Intermezzo - Artigli neri

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Oltre ad essere un lupo mannaro, Gerard era stato un medimago.

A dire il vero, era stato il ginecologo di Alice Longbottom, suo figlio Neville l'aveva fatto nascere lui.

Alice Longbottom e suo marito riponevano una fiducia illimitata in Gerard, al punto che lui si riteneva indegno di un tale onore. Mai uno sguardo d'orrore per lui, in tutti quegli anni i coniugi avevano contribuito a mantenere il suo segreto. Le voci secondo le quale il maestro Finnigan era un lupo mannaro non avevano mai preso piede grazie all'autorevolezza di quella donna gentile e di suo marito, due Auror tra i più esperti e potenti.

L'ultimo, infame atto di Bellatrix Lestrange era stato infierire sui coniugi Paciock fino a distruggere la mente di Alice e Frank.

Bellatrix Lestrange era stata catturata, ma purtroppo non avrebbe ricevuto ciò che secondo Gerard meritava, il bacio dei Dissennatori.

I Paciock erano stati attaccati perché, secondo Bellatrix ed un altro paio di Mangiamorte, sapevano dove il loro Oratore potesse essersi nascosto. Non riuscendo ad accettare la  fine, alcuni Mangiamorte erano diventati bestie ancor più pericolose dei Lupi Mannari.

Quell'avvenimento aveva spezzato il seppur fragile legame di Gerard con la società dei maghi.

Provava vergogna per non aver voluto visitare Alice, vederla almeno per l'ultima volta.

Il suo sguardo vacuo, Gerard non l'avrebbe retto. Quello sospeso di suo marito sarebbe stato una pugnalata al cuore.

Il Medimago era fuggito ed il branco di Greyback - il più prolifico ed esteso del paese - lo aveva intercettato ed accolto.

Non che un lupo potesse vagare in quella regione senza incontrare almeno uno degli scagnozzi di Greyback.

Gerard non provava stima per il Lupo Mannaro, anzi la sua ferocia lo ripugnava, così come la sua folle linea ideologica e tutti quei discorsi sulla supremazia dei Lupi Mannari. Greyback lo tollerava soltanto perché, nonostante tutti i discorsi sprezzanti contro gli umani, sapeva di aver bisogno di Gerard, che era in grado di aggiustare le ossa rotte e far partorire in sicurezza le femmine del branco.

*

Dopo cena si avvicinò al giacilo del ragazzo, il novellino privo del dono della parola. Greyback si era accoccolato all'altezza della sua testa, possessivo.

Il novellino gli offrì immediatamente la vista mozzafiato delle natiche protese e della lunga schiena pallida. Si era già spogliato dei vecchi pantaloni che Greyback gli aveva rimediato.

Gerard si avvicinò a quel giovane troppo perfetto per essere reale e gli appoggiò una mano sulle reni.

"No." Disse con decisione, sperando che il novellino potesse capirlo.

"Voltati sulla schiena."

La trama della sua pelle era incredibile, sembrava non ci fossero pori. Non c'era nemmeno la peluria che un ragazzo della sua età avrebbe dovuto avere, adesso che il medimago poteva vederlo da vicino. Sembrava scolpito nell'alabastro.

Gli straordinari occhi del ragazzo si posarono su di lui, consapevoli. Gli obbedì.

"Non ho mai visto un lupo più strano, se vuoi saperlo. Ha il manto completamente bianco, ma un bianco che sembra più argento. Comunque é gracile anche da lupo."

Gerard non stentava a crederlo mentre si insinuava tra le gambe del ragazzo e le apriva.

Lì sotto non vide niente che un maschio non avesse. La sua integrità confermò che non veniva dalla parte della Scozia, dove sarebbe stato giudicato un maschio debole ed avrebbe subito la barbara pratica della castrazione.

Greyback non aveva bisogno di tenerlo fermo o convincerlo, il novellino se ne stava docile, sdraiato.

Gerard gli aprì le natiche pallide con il suo tocco delicato.

Poi gli circondò il membro con la mano ed iniziò a massaggiarlo debolmente. Il novellino emise un piccolo suono che somigliava al ronfare sommesso di un gatto. Quando Gerard gli scoprì delicatamente il glande già umido, il suono si ripetè ed evidentemente fece un certo effetto a Fenrir, nonostante il Capo Branco avesse affermato il contrario poco prima.

Greyback gli afferrò il volto sottile nella manona tozza, dagli artigli ricresciuti e puzzolenti di sangue. Strinse in una specie di carezza rude. Gerard, sorpreso da quell'espressione improvvisa di tenerezza, osservò la reazione del ragazzo. Nessuna. Non sembrava nemmeno interessato a ciò che accadeva più in basso.

La sua reazione da quelle parti rivelò un membro ben sviluppato, di nuovo niente che un maschio non possedesse. Probabilmente il ragazzo ne aveva di più rispetto a molti uomini di sua conoscenza, notò Gerard.

La sua pelle era troppo liscia, troppo luminosa e toccarla gli dava una sensazione strana, si sentiva come ipnotizzato. Avrebbe molto volentieri approfittato della sua disponibilità più tardi, quella notte.

"Capisce tutto ciò che gli viene fatto e detto. Questo ragazzo é senziente..."

Difficile da dire con quel suo mutismo, quel suo essere così docile. Gerard cercò di attirare la sua attenzione, ma il novellino si lasciava esaminare come se si trattasse del corpo di un altro.

Forse aveva capito che gli conveniva sottomettersi ai due lupi, che percepiva senza dubbio assai più forti ed anziani di lui. Forse avrebbe tenuto quella condotta docile per sopravvivere. Di certo tra le mani di Greyback si comportava come una bambola di pezza, lasciandosi fare tutto ciò che il Capo Branco gli chiedeva.

Gerard Finnigan era ugualmente perplesso.

Ciò che non voleva dire a Greyback era la persistente sensazione che in quel ragazzo ci fosse qualcosa di diverso. Non era solo per l'aspetto, così perfetto da risultare irreale.

'Quando l'ho visto nella faggeta pensavo che fosse una femmina', lo aveva informato persino Fenrir Greyback. C'era qualcosa nel suo mutismo, nella sensazione che provava nello stargli accanto, che il medimago non riusciva a definire.

Greyback lo strappò da quelle riflessioni con un richiamo rozzo.

"Quindi gli funziona?"

Gerard, che stava fissando il petto del novellino, si era appena accorto che era di nuovo intatto. Eppure non si era sognato i morsi ed i graffi che Greyback doveva avergli lasciato. Appena due ore prima, durante la cena, erano stati ancora ben evidenti.

"Gli funziona..." confermò Gerard, mascherando i suoi pensieri dietro il movimento esperto delle mani.

"Non penso che lo abbia mai usato, però. Lì davanti mi sembra vergine."

"Mi pareva, infatti, che..."

Un lampo argenteo troncò le parole di bocca al lupo mannaro. Gerard non ebbe nemmeno il tempo di sussultare. Il novellino era già tornato a stendersi, docile, ma tra le mani teneva stretto qualcosa, un grasso topo dal manto bruno.

"No, ragazzino, quelle bestie fanno schifo!"

Ma il novellino ignorò la protesta di Greyback ed iniziò a staccare la testa del topo. I suoi occhi fissavano Gerard, immobile sopra di lui.

"Visto che scatto? Te lo avevo detto. Lo facesse anche con gli umani o gli altri lupi! Nessuno di noi due aveva nemmeno sentito il topo... e dai, non lo mangerai sul serio! Guarda che lì c'è ancora della lepre, testone!"

Ma Gerard non ascoltava. Si, aveva visto lo scatto. Aveva visto anche qualcosa che doveva essere sfuggito a Greyback, mentre lui era sicuro di non esserselo immaginato.

Si domandò se il ragazzo che divorava il topo senza staccare gli occhi dai suoi avesse capito cos'era successo, e potesse leggere lo sgomento sul volto del medimago.

Mentre scattava per afferrare il topo, le mani delicate del novellino non culminavano più nelle sue fragili unghie, ma in letali artigli neri.

L'erede d'autunno - Lucius Malfoy, una storia diversaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora