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Erano ormai le 6 e mezza passate, dei cinque esploratori non vi era più traccia e mi autoconvinsi di aver avuto un'allucinazione dovuta dal caldo.

Il percorso era quasi terminato e i miei piedi chiedevano pietà.
Ci imbattemmo in un bagno di servizio e un piccolo bar.
Mio padre e mio fratello presero un caffè mentre mia madre corse al bagno, io ne approfittai per sedermi un attimo.
Mi diressi verso le panchine, il mio piede si impigliò a una radice ed io finii in avanti pronta splarmarmi sul suolo. Qualcosa, però, mi impedì di cadere. Qualcuno.
Alzai lo sguardo incontrai due occhi grandi e marroni fin troppo conosciuti. Mi riaddizzai velocemente e cercai delle parole per ringraziare il mio salvatore, ma la mia bocca sembrava non volerne sapere di parlare.
Lui mi guardava sorridendo probabilmente dovetti sembrare buffa e ridicola.
-ti sei fatta male?- chiese solamente senza smettere di sorridere, il suo tono era dolce ma quasi preoccupato, notai che la direzione dei suoi occhi dirottò sulla mia caviglia dalla quale colava una strisciolina di sangue.
- oh... Ehm...non è niente tranquillo, grazie mille- borbottai incapace si alzare la voce.
La situazione peggiorò quando lui mi si affiancò e  posò il mio braccio sulla sua spalla in modo da potermi aiutare. Stavo tremando e il pensiero che lui potesse accorgersene mi devastava.

Mi accompagnò fino alla panchina e mi fece accomodare poi se ne andò nel bar senza dire una parola.

Presi velocemente il cellulare e scrissi a Samantha *rischio di perdere i sensi* lo vedi riuscire dal bar e seguii il consiglio della mia amica: rapidamente feci una foto (totalmente sfogata) e gliela inviaii. Spensi il telefono veloce non appena lo vidi venire nuovamente verso di me.

In mano aveva una bottiglietta d'acqua e dei tovaglioli.
Me li porse e mentre lui si accomodava vicino a me io mi medicai la ferita.

-grazie- riuscì a dire solo questo e lui sorrise -non c'è di che. Io sono Conor-mi porse la mano sempre con il suo sorriso stampato in faccia che andava a provocargli due fossette dolcissime.
-Eva- strinzi la sua mano trattenendomi da un collasso.
-lo so- sorrise nuovamente e mi tornò in mente il momento in cui si era girato sentendo mio fratello chiamarmi.
-e io sapevo già il tuo- ammisi e lui alzò un sopracciglio sorpreso.
Aprì bocca ma non fece in tempo a dire nulla che una voce giunse alle sue spalle, spostai gli occhi dietro di Conor e vidi gli altri quattro ragazzi, tutti sorridenti.

Take This Lonely HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora