42.

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«Oh, ma che meraviglia» sospira estasiata mamma quando ci vede arrivare.
«Ciao, mamma. Papà, signor Ford» sorrido. «Zia Vivi, zio Danny.»
«Ciao, tesoro» zia Vivi mi accarezza un braccio mentre lo zio mi sorride.
«Per favore, Aurora, Leonard» mi corregge. «Siamo in famiglia, ormai.»
La tensione allenta e stavolta un sorriso più genuino mi tranquillizza.
«Che ne dite?» domanda Harry.
«È magnifico, tesoro» mamma si guarda intorno. «Sono certa che tua madre sarebbe stata tanto fiera di te e penso che lo sia anche adesso» gli stringe una mano.
«Grazie, Delia» arrossisce il biondo.
«Beh, avete già fatto le presentazioni?» domando cambiando argomento.
«Oh, sì, siamo arrivati nello stesso istante» risponde papà. «Leonard mi raccontava che non vede l'ora di mostrarci il parco dove vi sposerete.»
«Aurora ha visto quel gazebo e si è innamorata» ridacchia Harry. «Non potevamo farcelo scappare.»
«Ci sono tanti scoiattoli? Credo che Alec ne abbia un po' paura» dice zia Vivienne.
«Come fa a spaventarsi degli scoiattoli?» domanda zio Danny.
«Sul serio? Non ne avevo idea» ridacchio.
«Ci sono, ma se c'è tanta gente tendono a rintanarsi» risponde Leonard.
«Alec è al sicuro» aggiunge divertito Harry.
«Al sicuro da cosa? Che ha combinato stavolta la mia prole?» sospira zio Caleb.
Un grande sorriso mi copre il volto mentre vedo il resto degli zii avvicinarsi. Sono così belli, vestiti con abiti eleganti, completi e capelli ben fatti. Non vedo l'ora di vedere cosa indosseranno per il matrimonio.
Presto, gli ospiti iniziano ad arrivare così saluto i miei genitori e seguo Harry per un giro di presentazioni. La musica è molto piacevole, gli stuzzichini sono ottimi e lo champagne squisito. Sono al terzo bicchiere quando Harry mi chiede di ballare, ecco perché accetto nella tranquillità più totale. Se fossi stata sobrissima mi sarei vergognata da morire, ma sono rilassata e voglio solo ondeggiare tra le braccia del mio futuro marito, senza pensare a niente se non a come mi spoglierà quando arriveremo a casa. È questo che si prova quando la mente non ti gioca brutti scherzi? Quando i problemi sembrano cessare di esistere? Quando non c'è niente a soffocarti, a farti sentire male solo perché sorridi e ti godi la compagnia di un'altra persona? Non so dove ci trascinerà tutto questo, ma so che devo lottare e andare avanti, passo dopo passo, con calma. Del resto, se non l'avessi voluto davvero, non mi troverei qui in questo preciso istante.
Stringo la presa attorno al collo di Harry e sorrido sentendolo accarezzare la mia schiena. Sollevo di poco il capo e presso le mie labbra sulle sue. Non sono molte le volte in cui sono io a prendere l'iniziativa, per questo, quando lo faccio, sembra che Harry ne sia felice il doppio. Una volta allontanata dalla sua bocca tentatrice mi guardo intorno, rimanendo più che stupita quando mi rendo conto che un sacco di gente sta ballando.
«Permetti?»
Mi giro e sorpresa, noto Ronan.
«Un ballo, poi torna da me» lo avvisa Harry facendomi ridacchiare.
«Vai a far ballare Luna, ne ha bisogno» dico facendo un cenno con la testa verso mia sorella, seduta al tavolo.
«Sarà fatto. Il prossimo ballo con mia cognata è tuo» Harry avvisa il suo amico.
«Due donne bellissime da far ballare? Sono il tuo uomo» sorride divertito il moro.
«Allora» Ronan poggia una mano sul mio fianco mentre l'altra stringe la mia. «Ci stiamo divertendo?»
«Molto. Si sta dimostrando una serata molto rivelatrice» annuisco guardandolo.
«Ah, sì? E come mai? Se posso.»
«Ho fatto la conoscenza di due zii di Harry, venuti apposta dall'Inghilterra per non perdersi la serata, ho scoperto che mio cugino Michael, il figlio di quella coppia lì» indico zio Tom e zia Molly troppo presi a mangiarsi con gli occhi per accorgersi di noi. «Sta uscendo con una dipendente del negozio di mia zia» stavolta indico zia Vivienne e zio Danny intenti a ridere di qualcosa insieme al padre di Harry e i miei. «E poi... giusto a inizio serata ho scoperto che mio cugino ha paura degli scoiattoli. Può bastare?»
«Sì, direi di sì» ride. «E a proposito di me? Che mi dici?»
«Devo ancora inquadrarti» rispondo subito e con estrema sincerità, non ho problemi a dire certe cose. Ronan mi guarda stupito, credo che anche lui si aspettasse una risposta differente.
«Lo sai, sono le stesse identiche parole che ha proferito quel tuo amico, Devon, mentre gli chiedevo cosa ne pensasse di Harry.»
Sorrido divertita e annuisco. «Hai fatto la conoscenza del mio migliore amico e della sua splendida ragazza, allora.»
«Avery» asserisce. «È molto esuberante.»
«La adoro» concordo. «E sì, Devon è molto protettivo nei miei confronti. Siamo praticamente cresciuti insieme, è come se fosse un fratello» spiego. «Non che io debba darti spiegazioni, ma questo è tutto.»
«Sei... brutalmente onesta, Aurora Ford» dice colpito.
Il mio cuore perde un battito quando utilizza il cognome di Harry. Caspita, non suona affatto male.
Aurora Ford.
«Apprezzo il fatto che tu ti stia solo preoccupando del tuo amico, lo sai? Ti fa onore. Ma puoi stare tranquillo. Harry è l'ultima persona al mondo che mi sognerei di ferire o tradire.»
«Anche con quel tuo amico?»
E lo so che mi sta stuzzicando, lo so che ovviamente si sta riferendo a Devon, ma per un solo istante il cuore ha smesso di battere, pensando che stesse parlando di Darren.
«Aurora?» mi richiama. «Stavo... stavo scherzando, lo hai capito, vero?»
«Io... sì. Sì, scusami. È tutto a posto» lo rassicuro.
La canzone che non ho nemmeno ascoltato conclude e così io e Ronan ci separiamo.
«È stato un piacere» sorride. «Adesso vado a presentarmi a tua sorella, le devo un ballo anche se ancora non lo sa» mi fa l'occhiolino.
«Anche per me e attento a dove metti le mani, ti controllerò» ricambio il sorriso e mi volto alla ricerca di Harry.
Sebbene sia stata una serata piacevole, ringrazio col cuore in mano ogni singola persona che si sta avviando verso l'uscita. Ho i piedi doloranti e un bel po' di sonno, dunque, quando iniziamo a salutare tutti quanti, sospiro sollevata. È mezzanotte e mezza e nonostante domani sia domenica e si può restare a dormire fino a tardi, io non sono più abituata a certi orari.
Per l'una e un quarto – dopo esserci accertati che fossero andati tutti via, compresi catering e band – ci siamo messi in strada e tornati a casa. Un gemito abbandona le mie labbra quando arrivata in camera mi disfo delle scarpe e crollo sul materasso. Mi sono scolata un altro bicchiere di champagne ma non sono nemmeno brilla, solo tranquilla, e questa è la parte migliore perché sono in vena di... sesso pigro. Lo faccio subito presente a Harry che, dopo essersi liberato anche lui delle scarpe e del resto degli indumenti, si china su di me e mi aiuta ad uscire dall'abito. Fino a tre secondi fa ero vestita, adesso ho solo un paio di slip addosso.
«Sesso pigro?» mormora divertito sulla mia bocca.
«Sì, per favore» rilascio un piccolo sbadiglio.
«Molto pigro» mi punzecchia mentre mi libera degli slip lasciandoli cadere sul pavimento.
La sua mano si intrufola tra le mie gambe per prepararmi e quando nota che non c'è alcun bisogno sorride soddisfatto e si china per recuperare un profilattico. L'attimo dopo lo sento farsi strada dentro di me, gemo chiudendo gli occhi e sospiro tremante quando le sue mani si stringono attorno al mio corpo, sollevando di poco la schiena dal morbido materasso. I suoi fianchi ondeggiano, scontrandosi con i miei in movimenti dapprima lenti, e poi più veloci. Stringo le lenzuola mentre la tensione cresce nel basso ventre fino ad esplodere quando sento il suo tocco tra le gambe. «Oh, questo deve essere il paradiso...» biascico totalmente in estasi.
«Ci sarà un motivo se ti chiamo angelo» emette una risata ansimante.
Non ho il tempo di ribattere perché lo sento venire e non c'è niente di più bello della sua espressione quando lo fa. È così concentrato, perso nel piacere, non si rende nemmeno conto di stringermi e sprofondare ancora un paio di volte dentro di me mentre si rilassa.
È semplicemente magnifico e potrei davvero, davvero abituarmi a tutto questo. Harry è la mia bolla, quella che mi protegge dal mondo, dai miei stessi pensieri, ma non posso fare sempre affidamento su questo involucro protettivo, ho bisogno di essere tranquilla anche senza di lui. Glielo devo. Se lo merita. E farò il possibile per riuscirci.

𝐀𝐔𝐑𝐎𝐑𝐀 [𝐁𝐨𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐋𝐞𝐠𝐚𝐜𝐲 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 𝐕𝐨𝐥.𝟐]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora