Capitolo 38

146 8 0
                                    

Sono seduto al tavolo con un bicchiere di acqua tiepida in mano. Lei è ancora fuori. Perché l' ho fatto? Perché l'ho strattonata così? Che razza di uomo sono? Che razza di marito sono? Ho strattonata mia moglie.. la donna che più amo, per cui avrei dato la vita.. la madre dei miei figli.. perché? Perché sono così violento? Forse non sono un bravo marito come voleva farmi credere. La porta si apre e lei entra a testa bassa. "Stai bene?" Le chiedo freddo, lei annuisce guardando le sue scarpe "mi dispiace.. non sai quanto Diana.. non so perché l'ho fatto" "tu mi odi" alza finalmente lo sguardo "ecco perché l'hai fatto.. perché mi odi" "io non ti odio affatto, come potrei odiare mia moglie?" "Una persona che ama non strattona" "mi dispiace.." "ma perché l'hai fatto?" "Io.. io non lo so" "se non lo sai tu a chi lo devo chiedere Tom?" "Io non lo so!" Esclamo "sono solo.. stanco.. dei paparazzi" inizio a piangere "stanco di tutti i fan che mi assalgono.. stanco di tutti i commenti su i miei figli o su di te!.. stanco di tutto Diana! Non so più che fare! Non voglio più essere famoso! Non voglio più avere la fama che tanto desideravo! Non voglio più recitare! Voglio solo godermi la mia vita! La mia famiglia! Mia moglie! I miei figli! Questo voglio Diana!" Lei rimane a bocca aperta dalle mie parole, quello che ho detto è tutto vero, e non mi sarei potuto esprimere meglio, voglio solo essere felice con la mia famiglia, chiedo tanto?. "Thomas.." sussurra "ti prego perdonami.. perdonami amore mio.. perdonami" inizio a singhiozzare, lei si avvicina velocemente a me, mi fa mettere il viso tra l'incavo del suo collo e mi sfogo. "Va tutto bene.. ti perdono.. ti perdono tesoro.." mi accarezza i capelli "scusami.. sono un disastro.. che razza di marito strattona così sua moglie?" Continuo a piangere "no, hey, guardarmi negli occhi" mi allontanata prendendomi il viso tra le sue soffici mani "tu.. Thomas Stanley Holland.. sei l'amore della mia vita.. non sarei sopravvissuta senza di te al mio fianco.. sei il padre dei miei figli.. sei tutto per me... tu e solo tu.. hai il mio cuore.. te l'ho affidato il giorno del nostro matrimonio.. nella buona e nella cattiva sorte.. io starò con te" "nella buona e nella cattiva sorte.." ripeto io "ti amo" le sussurro "anche io ti amo" mi abbraccia. "Papà!" Corre verso di noi Stefania, che prendo subito in braccio "perché piangi papà?" "Sono lacrime di gioia.. perché sono stato tanto fortunato ad avervi!" La faccio saltare in aria per poi riprenderla al volo facendola ridere, "no tu piangevi perché eri triste, papà, perché stavi litigando con la mamma... finiremo come la famiglia di Erika?" "Chi è Erika?" Le chiedo io "la mia migliore amica, i suoi genitori si sono lasciati, anche voi vi lascerete?" "O mio Dio tesoro no" le accarezzo la guancia "io non potrei mai lasciare il tuo papà" le sorride Diana "e io non potrei mai lasciare la tua mamma" "quindi non saremo come la famiglia di Erika?" "Mai e poi mai".

Qualunque cosa accada3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora