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Tornate a casa mi stesi sul letto con un sorriso stampato in faccia, ripensai alle risate, al bowling, all'altalena, a Conor, non riuscivo ancora a capacitarmi che i miei idoli si stessero comportando come se fossero miei amici ma ero felice.

Poco dopo mi raggiunse Sam rannicchiandosi vicino a me e iniziammo a parlare del chitarrista biondo.

L'indomani non si fece sentire nessuno. Mi svegliai alle 6.30, mi diressi a lavoro, tornai a casa, cenai, dedicai del tempo a me, tornò Sam, parlammo e ci mettemmo a dormire.
Sembrava tutto finito. Probabilmente l'effetto di qualche strana pasticca che avevo assunto era terminato.
Mi addormentai con fatica per via del caldo e spensi il cervello.

Mi squillò il telefono, la voce di Billie Joe prese il ruolo di colonna sonora nel mio sogno e ignorai la chiamata.
Dopo la terza volta che i Green Day intervenirono nei miei sogni decisi di rispondere. Tutta incazzata presi il telefono senza neanche vedere chi fosse e risposi con un "pronto" nervoso per il brusco risveglio.

-oi ciao- riconobbi subito la voce.
-dormivi per caso?- poteva anche essere Conor ma in quel momento avrei strozzato chiunque.
-non so cosa tu faccia alle 2.40 del mattino e forse non lo voglio sapere, ma si, io stavo dormendo-
-scusami se ti ho svegliato- mi riaddolcii.
Passò qualche secondo ma dall'altro capo del telefono non parlava nessuno.
-conor?-
-si?-
-per quale motivo mi hai chiamata in piena notte?-
-ehm....fuck I don't remember- sussurrò convinto di non farsi sentire.
-conor ti senti bene?-
-si si sto benissimo- non mi convinceva per niente ma non volevo insistere.
-dove sei?-
-nel giardino, gli altri dormono anzi russano- avevo intuito non fosse pienamente lucido, presi una felpa e  mi misi le scarpe da ginnastica, feci attenzione a non svegliare Sam e mi incammiani varso la casa del cantante.

Una volta arrivata lo ritrovai con due bottiglie di birra in mano, una vuota e una a metà. Mi corse incontro e dovetti zittirlo per evitare che svegliasse tutti.

Ci sedemmo sulle sdraio della piscina e provai a chiedergli il perché fosse sveglio e ubriaco, ma il discorso fu deviato o interrotto tante volte e decisi di non insistere più.
Ci stendemmo vicini e non so bene il perché istintivamente iniziai a fargli dei grattini.
Rimanemmo in silenzio per un bel po' a contemplare il cielo.

-non riuscivo a dormire per colpa di un sogno- mi girai per vederlo in viso.
-non appena chiudevo gli occhi rivedevo sempre la stessa scena e non lo sopportavo più, quindi ho preso una birra...e poi un'altra-
-era un sogno spaventoso?- chiesi
-era un po' triste e il rischio che possa diventare realtà mi speventa si-
Ricalò il silenzio, non volevo costringerlo a rivivere il brutto sogno.
Lui si strinse di più a me che senza rendermene conto stavo continuando a giocherellare con i suoi capelli.
Sentii il suo respiro farsi più pesante e regolare, aspettai ancora un po' poi provai ad alzarmi e cercai un plaid.
Coprii Conor e me ne tornai a casa.

Take This Lonely HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora