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Rimasi un po' perplessa dall'offerta del bassista, dovevo lavorare dopodomani e loro si rifiutavano di dirci dove sarebbero andati; Sam invece era al settimo cielo e sia lei che il bassista provavano a fare leva su di me.
Decisi di rifiutare l'invito spingendo comunque la mia amica ad accettare per non perdere l'occasione. Lei non se lo fece ripetere due volte quindi si chiuse in camera per fare le valigie.

[...]

La mattina successiva lei raggiunse presto casa dei ragazzi, sarebbero partiti subito dopo pranzo, mentre io dopo averla salutata persi il sonno e mi misi a pulire casa.

Avevo ormai spolverato anche tutti i bicchieri e stare sola mi faceva vorticare una miriade di pensieri in testa.
Faceva caldo ed ero senza forze, non erano neanche le 10. Chiesi ad alexa di riprodurre la playlist dei nothing but thieves e lei fece partire hell yeah.
Non era raro che mi sentissi improvvisamente debole e angosciata per via delle forti emicranie. Le gocce prescritte non avevano mai fatto effetto, ormai le prendevo solo per routine.

Mi stesi per terra approfittando del poco fresco del pavimento e chiusi gli occhi mentre la voce di Conor rimbombava per tutte le pareti.

Alexa era più depressa di me da hell yeah passò a last orders per poi mettere six billion.
Ero immersa nei pensieri che non feci neanche caso alla porta di casa aprirsi.

Aprii gli occhi sentendomi osservata.
Il cantante mi squadrava con la testa inclinata di lato, strizzai gli occhi più volte per accertarmi di non avere una visione dovuta alle gocce poi mi  tirai a sedere velocemente provocandomi un capogiro.
-è tutto okay?- chiese nel vedermi un po' frastornata. Annuii
-credevo avessi rifiutato l'invito perché volessi divertirti da sola eppure ti ritrovo in queste condizioni-
-guarda che è colpa vostra che fate queste canzoni tristi non mia-
Mi porse la mano per aiutarmi ad alzarmi.

-che ci fai qui?- chiesi una volta rifatto mente locale
-sono venuto a prenderti-
La mia espressione divenne sempre più confusa.
Lui si diresse in camera mia ed io lo seguii con un passo rapido.
-Conor che fai?- chiesi mentre apriva le ante del mio armadio.
-la valigia-
-ma io...-
-bello questo vestito- disse interrompendomi riferendosi a un vestitino rosso mentre lo ripiegava e metteva in una valigia che sembrava essere sbucata dal nulla.
-Conor, non posso venire-
Lui non sembrava darmi retta e continuava a scegliere vesti dal mio guardaroba.
-Conor- lo afferrai per un braccio.
-ho il lavoro...-
-mettiti in ferie-
-non è così facile...-
-di che hai un'emergenza familiare-
Sembrava tenerci così tanto...cedetti.

Presi della biancheria intima e la riposi nella valigia ormai piena, quindi mi feci accompagnare davanti la clinica.
Avendo una clinica veterinaria mia avevo più libertà con i turni e mi regolavo in base a gli appuntamenti.
Presi il telefono e iniziai a disdire tutti  i clienti delle due settimane successive con la scusa proposta dal cantante, poi attaccai un cartello sul cancello quindi ci dirigemmo direttamente in aeroporto dove ci aspettavano gli altri.

Take This Lonely HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora