Perché tutto a un tratto l'idea di rivelargli i miei sentimenti nei confronti di Darren mi sembra... sbagliata? Siamo amici, e gli amici si ascoltano a vicenda. È giunto il momento di parlare di questo argomento. Allora perché sento il cuore palpitare furioso e il pensiero di poter ferire Harry in qualsiasi modo mi destabilizza? Non dovrei sentirmi così. Affatto.
«Lo ami?»
No.
«Lo ami?»
Sì.
«Lo ami?»
Non lo so più.
«È... difficile rispondere a questa domanda adesso» mormoro spostando lo sguardo sul pavimento.
«Se ci pensi, invece, non lo è. L'amore per qualcuno non svanisce nel nulla, non si mette in dubbio se si è certi della sua presenza» sfiora la mia mano, nonostante il suo tono continui a essere più distaccato.
«Io lo faccio, però. Sono parecchio confusa su quello che sento, ma sono sicura quando penso di non essere ancora pronta per una relazione. L'appuntamento di Capodanno... quello era solo una consolazione provvisoria, qualcosa di non impegnativo.»
«Cioè saresti uscita con quel tipo pur sapendo che non gli avresti dato un'altra opportunità, giusto?» domanda.
Annuisco, imbarazzata. A voce alta sembra proprio una mossa da stronza e forse lo è davvero. Voglio dire, avrei preso in giro quel ragazzo se si fosse presentato e ci fossimo trovati bene a cena. «È complicato» ripeto debolmente.
«Parlami di lui. Se te la senti, certo.»
Prendo posto sul divano e stringo le braccia al petto. «Mi sono innamorata di lui a dieci anni, ma non c'è mai stato niente fino ai miei diciotto. Siamo stati insieme a malapena un mese prima dell'incidente e ne avremmo parlato con Devon al ritorno a Boston. Ero sui sedili posteriori con Dev quel giorno, Darren guidava. Un bastardo ci è venuto addosso e Darren... è volato via dall'auto schiantandosi contro la barriera jersey. Noi... noi ce la siamo cavata, ma per lui non c'è stato niente da fare. Non hanno nemmeno tentato di salvarlo, era irrecuperabile» spiego, la pelle d'oca sulle braccia al pensiero di quella terribile giornata. «Quando mi hanno parlato in ospedale penso di essere morta anch'io per una frazione di secondo. Mi è crollato il mondo addosso.»
«Quanti anni aveva?» prende posto al mio fianco Harry.
«Ventuno. Aveva tutta la vita davanti.»
«Già» sospira.
«Dopo il primo anno passato nel vuoto più totale ho iniziato ad andare dalla psicologa, le cose procedevano a rilento ma sono migliorate, sai? Certo, il mio rapporto con Devon si è pian piano sgretolato ma sono riuscita ad andare avanti con la mia vita, o almeno così credevo.»
«E adesso? Come stanno le cose ora che stai con me? Anche se per finta» aggiunge alla svelta.
Mordicchio il labbro inferiore, spaventata da cosa posso dirgli. Siamo amici, non posso raccontargli ogni singola cosa, ma questo è già tanto per me. «Tu mi destabilizzi» ammetto. «Sei il primo ragazzo con cui ho un rapporto più lungo di una settimana, il primo in grado di farmi ridere davvero e soprattutto l'unico in grado di offuscare ogni pensiero. A volte...» inizio, consapevole del fatto che potrebbe mal interpretare le mie parole. «A volte sento ancora una vocina che mi fa sentire in colpa, soprattutto quando ti bacio o smetto di pensare a lui. Sento questo peso sul petto che mi fa impazzire, che mi fa sentire una traditrice e lo detesto perché non voglio davvero farlo stare male, capisci?»
Dio, sono proprio una stronza. Come posso dirgli che mentre lo bacio mi sembra di tradire il mio ex ragazzo morto e aspettarmi che a lui stia bene?
Il riccio sospira, poi si porta una mano sul viso per sfregarlo. «Non è la stessa situazione ma capisco cosa intendi quando parli di tradimento. Qualche anno dopo la morte di mia madre, papà ha iniziato a uscire con qualche donna, mai nulla di serio, e ora che ci penso non posso far altro che chiedermi se non sia stata colpa mia.»
«Perché lo dici?» corrugo la fronte, confusa.
«Perché lo vedevo come un doppio tradimento nei confronti di mamma. Mio padre non poteva uscire con altre donne, tradire il ricordo di mamma e far fare loro le mie madri e io non potevo affezionarmi a loro sapendo che la mia era morta e non aveva più la possibilità di farlo» spiega.
«Harry» mormoro avvicinandomi.
«Il punto è» mi guarda. «Non puoi sentirti in colpa per qualcosa che non può mutare. Mia madre, lui... loro non torneranno più. Io l'ho accettato e adesso vedo le cose in maniera differente. Papà va a qualche appuntamento e ogni tanto mi capita ancora di pranzare con una delle sue donne, ciò non vuol dire che sta tradendo mamma perché lei non tornerà più e lui ha tutto il diritto di rifarsi una vita. In più, nessuno ha detto che dovranno farmi da madri, io ne avevo una e non c'è più. Semmai potrebbero essere delle care amiche, punto.»
Non menziona più il nome di Darren, ma è chiaro quello che mi sta dicendo: lui non tornerà. Non sentirti in colpa solo perché vai avanti con la tua vita. Anche se amerai qualcun altro, non vuol dire che dimenticherai Darren.
«La dottoressa dice che ho idealizzato l'amore che mi lega a lui, visto che non abbiamo avuto la possibilità di viverlo e che non conosco il Darren di adesso. È solo che non posso far a meno di sentirmi in colpa. Io non voglio ferirlo. Ma non voglio ferire nemmeno la persona che un giorno, spero, mi starà a fianco» massaggio la fronte. «Mi sento bloccata in un limbo: da un lato non voglio andare avanti per non ferirlo, dall'altro invece desidero davvero andare avanti e non sentirmi male al pensiero di stare con un altro.»
«Puoi-» Harry viene interrotto dal suono del campanello, dunque, si alza. «Puoi tirarti indietro da questo matrimonio se la cosa ti procura disagio, Aurora. Non te ne farò una colpa» dice prima di allontanarsi.
Rimango spiazzata. Non dalle sue parole. Beh, anche quelle, ma dal tono privo di emozioni con cui si è rivolto. Come se avesse imbottigliato ogni singolo sentimento nei miei confronti e lo avesse conservato in qualche angolo polveroso del suo cuore.
«Io non voglio tirarmi indietro. A prescindere da tutto, tu sei importante per me» mi alzo.
Harry tiene in mano due sacchetti di carta, fermo a metà strada, mi osserva attentamente. «Sappi solo che puoi farlo. Rispetto i tuoi sentimenti e non voglio che ti senta a disagio con me, soprattutto quando ti bacio.»
Sbatto le palpebre, agitandomi sul posto. «È solo una frazione di secondo. Poi non capisco più niente» dico avvicinandomi.
«Va bene» mormora annuendo.
«Davvero? Basta così?» indago, confusa dalla piega che la serata ha appena preso.
«C'è altro che vuoi che ti dica?» ribatte con lo stesso tono di prima.
«No, immagino di no.»
«D'accordo. Ceniamo? Magari avere la pancia piena ci farà venire sonno prima» accenna un sorriso.
«Sì», lo seguo dritto in cucina e prendo posto su uno degli sgabelli attorno all'isola.
Harry estrae i cartoncini colmi di cibo dai sacchetti mentre io mi occupo di riempire due bicchieri con dell'acqua. Prende dei tovaglioli, due piatti e due forchette nel caso ce ne fosse bisogno. Osservandolo potrebbe sembrare che vada tutto bene ma ho imparato a conoscerlo e quell'accondiscendenza da parte sua non è altro che apparenza. Qualcosa lo turba e non mi piace. Non voglio che questo soggiorno venga rovinato dai fantasmi del mio passato, desidero solo trascorrere il mio tempo con lui, tra le strade della City e godermi lo spettacolo.
Harry posa quattro ravioli al vapore sul mio piatto.
«Grazie» sorrido.
«Assaggia e dimmi se ti piacciono» sorride prendendo posto al mio fianco.
Addento mezzo raviolo e lo butto giù, il sapore della carne succosa mi invade le papille gustative facendomi emettere un gemito di piacere. «Santo cielo, sono deliziosi» mangio anche l'altra metà rimasta.
Il biondo mi osserva con una strana espressione sul viso, poi scuote il capo e sorride. «Penso di averlo capito, sai, il gemito e tutto» ondeggia una bacchetta nella mia direzione facendomi arrossire.
«Era buono» borbotto.
«Ne sono lieto. Continua a mangiare allora. Dopo vediamo un film?» chiede.
«Sì», sorrido prima di poggiare il capo sulla sua spalla. «Ma niente roba romantica, mi annoiano le commedie» rivelo.
«Si va di Pirati dei Caraibi, allora. Che dici?» propone guardandomi.
«Sì!» esclamo entusiasta. «Li adoro.»
«Bene» annuisce, l'attimo dopo intinge un involtino di gambero nella salsa agrodolce e se lo porta alla bocca.
Mentre lo osservo, lo so che è ancora turbato ma apprezzo tanto che stia cercando di distrarmi. È semplicemente magnifico. E sono tanto, davvero tanto fortunata ad averlo nella mia vita. È un po' il mio spiraglio di sole personale in mezzo a una giornata cupa, riesce ad accarezzarmi il volto con il suo calore e a disegnarmi un dolce sorriso sul volto. Mi da speranza.
Ti prometto, Harry... ti prometto che farò il possibile per non ferirti.

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𝐀𝐔𝐑𝐎𝐑𝐀 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟐]
Жіночі романи𝐒𝐞𝐜𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐯𝐨𝐥𝐮𝐦𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐬𝐞𝐫𝐢𝐞 𝐬𝐩𝐢𝐧-𝐨𝐟𝐟. 𝐏𝐮𝐨̀ 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐥𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐬𝐭𝐚𝐧𝐝𝐚𝐥𝐨𝐧𝐞 𝐦𝐚 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐬𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐥𝐚 𝐥𝐞𝐭𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐀𝐯𝐞𝐫𝐲 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐦𝐞𝐠𝐥𝐢𝐨 �...