Aaron
Il sogno di quella notte si era sbiadito nella mia mente. Come se tutto quello che appartenesse al mio passato fosse svanito. Svanito dal piacere che mi ha procurato per qualche momento Rachel, ieri sera.
Quell'ombra, quelle mani di un mostro che continuavano a colpirmi come se niente fosse. Che mentre continuava, aveva quel sorriso che ieri sera avevo dimenticato.
Era divertito mentre mi uccideva lentamente.
Tutto intorno a me, in quell'istante, in quella camera da letto, in mezzo alle cosce di quella donna che non ha nessun valore per me,in quelle spinte desiderate tanto da lei ma non da me, mi ha permesso in quel momento di non pensare a quanto sono sbagliato.
Ancora a ventotto anni mi sento come se non servissi a nulla. Che servissi solo per soldi e per il mio corpo. A nessuno gli interessa come sono fatto io, ne tanto meno nessuno gli interessa lottare per me.
Ma a questo sono abituato e per me va bene così.
Non mi interessa più tutte quelle bugie, di tutte quelle parole prive di amore e significato e cazzate varie.
Improvvisamente il mio cellulare squilla dal nulla. Mi accorgo di avere in mano una tazza di caffè e che in questo momento sono ancora più nervoso del solito. "Chi cazzo è?" Rispondo fregandomene di chi mi ha appena chiamato. "Ciao biscottino". La voce troppo maschile mi arriva dritto alle mie orecchie, ancora attappate da quando mi sono svegliato per colpa di quella stronza.
"Rompi coglioni oggi non voglio sentire nessuna presa per il culo". Dico bevendo nel frattempo il mio caffè. "Che vuoi?".
"Ieri il tuo dolcissimo fratellino voleva seguirti dritto a dove sei tu in questo momento per prenderti la tua dolce fanciulla persa nel bosco, e portarla lontano da te". Sento la sua risata, facendomi spuntare un sorriso appena ha nominato quella ragazzina impertinente. "Ma visto che ho avuto pietà di te e di quella povera ragazza, l'ho fatto ubriacare e ora sta sonnecchiando in casa mia". Finisce facendomi ridere di gusto.
"Ottimo allora".
"Si ma non so cosa mi farà appena si sveglia, quindi ti volevo dire che se per caso non ti rispondo è perché sono morto stecchito da quel nanetto".
Però ancora non capisco mio fratello. È veramente cotto di quella li e allora mi sono semplicemente sbagliato sul suo conto, oppure sta nascondendo il suo vero piacere?
"Ma piuttosto dove sei? Ieri sera non ho visto la tua macchina."
" Sono a Cortland-" Il rumore della grande porta della cucina, mi fa distogliere lo sguardo dalla finestra e mi ritrovo una piccola cappuccetto rosso, vestita completamente diversa da ieri sera. È passata dall'indossare un vestito sexy da togliere il fiato, ad indossare una delle mie felpe, che gli sta quasi come un vestito.
"Che cosa è successo?" Mi domanda toccandosi la testa. "Ora devo andare ho una piccola discussione che mi aspetta". Attacco senza ricevere risposta. "Ti sei svegliata finalmente". Mi avvicino verso di lei, ma si allontana e va dall'altra parte del bancone, facendomi ghignare. "No-Non ti avvicinare". Dice con il fiato a mille.
"Ragazzina dovresti prima calmarti"
"Io calmarmi? Sei serio?" Mi guarda come se avesse paura di me e fa anche bene ad esserlo.La guardo attentamente concentrandomi per bene sul suo aspetto in questo momento.
I suoi occhi grandi che all'interno c'è quel verde così bello ma allo stesso tempo pericoloso per i miei . Le sue labbra sono come disegnate da un pittore con tanta cura e tanta delicatezza, che mi fanno leccare le mie, per quanto sono tentato in questo momento di fare una pazzia, così tanto che mi basta una sola provocazione per impazzire.
I suoi capelli mori sono tutti in disordine, mentre la sua pelle è talmente chiara che quasi mi preoccupo.
"Dovresti riposarti ancora un pò". Me ne esco improvvisamente stupendomi di me stesso per questa uscita.
"Non rompere". La sua risposta mi fa innervosire. Mi avvicino posando la tazza sul bancone. "No stammi lontano, n-non ti avvicinare". non l'ascolto e la prendo per i fianchi prima che cada al suolo.
"Neanche ti arreggi in piedi cappuccetto rosso" dico aumentando la stretta, facendo in modo di appoggiare la sua testa sul mio petto."Siediti, ti vado a prendere qualcosa per farti stare meglio". con lei in braccio, l'asdraio sul divano per poi andare in bagno a trovare la medicina. Ritorno con delle pasticche in mano.
"Prendile, vado a chiedere ad Artur di prepararti qualcosa di caldo e qualcosa da mangiare". Le comunico. Continua a guardarmi in modo strano, facendomi sospirare.
Devo cercare di trattarla bene. Devo farla innamorare di me. Lei mi serve.
Dico a me stesso.
"Voglio andarmene".
"Prima mangia qualcosa e poi te ne vai". Rispondo con acidità. Mi maledico appena pronuncio tali parole.Risposta sbagliata Aaron.
Lei però alza lo sguardo verso di me e poi guarda le pasticche e in silenzio le prende.
Dopo che Artur ha fatto il suo ingresso, ho deciso di farmi una veloce doccia, visto che dopo vado a lavoro. Dopo essermi messo i pantaloncini, riscendo e vado verso la cucina, dove sento la dolce risata di cappuccetto rosso.
Mi appoggio sullo stipide della porta, mentre guardo Artur dare alla stronza un cappuccino insieme ad un cornetto.
Quando addenta quel cornetto, i suoi occhi da spaventati, riassumono quel luccichio di sempre.Ma la cosa più bella è che continua a sorridere, facendomi male.
È uno spettacolo.
"Prenda signorina faccia con comodo". Ghigno.
"Non voglio vedere quello stronzo". Appena sento quella frase mi acciglio. "Artur puoi andare". La mia voce rimbomba nella cucina, facendola spaventare. "Allora vi lascio soli". Dice facendo un sorriso ad entrambi.
" No voglio che lui rimanga qui". Dice la piccoletta sfidandomi.E non sa che le sfide mi piacciono da morire. Ma ora sono nervoso più che mai. "Signorina credo che il Signor Morgan, voglia parlare con lei in privato". Interviene Artur, ma lei scuote la testa, aggrappandosi al suo braccio facendo aumentare il nervoso.
"Artur esci immediatamente dalla cucina o spacco tutto quello che mi sta attorno".
Spazio autrice:
Ciao bellissime persone, come state?
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Fino all'ultimo secondo
RomanceAllison White, una giovane donna universitaria di 21 anni, incontra il lottatore di box più famoso di tutta New York, Aron Morgan. Lui è conosciuto soprattutto perché è il figlio del milionario John Morgan. Il ragazzo ventottenne ha nel profondo un...