Capitolo 25 - Attacco

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Lucius aveva vomitato.

Appena terminata quella lezione turbolenta era uscito dall'aula senza correre e si era rifugiato in bagno.

Esteriormente non era successo niente tra lui e Karkaroff. Non gli importava di cercare cenni esteriori sul suo volto.

Si diresse in bagno con tutta la dignità che gli consentirono le gambe molli e lo stomaco ridotto ad una palla di acidi. Gli occhi dei Sorveglianti - maghi addetti al presidio di ogni aula e chissà quanti corridoi - lo seguirono.

Di tutte quelle immagini - terribili, come un puzzle a cui mancavano pochissimi pezzi per essere completo - non andavano via. Erano informazioni che aveva assorbito.

Voleva parlarne all'unico mago che aveva sicuramente le risposte.

Voleva parlarne a Silente.

Ma il Preside non lo aveva ancora convocato. L'anno prima, i loro incontri riservati erano iniziati solo la terza settimana di scuola - e con l'aria che tirava sarebbe stato problematico avventurarsi fuori la notte.


* * *



Il mercoledì era ancora al di là da venire e Lucius cercava di mantenere la calma, di non rivedere il volto di Abraxas coperto di sangue, un volto più giovane. Cercava di riportare lo stomaco al suo posto, di pensare.

A Macnair non disse come mai era sparito all'improvviso. Macnair era entusiasta della lezione di Dominazione che aveva appena seguito. Aveva appena scoperto la sua vocazione di vita, voleva fare l'abbattitore di mostri. Lucius lo ascoltava a malapena, il volto affiliato più pallido del solito.

Voleva mettere più piani possibile tra lui e Karkaroff.

*

Silente - che pure era  a scuola - non gli disse assolutamente niente e non gli recapitò alcun messaggio, ma c'era di che aspettarselo.

In fondo la sua scuola, quella che aveva guidato fino ad un anno prima, gli era stata strappata via ed ora si ritrovava assediato dal nemico in casa.

Lucius decise di scoprire se i corridoi erano pattugliati o meno Venerdì sera.

Uscì sentendosi i lombi bollenti e la mente che poco a poco ridiventava acuminata come un coltello.

Non fece nemmeno dieci passi che si sentì tirare e praticamente sollevare da terra.

"Black!"

Per fortuna lui gli ficcò la lingua in bocca all'improvviso, impedendogli di urlare.

Quel bacio, al quale Lucius Malfoy si abbandonò con una ferocia disperata, avveniva sotto una specie di mantello.

"Ma che...?"

"Mantello dell'Invisibilità. Me lo ha dato James."

Ed in effetti erano assolutamente invisibili là sotto. Lucius non riuscì' a vedersi i piedi quando provò a guardarseli.

Era la sensazione più assurda di tutta la sua vita, se proprio non la più assurda in assoluto, la più stramba.

I corridoi erano pattugliati dalle guardie della disciplina e ci volle del bello e del buono per evitarle e fare nel contempo il meno rumore possibile.

*

"Lo sai che potresti essere accusato di immoralità, Malfoy?"

Sirius Black ghignava, euforico, su di giri, felice di un sorriso a trentadue denti mentre Lucius era accoccolato tra le sue gambe.

L'erede d'autunno - Lucius Malfoy, una storia diversaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora