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Era una bella giornata solare, stavo chiusa in camera a cazzeggiare con il telefono mentre scorrevo tra i canali radio in tv.
Avevo intenzione di passare la giornata con un buon libro seduta sul balcone e una bibita fresca e godermi questa giornata estiva a Roma, ma i piani vennero annullati.
Mio padre decise che questo tempo non andava sprecato e che ci saremmo inoltrati nella natura nel bel mezzo delle cascate delle marmore.

Con la radio di sottofondo iniziai a preparami. Mi misi un paio di leggins per stare comoda e una canottiera già usata più volte negli anni, mi misi il cappellino dell' adidas in testa per rischiare un'insolazione ma specialmente per i capelli sporchi. In poche parole potevo sembrare o un'escursionista poco esperta o una scappata di casa.

Presi il telefonino e feci qualche ricerca sulle cascate e sui dintorni.
Essendo domenica vi era la possibilità di ottenere uno sconto in un certo ristorante chiamato "la marmotta" e poter assistere a un concertino dal vivo, probabilmente qualche vecchio si annoiava a casa e si è improvvisato musicista. Apparte ciò il cibo sembrava invitante e rigirai l'annuncio a mio padre.

Il viaggio in macchina lo passai a commentare un po' di musica con papà e a stonare su delle canzoni con mio fratello. Scrissi anche a Sam una mia amica lombarda, nonché mia coinquilina. Ci siamo conosciute a un festival a Milano dove suonavano i nothing but thieves ovvero il mio gruppo del cuore e i palaye royale un gruppo che gradisco molto e di cui lei va matta. Mi sono trasferita a Milano due anni fa per gli studi e ci siamo ritrovate a condividere casa. Mi stava giusto istruendo sulla bellezza di Emerson onorandolo con tanti aggettivi di  buon gusto mentre io ero riuscita a rifilare nella conversazione Conor.

Una volta arrivati a destinazione, senza perdere tempo, iniziammo subito il nostro trekking.

Il panorama era bellissimo e mi persi nella bellezza della natura.
Ci imbattemmo in tanti turisti, tutti molto cordiali ed educati, alcuni ci chiedevano indicazioni mentre altri ci davano dei consigli su che vicoli prendere per osservare al meglio le cascate.

Stava procedendo tutto alla perfezione fino a quando non ci imbattemmo in un gruppo di 5 ragazzi. Portavo tutti occhiali da sole e il più basso anche un cappellino calato sulla fronte.

Potevo urlare, saltare e correre ma il mio corpo si paralizzò

Take This Lonely HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora