Intermezzo IV

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A molti chilometri di distanza dall'oscura caverna sulla costa ed ancor più distante dalla nuova casa di James e Lily, ad Hogwarts Lucius Malfoy dormiva.

La notte era gelida ma serena.

Silente non si trovava ad Hogwarts, così non vegliava sul sonno dei suoi studenti e nemmeno su quello di quel particolare ragazzo che dormiva con i capelli chiarissimi sparsi intorno al volto pallido ed affilato.

Non c'era alcuna difesa ad ostacolare l'uomo in nero.

Arrivò tranquillamente ai grandi cancelli sormontati da cinghiali alati.

Una delle guardie che piantonava l'ingresso reagì puntandogli la Bacchetta alla gola - era la prassi- ma una voce gelida, cordiale, gli intimò di farsi da parte.

La guardia, un ragazzo sui venti, divenne di un brutto color mattone e praticamente rotolò di lato.

L'Oratore non lo degnò di ulteriori attenzioni. I Cancelli si spalancarono.

L'Oratore non riusciva a dormire.

Si era svegliato nel bel mezzo di un incubo, lui che non sognava mai ed ormai dormiva ancor meno.

Il Castello si avvicinava. La vita pulsava tra quelle mura, vita dolce, giovane fresca, pronta da cogliere.

Vita purosangue ed indegna, mescolata sotto lo stesso tetto. All'Oratore ne interessava una in particolare.

Avanzò cullandosi nell'inebriante senso di sicurezza che gli dava il non percepire l'odiato Silente nel mucchio di quelle presenze a sangue caldo.

Si poteva dire che parte della sua audacia era dovuta a quell'assenza.

Quando il portone si spalancò, l'Oratore affrettò il passo.

Deserto, a parte i pochi che conoscevano o ricordavano la sua faccia.

Quei pochi umani impietrivano, evitando con cura di chiedergli perché si trovasse nella Scuola.

Che idiozia.

Si trovava lì perché gli era venuta voglia di andarci.

L'Oratore bussò  prima allo studio di Karkaroff.

Fu un sollievo vedere quello squallido trafficante di polveri Babbane aprirgli tutto in disordine, con la camicia da notte abbottonata per storto.

Poteva sentirlo trattenere le imprecazioni, ma non era indispettito. Non era ancora giunto il momento di occuparsi dell'arroganza di Karkaroff.

Comunicò a Igor che cosa voleva. Gli disse di andarlo a prendere.

Nudo, se così preferiva.

Nudo, se ci avesse impiegato troppo tempo a mettersi qualcosa addosso. Poi gli ordinò di togliersi dai piedi e lasciargli la camera da letto principale del suo alloggio.

*

Lucius Malfoy era semplicemente invitante in quella vestaglia da camera. Il suo collo, pallido, perfetto, gli condonava anche il modo in cui  si strofinava gli occhi, assonnato.

Niente Fascinum da scagliargli addosso, quella volta.

L'aveva preso apposta in contropiede.

Lui che non dormiva più come e quanto  le creature mortali, anche quelle come Lucius, poteva tutto.

"Vieni qui, sdraiati."

L'erede d'autunno - Lucius Malfoy, una storia diversaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora