Capitolo 22

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Apro gli occhi, e mi accorgo di essere a casa mia, finalmente, non vedevo l'ora, sono a casa mia.. che soddisfazione. Mi volto e non trovo Tom accanto a me, così mi alzo e vado nelle camere dei bambini, che non sono nei loro letti. Scendo di sotto e trovo tutti quanti a tavola a mangiare dei pancake, "buongiorno mamma" mi saluta Tom mentre ha Diego in braccio e gli da il latte "hey, da quanto siete svegli?" "Da poco, papà ha fatto i pancake, guarda" me li porge Stefania "non ti conviene avvicinare dei pancake fatti da papà alla mamma" ridacchia Leo "perché?" Chiude la piccola "perché succede questo" prendo un parcel e gli do un morso "hey!" "Ti amo piccolina" le lascio un bacio tra i capelli, vado da Tom e lo bacio "è scaduto il tempo" sussurra al mio orecchio "ragazzi, oggi vi accompagnami dai nonni" mi rivolgo a loro "perché?" "Perché io e il papà dobbiamo fare dei servizi" "quali?" Chiede Stefania "cose da grandi" le bacio la fronte, mi siedo a tavola, e mangio i pancake di Tom "ti sono sempre piaciuti i pancake" "mi sono sempre piaciuti i tuoi pancake" lo correggo. Siamo passati in scuderia, volevo troppo cavalcare Furia di nuovo dopo mesi!. "Marcus!" Gli salto addosso "hey, come stai?" "Bene" "zio!" Gli corrono incontro i bambini "ciao piccolini" li abbraccia "ti devo presentare qualcuno" prendo Diego in braccio dal passeggino "ciao Marcus" lo saluta Tom "ciao" vede il bambino è sussulta "oh mio Dio ma sei bellissimo" lo prende in braccio "complimenti, è un capolavoro" "grazie" sorridiamo entrambi "ma ora-" "lo so, Furia è nella recensione" la indica "grazie" gli bacio la guancia, corro verso la recensione, la scavalco rapidamente, Furia si accorge di me e anche lui inizia a corrermi incontro, ci raggiungiamo e allaccio le braccia attorno al suo collo, "il mio uomo" gli do delle pacche leggere sulla pancia "grazie eh" si avvicina Tom "non essere geloso" ridacchio, salto in sella al cavallo, inizia a correre, mi è sempre piaciuta questa sensazione, mi sento libera quando cavalco, non penso ai miei problemi, è come una terapia per me. Dopo ore e ore passate a correre ci fermiamo, mi siedo al tavolo con gli altri e nel mentre vedo Leo col suo cavallo, Ruben, è un cavallo bianco con una macchia nera sull'occhio e gli occhi azzurri, "Diana!" Viene verso di noi Rosa "ma ciao!" La abbraccio "finalmente siete qui, mi siete mancati" abbraccia anche Tom "il bambino? Dov'è?" "Qui" lo prendo in braccio e glielo faccio vedere "oh ma che bello... come lo avete chiamato?" "Si chiama.. Diego" sussurro "su nombre es Como tu padre (come tuo padre)" mi sorride Marcus "Diego.. Dominic Holland" dico il nome completo "Dominic, è il padre di Tom?" Lo indica Rosa "si" "allora sono curiosa, il secondo nome degli altri due qual'è?" Chiede "Stefania Ines Holland, e.. Leo Andrea William" "Ines?" "È un nome di origine spagnola" "e indovinate un po'" esclama Tom "solo qualche mese fa ho scoperto che ha origini Colombiane" mi indica "non glielo avevi mai detto?" "Mi scordo spesso di questo dettaglio!" Mi giustifico. Ho Diego in braccio, e voglio mostrarlo a Furia, così siamo nella recensione entrambi, il cavallo si avvicina, annusa un po' Diego, e avvicina il muso "piano Furia, piano" sorrido "guarda.. lui è il terzo, incredibile, vero?" Sussurro accarezzandogli la criniera "si chiama Diego.. assomiglia molto a mio padre, anche se tutti dicono che assomiglia a me, ora devo andare a casa mia, ti voglio bene" gli bacio il muso prima di andare dagli altri.
"Grazie Nic" la ringrazio mentre le do Diego in braccio "non preoccuparti, adoro passare del tempo con loro" "ok, guardatemi voi due" mi abbasso all'altezza dei bambini "tu" indico Stefania "non rubate nulla a tuo fratello, e tu" indico Leo "non darle fastidio, in riassunto, non litigate, perfavore" "va bene mamma" annuisce Leo "ci vediamo stasera" li bacio "e tu non piangere" bacio la mano di Diego in braccio a Nic "grazie ancora" "di nulla, e ora andate, su su" "ciao" li saluto prima che la porta si chiudesse, salgo in macchina dove c'è Tom ad aspettarmi, indossa una camicia azzurra e dei jeans neri, io indosso un tubino bianco, lungo fino alle ginocchia, e i capelli sciolti, "dove andiamo?" Gli chiedo "sul mare, parcheggerò la macchina e avremmo l'alba da vanti" mi prende il mento baciandomi "Mhh.. interessante" mi sorride e mette in moto la macchina, mette una mano sul mio urtino coscia, la stringe tra la sua mano e capisce che vuole stuzzicarmi, "te ne pentirai..." sussurro con fiato caldo "o forse no..". Arriviamo vicino la spiaggia, Tom abbassa i sedili in avanti, mi sdraia dietro e si posiziona in mezzo alle mie gambe, le sue labbra sfiorano la mia pelle facendomi ansimare "di già?... questo non è neanche l'inizio di quello che ti farò stanotte" mi bacia il collo "e che mi farai?.." lo istigo "ti aprirò le gambe..." "mh.." "entrerò dentro di te.. inizierò a spingere.. e a spingere.. e a spingere.. finché non verrai.." gli prendo il viso tra le mani facendo strofinare i nostri nasi "fammi venire tesoro... fammi venire" inizia a baciarmi con foga, in poco tempo entrambi con troviamo senza vestiti, prende a baciarmi il seno, "fammi tua... voglio essere tua" "e mia sarai tesoro..." scende sempre di più, finché non prende a leccarmela, la sua lingua va a fondo, su e giù, questo è l'ordine, va sempre più veloce, e io voglio sempre di più, gli prendo il viso e lo stendo, "non sai proprio aspettare eh?" "No.. Ma scommetto che non ti dispiace.." "aspetta!" Mi ferma "che c'è? Hai rovinato l'atmosfera" prende il preservativo e me lo passa "devo mettertelo io?" "Non sarebbe eccitante?" Sorrido maliziosa, sfioro col dito quella pelle così dura, batte un pugno sulla superficie inarcando la schiena, "di già?.. questo non è neanche l'inizio di quello che ti farò stanotte" ripeto la frase di prima, glielo metto lentamente facendolo ansimare, entra dentro di me con un colpo, sussulto e metto la testa sul suo petto, inizia a spingere, e io lo imito, andiamo sempre più veloce, sempre più veloce, finché la macchina non trema, io mi faccio avanti e spingo, Tom fa lo stesso spingendo il bacino verso di me, "Diana! Ah- Diana!" Prende le mie cosce e le stringe tra le sue mani "c-credo di star per venire" sussurro "vieni, vieni Diana" metto la testa tra l'incavo del suo collo e continuiamo a spingere, veniamo entrambi e mi stendo accanto a lui col fiatone, "ti ho ripagata abbastanza?" "Oh si" annuisco.

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