprende la sua corsa. Devon impreca e lo segue fuori dalla sala.
«Beh,» prende parola Avery. «Sarà meglio che vada a separare i miei fidanzati. È stato un piacere. Buon viaggio, piccioncini. Ci vediamo in aeroporto» si alza e corre in direzione dell'uscita.
«Speriamo non lo abbia spennato» commenta Michael prima di prendere un sorso del suo cappuccino. «Tesoro, non finisci il tuo?» guarda Winter.
La biondina è paralizzata sul posto.
Forse è un tantino troppo per lei? Beh, se è così allora non è di certo quella giusta per Michael. Se questo non le sembra normale non ha ancora visto le partite a Monopoly di Natale.
Con mio grande piacere, però, mi sorprende anche lei: afferra il suo tè e ne butta giù un sorso. «È uno scone quello?» chiede indicando il piatto di Lucas.
«Ah, sì. Fai attenzione, però, mia madre, la sesso-dipendente, ne è diventata ossessionata» l'avvisa Lucas.
Ed è fatta, scoppio per l'ennesima volta in una sonora risata, solo che stavolta l'intero tavolo mi segue.
Cielo, amo la nostra famiglia.

𝐀𝐔𝐑𝐎𝐑𝐀 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟐]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora