Capitolo 26

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"Ciao amore!" prendo in braccio Stefania che esce da scuola "ciao mamma! Ciao papà!" Ci bacia "è andata bene a scuola?" "benissimo, ho conosciuto un bambino, è molto simpatico, si chiama Carl" ridacchia "un maschio?" Chiede Tom "Si papà" "no.. non sono ancora pronto a questa fase" si mette la mano sul petto facendomi ridere "smettila Tom, vanno solo all'asilo" metto Stefania nel seggiolino, per poi salire in macchina, "o mio Dio ci pensi quando sarà adolescente e ti racconterà di tutto quello che fa con i ragazzi?" "Ma dove stai andando con la mente? Va all'asilo non puoi pensare già alle superiori" "hai ragione.." sussurra "ma non mi piace questo Carl" mi punta il dito contro "ma smettila" ridacchio abbassandogli la mano.
"Ciao amore" saluto Leo che entra in macchina "ciao" si mette le cuffie "è andata bene a scuola?" "Mh mh" Mi volto verso di Tom con uno sguardo confuso, lui fa un alzata di spalle e ritorno a guardare Leo, noto un grosso livido sul suo braccio "cosa è successo al tuo braccio?" La musica sovrasta la mia voce, così gli strappo le cuffie "cosa è successo al tuo braccio?" Riformulo "nulla" riprende violentemente le cuffiette "o mio Dio... qualcuno ti ha picchiato.." sussurro "non è vero! Sono solo caduto!" "Non dirmi bugie Leo! So riconoscere un livido da pugno!" "Ok calmiamoci" mette la mano sulla mia coscia Tom "Leo chi ti ha fatto il livido?" "Nessuno! Sono caduto!" "È una bugia" "e se anche vi dicessi chi è stato! Cosa potreste fare?!" "Te lo giuro faccio esplodere quella scuola Leo, ma ora dimmi chi è stato" lui abbassa lo sguardo guardando le sue scarpe "un ragazzo della classe accanto alla mia.. sa chi è papà, e mi ha colpito il braccio, dicendo che non è vero che sei mio padre e che non c'è l'ho in realtà" vedo una lacrima scivolare sul suo volto, mi giro verso Tom con un'espressione triste sul volto, "appena arriviamo a casa scoprirò chi è e faremo il culo sia alla madre che al ragazzino" dico decisa.
Quando arriviamo a casa riesco ad avere il numero della madre di questo ragazzino, e la chiamo. "Salve, sono la madre di Leo William-Holland, penso lei sappia chi è" "oh si, adoro i film di vostro marito" "al contrario di suo figlio" "come?" "Suo figlio ha colpito il mio, e lo ha preso in giro dicendo che non ha un padre" "il mio bambino? No è impossibile, controlli che suo figlio non stia dicendo una bugia" difende il ragazzino "senta bene, Leo non è un bugiardo, e non si deve permettere di metterlo in mezzo, ora vada da suo figlio a dirgli quattro parole, altrimenti prenderò provvedimenti davvero molto seri" "ma come si permette?!" Esclama la signora "ohh mi permetto invece, potrei rovinare la carriera scolastica del bambino facendo una chiamata, signora, domani voglio delle scuse da parte di suo figlio, intese?" "Non puoi rovinare mio figlio con una chiamata" ridacchia "oh posso, quanto è vero che sono Diana Holland che lo faccio, domani voglio delle scuse!" Attacco al telefono "bhe sei stata diretta" alza le spalle Tom, sospiro e vado in camera di Leo accompagnata da lui "Leo?" Lo trovo seduto sul letto con le lacrime agli occhi "tesoro" mi inginocchio da vanti a lui "domani quel ragazzino ti chiederà scusa, non essere triste, perfavore" passo un dito sotto l'occhio e levo le lacrime "chi è il mio papà?" Singhiozza "Leo ancora non sei pronto per-" "non mentirmi Diana!" Si alza di scatto dal letto "voglio sapere chi è il mio papà e chi è la mia mamma ora!" Esclama "Leo.." cerco di poggiare la mano sulla sua guancia "no!" Si scosta violentemente "tu non sei la mia mamma! Come tu non sei il mio papà!" Corre via dalla camera "Leo dove vai?" Lo inseguo "da zio Paddy! Non voglio stare in questa stupida casa!" Esclama sbattendo la porta "Thomas.." lo cerco col braccio "sono qui.." mi abbraccia.

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