Capitolo 11 - Colpo di fulmine

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Londra si estendeva ai loro piedi, pacifica e sonnacchiosa. C'era il sole, un sole dorato ed affaticato che lottava contro l'indissolubile nebbia, riuscendo ad illuminare la strada sottostante.

Harry, sfinito, dormiva sul divano di fortuna. Sirius gli aveva appoggiato sopra una coperta militare. Tutto, in quel rifugio, odorava di James.

Anche la tazza di tè che Sirius le aveva offerto, probabilmente veniva da uno dei servizi dei Potter.

Sirius Black approfittò della piccola bolla di silenzio naturale per evocarne un'altra con la magia.

Non volle rompere subito quella tregua che sapeva di cenere appena caduta, lasciò che Lily osservasse quanto voleva la strada invasa dal raro sole.

Non voleva e non poteva portare Lily Evans al Malfoy Manor.

Probabilmente Aradia si ricordava ancora di lei, dai tempi della guerra.

Avevano condiviso più di una riunione dell'Ordine dopo tutto, quando la misteriosa Veela era scesa in campo contro Lord Voldemort, segnando di fatto svolta epocale nella storia di quel popolo che mai si mischiava alle faccende umane.

Sarebbe stato difficile spiegare ad Abraxas dove Lily aveva conosciuto la madre di Lucius e come mai fosse a conoscenza di tanta parte di segreti di famiglia. Abraxas Malfoy inoltre, che in quella guerra aveva intrapreso l'arte della diplomazia ai massimi livelli, ignorava la reale posizione di Aradia.

E poi, Sirius voleva che quel primo incontro dopo tanto appartenesse solo a loro due.

Voleva realizzare ancora, con una sorta di dolore sordo e mai del tutto cicatrizzato, come si sentiva senza James.

Era come essere privi di un braccio.

Ormai l'aveva perso da anni, ma continuava lo stesso a fargli male.

Lasciò che fosse lei a parlare.

"Non me lo aspettavo, questo devo ammetterlo."

Sirius sentì una fitta di inquietudine. Non usò mezzi termini.

"E come ti fa sentire?"

Lily fece la sua bassa, dolce risata. Sirius si sentì scaraventato indietro nel tempo di un numero insostenibile di anni.

"Beh, Malfoy non era di certo vostro amico ad Hogwarts. Ma comunque, credo sempre meglio di..."

Severus Snape.

In un attimo il calore si dissipò e Snivellus piombò tra di loro come una frana rovinosa, una valanga che spazza via il paese.

"Ascolta, Sirius. Mi é stato davvero molto, molto vicino dopo... quella notte. E non mi dimentico di quell'altra notte, quando é corso ad avvertirci immediatamente, dandoci almeno un po' di tempo..."

Sirius sottolineò quelle parole aggrappandosi al bordo del davanzale, per portarsi allo stesso livello del volto di lei.

Non voleva rischiare di risultare pesante. Non voleva turbarla. Ma il volto della sua amica, in quel momento, stava raccontando una verità, a dispetto della sua lingua così riconoscente.

"Lui é praticamente uno dei pochi veri amici di Lucius." Iniziò, osservando l'effetto che il nome di Malfoy produceva su Lily. "Insomma, io non lo vedo così tanto spesso... ma Lucius di tanto in tanto lo incontra per un tè, o che so io."

Doveva trovare il modo di toccarla piano. Con delicatezza. Un'arte che Sirius Black adolescente non avrebbe mai nemmeno pensato di padroneggiare. Ma ora era necessario.

Anche se si trattava di Snivellus, stava mantenendo la calma. Per ora.

"Se non sapessi che lui... insomma...é..."

"Praticamente ossessionato da me, si."

Sirius deglutì, sorrise nel vedere di nuovo quel senso pratico, quell'ironia in lei. Anche se Lily aveva centrato un punto e solleticato ancora di più il suo antico disprezzo.

"Esattamente, ecco, potrei essere geloso."

Se c'era una persona al mondo di fronte alla quale Sirius Black non si preoccupava di apparire patetico, quella era Lily Evans.

Ringraziò l'Universo per averla salvata quella notte... per aver permesso alle cose di andare in quel modo. Si, anche se gli era costato tanto caro.

"Geloso!" Annegò il suo sorriso nella tazza, bevendo gli ultimi rimasugli di tè. La tazza si riempì di nuovo da sola di denso liquido fumante ed aromatico.

"No, ti assicuro che non vede proprio nessun altro. Non lo dico per vantarmi! Assolutamente no. E non che lui faccia qualcosa di inappropriato, non credere questo!"

Non se la sentì di dire a Sirius quanto a volte la presenza di Severus la facesse sentire a disagio. Quali pensieri tumultuosi ed orribili l'assalivano a volte, quando lui le portava provviste o notizie. Per fortuna, da quando aveva deciso di aprirsi di nuovo al mondo, Severus aveva meno pretesti per venire da lei ed Harry.

Abilissimo fu il cambio di discorso di Lily Evans.

"Ma un po', potrei capirlo. Era la prima volta che lo vedevo da vicino. Ha davvero qualcosa, Sirius. A parte il fatto che é... molto bello. Innegabilmente."

Sirius Black sospirò.

"Ah si e Draco, il bambino, non la smette di parlare di Harry."

"Capita..."

"No, non di quello che gli é successo. Harry, Harry, Harry... sembra che abbia avuto un colpo di fulmine, non parla d'altro da quando si sono incontrati."

Silenzio.

"Dovremmo proprio farli incontrare un giorno di questi."

"Sirius... ma... il bambino..."

Lily Evans non voleva echeggiare i malevoli pettegolezzi di Arcibald Lovegood. I suoi occhi, dello stesso verde di quelli del figlio, valsero mille parole. E poi si spalancarono.

"No, non é figlio di Narcissa e di Lucius."

Silenzio.

Sirius Black scelse di fidarsi. Aveva deciso che avrebbe fatto così con Lily Evans. Non poteva essere altrimenti.

Ma abbassò lo stesso la voce, per confidarle quell'ultimo segreto.

"Il bambino é di Aradia e di Abraxas. A parte noi, non lo sa nessuno. Non lo sa nemmeno lo stesso Draco."


L'erede d'autunno - Lucius Malfoy, una storia diversaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora