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Dopo aver assistito all'imbarazzante scambio di saluti con i miei genitori – saluti che consistevano in pianti di gratitudine da parte di mamma e sorrisi smaglianti di papà mentre Harry esibiva il sorriso più tirato di sempre – riusciamo finalmente ad arrivare in aeroporto, superare i controlli e prendere posto in prima classe. Volare in Economy per quattordici ore non era assolutamente un'opzione. Sarà un lungo viaggio, questo è certo.
Partiamo dopo una ventina di minuti e per le successive ore – comprese di uno scalo a Francoforte – non facciamo altro che distrarci, guardando film, sonnecchiando o, nel caso di Harry, facendo cruciverba. Atterriamo a Mahé intorno all'una e mezza del mattino. Siamo completamente distrutti. Ma felici di essere arrivati a destinazione. Prendiamo una navetta che ci porta all'uscita dell'aeroporto e da lì, un pulmino che ci lascia davanti alla casa che abbiamo affittato. Credo si chiami Crown House o qualcosa del genere. Sono troppo stanca per rendermene conto. Dopo aver ringraziando un centinaio di volte il responsabile, otteniamo la chiave e ci dirigiamo alla porta. Caspita, che lusso. Si tratta una casa al mare. Voglio dire, letteralmente sul mare. Scendendo gli scalini in veranda si finisce in spiaggia, a pochi passi dall'oceano. L'arredamento è principalmente in legno, ma è chiaro che questo posto sia costato un occhio della testa, lo dimostrano il mobilio e gli elettrodomestici ultimo modello.
«Wow» mormoro mollando la valigia e facendo una giravolta per poter ammirare tutto meglio. C'è un leggero venticello che muove le tende bianche, lo sfondo del mare scuro, illuminato solo dalla luna, è mozzafiato.
«Facciamo il bagno? Abbiamo il jet-leg e di sicuro non dormiremo» sorride Harry iniziando a liberarsi della camicia bianca in lino.
«Non metto il costume, però. Accontentati dell'intimo» gli punto un dito contro.
«Va bene tutto, tanto comunque non lo terrai a lungo» mi fa l'occhiolino superandomi. Lo vedo sparire oltre la veranda e immergere i piedi nella sabbia. Mi affretto a spogliarmi e lo raggiungo, saltandogli sulle spalle.
«Inizio a pensare che non posso più chiamarti angelo, ma scimmietta» mi prende in giro.
Rido e stringo la presa attorno al suo corpo. «Ti amo» vorrei dirgli, ma resto in silenzio perché non è ancora il momento.

Il mattino successivo dormiamo fino all'ora di pranzo. Quando mi sveglio – sono la prima – un sorriso smagliante mi incornicia il volto alla vista del panorama pacifico che riesco a scorgere da qui. Le tende svolazzano, il suono del mare e dei gabbiani che svolazzano quieti mi arriva dritto alle orecchie. Stiracchio le braccia e con uno sbadiglio mi alzo. Raggiungo la veranda esterna e mi poggio allo stipite della porta-finestra. C'è un sacco di gente in spiaggia e in acqua, alcuni stanno persino facendo kayak. Ora che ci penso, piacerebbe tanto anche a me farlo. Lo proporrò a Harry domani, oggi voglio stendermi sulla sdraio in spiaggia, fare il bagno, prendere il sole e sorseggiare drink fruttati.
«Buongiorno.»
Due braccia mi avvolgono il ventre facendomi sorridere. «Buongiorno. Hai visto che bella giornata oggi?» indico la spiaggia con il mento.
«Molto. Che ti va di fare?» chiede prima di lasciarmi un bacio sul collo.
«Pensavo che oggi potremmo oziare in spiaggia. Goderci il sole, il mare. E domani mi piacerebbe andare in kayak» rispondo.
«Magnifico. Mi sento ancora mezzo intontito e devo capire dove mi trovo.»
Ridacchio e annuisco comprensiva. So bene come si sente, ecco perché ho pensato a qualcosa di soft. Non mi sognerei mai di fare un'immersione dopo nemmeno un giorno, è una cosa troppo bella e voglio godermela al cento percento. «Vado a mettere il costume. Vuoi che prepari la colazione? Ho sentito che vale pure come pranzo quando ti svegli a mezzogiorno e mezza» sguscio via dalla sua presa.
«Preparati e basta. Appena ci viene fame ordiniamo qualcosa al chiosco in spiaggia. Ehi, stasera ti va di cenare lì? È romantico» mi segue fino alle valigie.
Più tardi dovrò sistemare tutto nell'armadio, così sarà più semplice scegliere cosa indossare. Recupero un bikini nero e un prendisole bianco, poi anche un paio di ciabattine. «Certo. Non vedo l'ora» sorrido.
Una volta pronti ci sistemiamo in spiaggia, due sdraio e un ombrellone. Non ci serve molto visto che la nostra casa dista poco da dove ci troviamo, dunque, non è stato necessario riempire la borsa di cianfrusaglie. Due libri, una bottiglia d'acqua, crema solare e teli. Fine.
«Mi spalmi la crema sulle spalle e la schiena? Non ci arrivo» guardo Harry attraverso gli occhiali da sole che indosso. Anche lui ne porta un paio e diamine, con questi addosso e quel costumino nero, sembra proprio un modello da copertina.
«Arrivo» si alza e afferra il flacone, poi si posiziona alle mie spalle e slaccia il laccetto del costume.
Scosto i capelli per dargli più spazio e ondeggio piano le gambe mentre mi godo il panorama. Le risate dei bambini che giocano a schizzarsi a vicenda mi fanno salire la malinconia.
«Che c'è? Sei tesa» dice Harry continuando a massaggiarmi la schiena.
«Niente. Penso sia il viaggio. Dovrebbe sparire in questi giorni» lo rassicuro con una bugia. In realtà mi sento come se avessi un pendolo che oscilla sulla testa. Ticchetta e ticchetta, arrivando sempre più vicino all'ora della verità. Ma come faccio a parlargliene quando è così felice e rilassato? Quando meno di due giorni fa ci siamo fatti delle promesse e suggellato il nostro matrimonio. Rilascio un profondo respiro e lo ringrazio quando ha concluso. Mi chiede di fare lo stesso e lo accontento subito. Gli poso un bacio tra le scapole e poi spalmo un po' di crema sulle spalle. Massaggio la pelle calda e liscia, beandomi della vista dei suoi ricci che ondeggiano a causa della brezza leggera. Passo alla schiena e lascio un altro bacio. Non voglio proprio perderlo. Gli stringo le braccia attorno alla vita e poggio il mento sulla sua spalla. «Mi dai un bacio?»
«Che richiesta ardua mi poni, angelo» sospira alzando gli occhi al cielo.
Ridacchio e sporgo le labbra nella sua direzione. Lui non perde tempo a ricambiare il bacio e presto dobbiamo ricordarci che non possiamo dare spettacolo visto che non ci troviamo al sicuro tra le pareti di casa.
«Vogliamo farla domani l'immersione?» domanda.
«Sì, certo. Ma in mattinata. Nel pomeriggio voglio fare un giro in kayak» torno al mio posto e sistemo gli occhiali sulla testa per poterlo guardare meglio.
«Non vedi l'ora, vero?» ride.
«Sì! Sembra così divertente» fisso proprio una coppietta che si diverte a non molta distanza dalla riva.
Harry afferra il suo cellulare mentre io prendo una rivista locale che ho trovato in camera ieri sera. Con questa possiamo programmare cosa fare nei prossimi giorni. Ci sarà molto più che utile. Uh, che bello! Le escursioni! Almeno due voglio farle assolutamente. Tu guarda, c'è anche lo sci nautico. Mi piacerebbe provare anche quello. Chissà come se la cava mio marito sugli sci. Ed è proprio lui che sento ridacchiare. Lo vedo scuotere il capo e abbasso la rivista.
«Che c'è?» chiedo curiosa.
«È solo mio padre. Dice che ci ha preso un altro regalo per il matrimonio.»
«Lo stai sentendo?»
«Sì, volevo avvisarlo del viaggio visto che ieri non ci siamo sentiti e oggi abbiamo dormito fino a tardi» spiega.
«Non ci credo. Quest'uomo... è assurdo» ride fissando lo schermo.
«Dai, che ci ha preso? Sono curiosa!» sbuffo.
«Uno ciuccio. Ci ha preso uno ciuccio con su scritto 'baby Ford'. Da non crederci» ridacchia divertito.
Uno ciuccio.
È come se il destino mi parlasse e ridesse di me.
Sforzo una risata per non insospettirlo e torno a fissare la rivista. All'improvviso ho perso tutto l'interesso per il giro dell'isola in barca.

𝐀𝐔𝐑𝐎𝐑𝐀 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟐]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora