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Ok forse ho fatto una cavolata a fare quella scenata davanti a tutti

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Ok forse ho fatto una cavolata a fare quella scenata davanti a tutti. Me ne pento, ma se lo è meritato quello stronzo.

Come si permette? Si crede il re di questo mondo, quando non è nessuno. Troppi soldi fanno male alla testa, questo è poco ma sicuro.

"Allison White voglio una spiegazione". Parla la mia amica dietro di me. Usciamo dal cancello della villa e appena mi accorgo che non ho una macchina per andare a casa, impreco malamente.

"Dio mio, ma cosa ho fatto di male per meritarmi questo?" Mi lamento frustrata. "Allison mi vuoi ascoltare o no?" Natalie continua a darmi il tormento.

So cosa vuole, ma ora come ora non mi va di parlarne. Sono troppo incavolata per fare un discorso sensato di fronte ad una bella tazzina di the. "Senti". La fermo prima che possa ricominciare a parlare a manetta. "Ora voglio solo tornarmene a casa e mettermi qualcosa di comodo". Le dico trattenendomi di non mandare a fanculo anche lei.

Mi guarda per qualche secondo, con il fiato sospeso per poi sbuffare. "Va bene oggi non ti chiederò nulla, ma domani sii pronta". Mi avverte puntando il dito sul petto. "Come facciamo a tornare?" Mi domanda guardandosi da una parte all'altra. "Semplicemente chiamo il taxi, hai i soldi?" Domando sperando che dica di si.

"Sei fortunata stronza".

"Sei fortunata stronza"

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Mattina ore 07:00

"Alli!" Mi lecco le labbra secche, girandomi dall'altra parte, coprendomi per bene. "Allison!" Ancora quella squillante voce, mi invade le orecchie come un temporale. "Lasciami dormire". Bisticcico ancora insonnolita, stringendo le coperte per il freddo. "Allison ti do cinque secondi per alzarti". invece di ascoltare Chase gli faccio il dito medio.

Dio santo è sabato, ma posso dormire almeno fino a mezzo giorno?

"Tra due ore ho un incontro importante e voglio che tu sia presente". Sgrano gli occhi.

Aspetta.

"Quale incontro?" Domando alzandomi di botto. "Se tu non avessi spento il cellulare, l'avresti letto il messaggio". Poi tira fuori dalla tasca dei pantaloni estraendo le doppie chiavi del mio appartamento. "Fortuna che ho queste". Mi fa l'occhiolino mentre io devo ancora realizzare il tutto.

Prendo il mio telefono accendendolo, trovando varie chiamate perse di Natalie, Tyler e di mio cugino. " Scusami. Ieri è stata una giornata dura e non volevo sentire nessuno". Mi giustifico dispiaciuta. "Perdonata, ma ti do solo due ore di tempo per prepararti". Chase ridacchia, facendomi fare lo stesso.

Sa benissimo che due ore non bastano.

"Ah e richiama i tuoi amici che ieri volevano chiamare la polizia". Dice alzandosi, facendomi fare lo stesso. "Madonna, ho semplicemente spento il telefono che succede il casino". Sbuffo andando in cucina con l'intenzione di prepararmi la colazione. "Vuoi qualcosa?" Domando, mettendo sul bancone della cucina del succo d'arancia e del pane in cassetta. "Mi accontento del succo". Dice facendomi annuire.

"Senti Alli".

"Dimmi". Mi volto verso di lui con il bicchiere in mano, passandoglielo subito dopo. "Natalie ieri mi ha chiamato". Sgrano gli occhi.

Non mi dire che gli ha detto quello che è successo ieri sera.

"Mi ha raccontato di ieri sera".

Quella stronza.

"Senti. Aron per caso ti sta creando dei problemi? Me lo puoi dire". Fa un sospiro profondo, appoggiando le sue mani sul bancone, mentre mi osserva attentamente. Io invece ho il corpo che mi trema, appena ho sentito quel nome del cavolo.

"Lui mi ricorda tantissimo il bambino del parco". Confesso.

Spero che quella stronza non gli abbia detto altro.

"Quale bambino?" Domanda curioso, sorseggiando il suo succo. "Te ne parlavo sempre da piccola". Mi metto seduta con la mia colazione. "Tutti i pomeriggi verso le quattro lui stava li, da solo con un quaderno e una matita in mano, sotto ad un grande albero."

"Ti ricorda quel bambino Alli?"

"Bhe si. Quel pomeriggio ero andata anche io in quel parco, e quando l'ho visto, mi sono incuriosita. Così mi sono avvicinata verso di lui per fare amicizia, ma quando le ero di fronte, ho notato dei lividi sul volto e su quelle piccole braccia."

La voce mi trema, appena il mio ricordo si fa spazio nella mia mente. "Ricordo i suoi grandi occhi, color nocciola che brillavano appena avevano vista. L'ho sempre visto con il sorriso stampato sul viso, ma stava sempre solo. Così ho cercato di parlarci e di conoscerlo, volevo diventare sua amica. Ho deciso di andare al parco ogni giorno nello stesso orario. Ma poi un pomeriggio quando sono andata sotto il grande albero, non l'ho trovato".

Mi alzo andando verso il salone, tirando fuori dal cassetto del mobiletto un foglio. "Ma ho trovato questo". Lo appoggio sul bancone, ritornando poi a sedermi. "I colori sono spenti e bui". Indico i vari colori che c'è al contorno e dentro la figura.

Il nero e il grigio.

"Ha disegnato lui stesso, con due persone accanto, tra cui questo". Indico la sagoma di un mostro che cerca di picchiare il bambino. "Wow e tu dopo tutto questo tempo, hai conservato il disegno". Dice tra se e se.

"Quindi fammi capire. Aron ti ricorda quel bambino giusto?" Domanda facendomi annuire. "E tu vuoi che lui si ricordi te". Annuisco ancora.

Bhe diciamo che ora lo detesto quel bastardo, ma si voglio che si ricordi di me.

"Sarà difficile". Dico guardandolo.

"Va bene ho capito cosa vuoi fare, ma solo questo Allison". Aggrotto la fronte.

Che intende dire?

"Non voglio che tu ti innamori di lui". Dice con voce ferma, facendomi rabbrividire. "Perché non è un tipo affidabile in queste cose. Si porta a letto un sacco di ragazze quasi ogni giorno".

"Scusa come lo sai?" Domando curiosa. "Ovviamente in palestra. C'è una donna forse più grande di lui che ha una cotta per Aaron, mi pare che si chiama Rachel Anderson. Abbiamo parlato un pò e mi ha raccontato cose su di lei e Aron e poi ha nominato una certa di stanza blu."

La stanza blu?

"Che cos'è?" Domando ancora, ma lui sembra non volermelo dire. "Ti ho raccontato fin troppo ragazzina." Mi fa l'occhiolino, facendomi innervosire. "Dai non puoi lasciare il racconto a metà". Sbuffo.

"Devi solo sapere che non è un tipo da relazione Alli".

Spazio autrice:

Ciao! Scusate il ritardo!

Fino all'ultimo secondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora