Capitolo 55 - Sacrificio

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Sirius Black sapeva di non poter protestare. Sapeva anzi, che di fronte alla notizia che Narcissa Malfoy era incinta avrebbe dovuto semplicemente evitare di fare commenti.

Per quanto riguardava il protestare, l'unico a subirsi le sue sfuriate era stato Remus. L'amico aveva avuto guai con il branco di lupi che bazzicava, guai molto grossi per via di quanto accaduto con la Profezia. Anche se Voldemort era caduto, Greyback aveva giurato vendetta a Remus ed ancora lo cercava. Degli antichi amici, Remus era il solo ad essergli rimasto.

Letteralmente il solo, con Peter che sarebbe comparso a processo di lì ad una settimana e James morto.

Un po' si sentiva in colpa, Sirius, perché forse l'amico-  esattamente come lui - stava ancora cercando di metabolizzare la morte di James e forse gli sarebbe servito parlare di quello.

Ma Remus era il solo amico che gli fosse rimasto per sfogare quella parte oscura di se'.

Per il resto Sirius Black non aveva dovuto nemmeno dissimulare di fronte al mondo. Lui viveva ancora da reietto, taglia o non taglia.

Remus, con il volto provato dalla stanchezza e dal guardarsi di continuo le spalle, era lì a vederlo marciare avanti e indietro nello stravagante salotto dai mobili rossi come una tigre in gabbia.

"So che si tratta dei suoi obblighi. So che non può sottrarsi. Ma la cosa mi fa incazzare. Odio quella Narcissa Black. E mi sento male, perché non ne ho il diritto."

Remus - il the della luna stretto tra le mani tremanti - prese un sorso della corroborante bevanda.

"Lei, Narcissa, di certo non doveva essere più d'accordo di Malfoy sullo sposarsi e sul rimanere incinta."

A quel punto Sirius Black era crollato sulla poltrona vuota, di fronte a Remus.

Remus aspettava, paziente. Era sempre il solito punto dolente, le solite parole, ma vedeva Sirius di un umore così nero che pensava  convenisse lasciarlo sfogare. Quando Sirius aveva quella faccia, di solito combinava  follie. In tutti quegli anni, Remus ormai aveva imparato a conoscerlo come le sue tasche. Soprattutto, era il solo a potergli dire la verità.

"Tu odi questa situazione perché sei innamorato di Lucius. L'idea che lui abbia condiviso l'intimità con qualcuno che non sei tu ti sta facendo più male del previsto. Non sarà certo sapere che é successo per qualche tradizione purosangue a farti sentire meglio. Anzi."

Se Siriu Black fosse stato uno con il vizio di mordersi le labbra, a quell'ora sarebbero state un reticolo di sangue. Invece, i suoi occhi divennero umidi.

Cambiò nervosamente gamba, ripiegò l'altra sotto il corpo. Remus lo vide afferrare il pacchetto di sigarette ed accendersene una.

"Maledizione."

"Quando lo vedrai?"

"Domani. Vado a casa sua."

Remus abbassò la tazza fumante e lo guardò con gli occhi sgranati, attenti.

"Sirius..." iniziò, in tono ammonitore, ma l'altro alzò uno sguardo ferito, arrogante sull'amico.

"Vado a vedere crescere la pancia della cara cugina. Perché no?"

*

"Lucius Malfoy. Serpe che non sei altro. Guardami."

Sirius Black sovrastava il padrone di casa e gli teneva il volto tra le mani.

Non voleva prenderlo lì, con sua moglie a pochi passi, con sua moglie che era fuggita come una iena e molto probabilmente avrebbe rischiato la rovina sociale, pur di ottenere lo scioglimento del suo matrimonio purosangue, dopo quanto aveva visto.

L'erede d'autunno - Lucius Malfoy, una storia diversaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora