"Te ne prego, concedimela."
Abraxas Malfoy osservava attentamente Lucius. Il profilo di suo figlio sembrava cesellato nell'avorio più fine, tanto era fermo ed incolore.
Non si era aspettato una tale fermezza da parte sua, nonostante amasse smodatamente il suo erede.
Narcissa Malfoy si era prostrata sul pavimento di lucido marmo nero, i lunghissimi capelli biondo grano sparsi al suolo, come onde, come il manto di una bestia uccisa.
E stava parlando di una terza possibilità. Anzi, la stava invocando, spinta in quella decisione proprio da Abraxas.
Aveva visto molte consorti, spose delle sacre ventotto scegliere la seconda possibilità di fronte all'idea di affrontare l'ignomia del divorzio e l'accusa di adulterio - cose che per il Ministero moderno, ovviamente, non avevano rilevanza penale.
Non voleva davvero che Narcissa diventasse l'ennesimo pallido ritratto appeso nella galleria di famiglia, non perché si fosse affezionato alla nuora, ma per la serie di sgradevoli rappresentazioni sociali che ne sarebbero seguite.
La spiegazione della tragica dipartita, il fingere un qualche fatale incidente, con tutta l'alta società magica ad accettare ogni fantasioso sinonimo di 'suicidio' avessero loro proposto. Poi il funerale, le lacrime il lutto.
Semplicemente quella ragazzina non valeva la metà di tutto quel dispendio di energie, Abraxas voleva risparmiarsi perdite di tempo, denaro e seccature.
Lucius lasciò trascorrere abbastanza istanti di quel raggelante silenzio, cosa che suscitò ulteriore approvazione in Abraxas.
Anche la sua voce gli piacque, era ghiaccio. Gentile, cordiale. Ghiaccio dai bordi affilati.
"Ho paura che questo non sia possibile." Sospirò, serafico, strascicato. "Dovrei tenere una traditrice sotto il mio tetto?"
Narcissa Malfoy tremò di rabbia nonostante il volto nascosto dalla prostrazione, un fatto che non passò inosservato.
"Hai agito deliberatamente per danneggiarmi."
Questa era una constatazione. Però, quel che Abraxas udì un secondo dopo fu la vera sorpresa.
Era sicuro di poter prevedere quella conversazione. Soddisfatto di quel che vedeva e sentiva.
"Ho paura che lo rifarai."
Fu quell'inflessione quasi triste, quell'accento così profondo nella voce di Lucius ad avvertirlo. Lo vide fare un passo avanti, le sue scarpe di pelle di drago produssero un suono gentile sul marmo.
Narcissa Malfoy, il volto terreo, aveva preso a balbettare in modo incoerente ed un'ondata di presagio l'aveva indotta ad alzare il volto da terra.
Vide suo marito in piedi di fronte a se'.
Vide lord Lucius Malfoy, le cui dita ora culminavano in neri, acuminati artigli dall'aria letale.
"Hai sbagliato a farti scoprire."
E poi Lucius caricò l'assalto mortale.
Accaddero parecchie cose contemporaneamente.
La tavola ancora apparecchiata per la colazione era esplosa, una rovina di piatti, tazze, latte versato.
Lucius vi era atterrato con tutto il peso del corpo, sollevato a nel bel mezzo del balzo da sua madre.
Aradia era sopra di lui, stavano lottando.
"Madre, lasciami!"
"No!"
Un lampo dall'odore acidulo, lampi accecanti bianchi e neri quando gli artigli neri cozzarono contro quelli argentei della Veela ed iniziarono a ritrarsi.
"Concedile l'esilio!"
"Non esiste l'esilio nel mondo dei maghi!"
"Mandala in un paese lontano!"
"Non é così che funziona, per noi!"
"Allora cambialo!"
L'ultimo grido di Aradia mandò in frantumi una brocca del latte superstite. Quanto ad Abraxas, aveva i timpani ancora integri perché aveva avuto la prontezza di spirito da scagliare un Incantesimo per proteggersi dai poteri Veela.
Calò un silenzio surreale, riverberante.
A quanto pareva, Narcissa Malfoy non mancava proprio di tempismo - perché tutti poterono udire il balbettio della sua terrorizzata, ma perfettamente udibile voce umana.
"Non... non dovrai nemmeno vedermi, lo giuro, il meno possibile, mi comporterò come se non ci fossi, starò s-sempre con Draco... e quando vorrai vederlo se vuoi me ne andrò... ti prego... ti prego... ti prego..."
La sua ultima preghiera divenne una litania, come se la giovane Black non fosse più capace di andare avanti.
All'improvviso, Abraxas sentì il disgusto travolgerlo. Mentre l'Incantesimo cadeva, desiderò solo che tutto finisse.
L'ultima parola fu di Lucius, dopo tutto. Il Malfoy più giovane aveva solo qualche ciocca dei capelli chiarissimi di fronte al viso e le guance un po' rosse. Nient'altro.
Si leccò le labbra, tradendo ben più di una parte umana, cosa che si distinse perfettamente dal suo tono di voce. Una Veela - e non i maschi di quella razza, se mai avessero avuto la possibilità di sviluppare il linguaggio - non avrebbe mai avuto quella mortale, soave pesantezza.
La litania quasi afona di Narcissa sparì, soffiata via da quelle parole.
"Bene. Questo posso accettarlo. Non starmi più tra i piedi e ti tratterò bene. Non osare far intuire niente di tutto questo a Draco. Il ragazzo deve crescere in modo tranquillo, come si conviene al suo rango."
Abraxas non potè fare a meno di sorridere, nascondendo il volto.
"Resterai qui. Basta trame. Basta sotterfugi. Altrimenti, ti troverò, non importa dove vorrai nasconderti, che mia madre sia d'accordo o meno, Narcissa, la prossima volta ti squarcerò la gola e brucerò i tuoi resti in giardino. Puoi scommetterci."
Ma Narcissa Malfoy non era in vena di scommesse: si rialzò alla velocità del fulmine e nessuno la fermò quando corse via.
Non si accorse nemmeno, mentre passava per il corridoio, di aver quasi travolto Sirius Black che aveva assistito immobile all'intera scena.
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L'erede d'autunno - Lucius Malfoy, una storia diversa
FanfictionLucius Malfoy é un Mago Purosangue ma non un umano Purosangue. Sua madre é una Veela. Partorire un Maschio é concesso, ma non allevarlo, i Maschi per tradizione sono considerati impuri e pericolosi. Lucius non può scegliere. Il suo sangue Veela ripu...