Capitolo 2 - Lumaclub

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Lucius Malfoy non avrebbe saputo dire cosa fosse accaduto dopo.

Non con precisione, poteva solo limitarsi a prendere nota dei fatti.

Aveva smesso di tenere il ritratto di sua madre sul comodino, ma gli aveva riservato un posto sicuro e pulito del suo baule. Questo era un fatto.

Non aveva chiesto spiegazioni a suo padre di quanto era accaduto, ne' per lettera, ne' successivamente al ritorno da Hogwarts per le vacanze.

Semplicemente, aveva continuato a studiare, a concentrarsi sulla scuola, sui nuovi compagni, sulle materie, con zelo sempre maggiore.

Altri fatti.

Il giovane Malfoy cresceva alto e sottile, i pallidi occhi grigi acuti e freddi nello scandagliare il mondo ed i suoi abitanti. Nel giro di due anni fu abbastanza chiaro che lui, Lucius, era ben felice di far parte dell'élite.

Poco importava che gli studenti di case come Grifondoro osservassero con disprezzo, se non aperto sarcasmo il loro incedere nei corridoi, loro erano Serpeverde.

Dalle loro parti un Purosangue era anche un mago abile... e se così non dimostravano i fatti, o si trattava di un carattere svogliato in partenza o di un ragazzo o una ragazza tragicamente sventurati.

Sventurati come nel caso di Jason Goyle, un ragazzo in cui i molti matrimoni tra consanguinei avevano causato evidenti problemi di sviluppo cognitivo sui quali però, non era 'opportuno' soffermarsi troppo.

Lucius Malfoy aveva quattordici anni quando divenne l'allievo più brillante del suo corso di Pozioni ed uno dei più promettenti che Horace Lumacorno avesse mai avuto.

In quel periodo Lucius era un adolescente flessuoso e molti dicevano che il suo volto aveva un'espressione arrogante, ma il direttore della sua Casa lo adorava.

Horace Lumacorno faceva sedere Lucius ai primi banchi, deliziato dal suo talento, ma era anche vero che non si trattava di onori immeritati. In Pozioni, Lucius aveva fatto di tutto per eccellere.

Quel giorno seguiva con particolare interesse il discorso di Lumacorno sui Distillati della Morte Vivente, non era argomento di lezione, il professore stava divagando, ma Lucius beveva quelle informazioni, Pozioni Avanzate gli interessava moltissimo.

Doveva essere uno dei pochi in grado di capire cosa stesse dicendo Lumacorno in ogni modo, l'attenzione della classe era palpabilmente scesa.

Lucius fissava Horace Lumacorno con uno sguardo traslucido, un raggio di sole polveroso incendiava la sua snella figura e faceva cantare come argento il suo profilo e i suoi capelli... Lumacorno gesticolava, ed ogni tanto, incrociava il suo sguardo.

Da prima ogni trenta secondi, poi sempre più frequentemente, come se ci fosse qualcosa che stava catturando la sua attenzione, al di là di quell'appassionato racconto sull'Argentina, le Pozioni ed i loro usi.

Qualcosa che, sul culmine di quel discorso, gli fece dimenticare la morale, perché i suoi occhi non abbandonarono più quelli di Lucius.

Per fortuna durò poco, molto poco, e la classe intera sonnecchiava, stordita da quel lungo divagare. Lumacorno precipitò ma subito, senza nemmeno rendersi conto di cos'era accaduto, riemerse ed iniziò a parlare di compiti.

La classe si rianimò immediatamente, estraendo quaderni, spostando borse, strusciando piedi sul pavimento, ma Lucius era immobile.

Non sapeva cosa fosse appena successo.

Era concentrato sulle Pozioni, stava ascoltando Lumacorno, adorava le informazioni che l'uomo stava elargendo... e d'un tratto era stato come se stesse chiamando a se' l'uomo.

L'erede d'autunno - Lucius Malfoy, una storia diversaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora