Intermezzo II

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"Vaffanculo! Vaffanculo cazzo, merda!"

E per buona misura Sirius Black mollò un calcio al tavolino, che si rovesciò spargendo lattine di birra ovunque.

"Black, non ti aspetterai che beva quella roba?"

Ma alla fine Malfoy l'aveva provata, e gli era piaciuto. Sicuramente più di quanto gli era piaciuta la Londra Babbana.

James lo guardò dal divano, in silenzio.

Sapeva bene che non serviva chiedere a Sirius Black che cosa gli fosse saltato in mente, in quel momento. Sirius stesso se lo stava già chiedendo da ore.

Il locale commerciale apparteneva allo zio di James, era un vecchio magazzino per pezzi di ricambio di motociclette, in realtà. A volte durante l'estate lui e Sirius si fermavano lì per un po' di giorni, a smontare motociclette, chiacchierare, sfidare i vigili Babbani e rilassarsi.

Dopo quel pomeriggio il Ministero li avrebbe convocati, magia minorile o meno.

Sirius ricadde accanto a James sul divano, che cigolò e sprofondò ancora un po'.

Una delle rarissime doti che Sirius aveva trovato solo in James e non in altri consisteva in questo: mentre lui ricadeva abbandonato dopo il suo scatto d'ira, James aveva tirato fuori il tabacco e si era messo a preparare con cura due sigarette.

I suoi gesti calmi e misurati ebbero un effetto calmante su Sirius.

Già.

Calmante.

Già, se solo fosse stato così facile calmarsi quando gli era venuto in mente di scrivere a Malfoy e di proporgli quel piano folle.

Si era aspettato che lui rifiutasse, trattandosi di dover arrivare così vicino a dei Babbani.

Ma Lucius ci aveva messo mezz'ora a distribuire i galeoni necessari a comprare il silenzio dei Serpeverde del gruppo di studio estivo.

Lo avevano fatto proprio lì, su quel divano che prima o poi avrebbe ceduto del tutto.

Di questo, Sirius non si pentiva, in fondo non voleva calmarsi prima.

Ad un tratto, non richiesto, il volo di Orion sulla bancarella degli sconti del venerdì' gli riempì la mente.

Sirius Black era certo di non esserselo immaginato. Era certo che Malfoy non avesse alcuna Bacchetta in mano. Era anche certo che un volo di sei metri non potesse ritenersi 'magia involontaria'.

Le sue mani erano diventate bollenti mentre scivolavano contro la sua schiena, Sirius le aveva sentite attraverso la stoffa della maglia.

E poi Orion era volato come se l'avesse scagliato via un Ippogrifo.

E poi, la faccia di Lucius Malfoy, beffarda, enigmatica, piena di segreti sostituiva quella terrorizzata che aveva avuto quando lo aveva lasciato nel boschetto poche ore prima.

Sirius allungò le dita, prese la sigaretta da James ed iniziarono a fumare.

Scoprì che l'atto non scaricava nessun nervosismo. Forse era stato mandare all'aria il tavolino ad averlo scaricato, ma Sirius non pensava fosse così.

Il fumo aveva cambiato l'atmosfera tra di loro, James Potter, in maniche di camicia, gli spedì un'occhiata da dietro le lenti rotonde.

"Pensi che il Ministero chiamerà?"

Sirius si strinse nelle spalle. Ormai, ne era sicuro. Aspettava che il Gufo entrasse dalla finestra aperta. Avrebbero recapitato l'avviso in duplice copia, a lui ed a suo padre. Molto probabilmente all'avviso sarebbe seguito un Procedimento disciplinare, a causa di tutti i Babbani presenti sul luogo.

Si chiedeva da un'ora e dieci cosa ne fosse stato di Lucius.

Pensava a quella sua pelle pallida, a quel candore impossibile.

Pensava alla Cruciatus, o forse alla sferza. Ai lividi ed al sangue. Dopo che lui aveva cercato di non essere una bestia, forse suo padre Abraxas avrebbe pareggiato i conti ed aggiunto anche qualcosa di più.

Se si permetteva di pensarci Sirius sentiva che avrebbe preso ancora a calci qualcosa. Riprese a fumare.

"C'erano un macello di Babbani questa volta. La strada era piena."

"Devo ammettere che abbiamo sfidato i vigili un sacco di volte, ma mai prima d'ora era successo un casino simile."

Sirius conosceva abbastanza bene James da percepire quella impercettibile sfumatura in fondo alla sua voce: divertimento.

A James non aveva detto nulla del volo di suo padre, di com'era andata davvero, di quei pochi istanti in cui gli era sembrato di assistere ad una rivelazione. Nemmeno lui riusciva a dargli una spiegazione.

"Comunque..." James tolse di mezzo una lattina mezzo ammaccata - "Ho già detto ai miei che probabilmente avrai bisogno di aiuto, per questa faccenda. Oh, Sirius, che eri con Malfoy verrà fuori lo stesso..."

"Si beh, non a scopare, d'accordo? Purché non venga fuori quello, se ci convocano."

"Inventerai qualcosa di convincente. Credo che convenga così anche a lui no? Però..."

E James abbassò la voce, curvandosi su Sirius: "Perché non mi hai chiamato? Avrei trovato un posto migliore di questo..."

Sirius Black balzò in piedi.

"Al diavolo, vado a prenderlo."

Ma si era trascinato dietro il braccio destro di un James Potter più previdente del previsto.

"Siediti, amico."

Proprio mentre Sirius stava per rispondere a tono, sentì qualcosa di leggero atterrargli sulla testa, seguito da un frullo d'ali.

L'erede d'autunno - Lucius Malfoy, una storia diversaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora