"C'è una rissa!" All'improvviso sento le grida eccitate delle persone fuori dallo sgabuzzino. "Leva quelle fottute mani di dosso". Le dico per la millesima volta spingendolo arrabbiata non con lui, ma con me stessa.
Per aver solo pensato di cedere. Lui è quel bambino da solo, sempre con quel blocco in mano che disegnava qualsiasi cosa che gli venisse in mente. Era sempre li sotto a quell'albero, mentre manovrava quella matita, tirando fuori colori accesi, che dava a quel disegno un senso di ingenuità e felicità.
Ora quello che mi domando è. Perché è diventato così stronzo e senza un animo.
"Ora capisco perché James ti vuole così tanto". Se ne esce, facendo due passi indietro mettendosi le mani dentro le tasche, continuando a squadrarmi da capo a piedi, come se non mi avesse studiato abbastanza per oggi. "Che vorresti dire?" Aggrotto la fronte, non capendo dove vuole arrivare. Ma a quanto pare non ha intenzione di rispondere alla mia domanda. " Ma se scoprirà quello che forse staremo per fare...".
Ma mi prende per il culo?
No perché mi sta facendo veramente incazzare.
"Senti io voglio semplicemente, che tu leva quelle maledette foto il prima possibile, non voglio nient'altro. Ma tu rompi così tanto il cazzo, che vuoi farmi complicare le cose, mi hai costretto ad arrivare fino a questa situazione del cazzo". Dico tentando di rimanere calma, anche se vorrei semplicemente tirargli un calcio nelle palle.
"Ora se hai finito posso anche andarmene". Trattengo il fiato quando il suo sguardo si rabbuia.
Comincio a pensare che sia bipolare quest'uomo.
"Ragazzina non ti conviene sfidarmi. di tutto pur di fare quello che voglio, persino con te e con quelle bellisime foto che sono uscite nelle riviste internazionali".
Penso che ora il mio cuore sia ormai caduto dentro ad un burrone. "Che cosa?!" Urlo sorpresa con il cuore a mille.
Il mio respiro si fa più veloce, mentre i rocordi si espandono piano piano dentro di me, un'altra volta.
"Alli! Allison!"
Quei urli che mi rimbombavano nelle orecchie, mentre piangevo sfinita.
D'istinto con tutte e due le mani, mi tappo le orecchie cercando di sopprimere la sua voce che supplicava di fermare quell'uomo."Prendi me ti prego, scegli me lasciala perdere ti supplico!"
Delle calde lacrime si fanno strada lungo le mie guance.
Quel flash, quelle fotografie...
Tutto intorno a me si rabbuia, il mio cuore ormai non smette di battere veloce neanche per un secondo, e dentro di me un ansia e la paura di rivivere le stesse cose, mi fa gelare il sangue.
"Ragazzina". Mi allontano di scatto appena cerca di toccarmi una spalla. "Stammi lontano Morgan". Ringhio in preda ad un improvviso panico. "Ragazzina stai avendo un attacco di panico".
Cerco di fare dei respiri profondi, mentre mi tocco il petto provando a calmarmi. "Ti porto in infermeria". Se ne esce dal nulla. "Non vengo con te". Dico cercando di fargli capire chiaro e tondo che non mi fido di lui. Così senza dire più nulla esco dallo sgabuzzino.
Cerco di fare dei respiri profondi, e di calmarmi un attimo.
Mi distraggo quando due ragezze si avvicinano verso di me. "C'è una rissa tra Scott e Baker". Dice una delle due eccitata, facendomi sgranare gli occhi, appena sento i due nomi.
Che cazzo vuole quello stronzo?
"Dove?" Le domando.
"Da quella parte". Dice lei euforica.Con il cuore a mille, corro dove ci sono un sacco di persone messe a cerchio che esultano, incitano e alcuni filmano la rissa in corso. "Lui è mio!" Sento la voce di Chase rimbombare la stanza, facendo congelare tutti quanti allibiti. "E nessuno oserà toccare ciò che è mio!" Sento i suoi colpi fino a qui.
Sto per buttarmi in mezzo alla folla e fermarlo, prima che si ammazzano avvicenda, ma qualcuno mi prende dal polso e mi trascina via, come se nulla fosse.
"Lasciami!" Esclamo appena mi accorgo che si tratta di Aaron. "Non vengo da nessuna parte, stronzo che non sei altro!" Dico ancora, cercando di scollarmi dalla sua presa. Lui però di scatto si gira e mi tira a se prendendomi per i fianchi.
"Ragazzina verrai con me punto e basta". Dice con voce rauca, vicino al mio orecchio. "Io non voglio". Scandisco bene le parole, cercando di farle in ficcare bene in testa a questo stupido. "Tu vieni punto e basta". Dice, prendendomi come un sacco di patate. "Mettimi giù!" Comincio a dare i pugni sulla sua schiena larga e massiccia ma niente da fare.
"Dove mi stai portando?"
"In infermeria". Aggrotto la fronte. "Per?"
"Stai zitta".Questo stronzo maleducato che non è altro.
"Voglio andare da mio cugino". Le dico ancora, muovendo le gambe per sbilanciarmi. "Tuo cugino starà bene". Risponde sicuro. "Come fai a dirlo?"
"Mi raccomando prenda queste pasticche, che le faranno solo che bene". Mi raccomanda la dottoressa facendomi annuire per la millesima volta. Quando esco, tiro un sospiro di sollievo. Mi guardo intorno e vedo che Morgan se ne è andato veramente.
L'ultima cosa che mi ha detto è stata "Ci vediamo cappuccetto rosso". Rabbrividisco appena mi rivengono in mente quelle parole. "Alli!" Mi volto e vedo Natalie correre da me. "Tutto ok? Ti ho appena visto uscire dall'infermeria". Dice preoccupata abbracciandomi. "Mi sei mancata! Non sparire più!" Mi rimprovera lamentosa, facendomi annuire e sorridere.
Ecco una cosa che mi piace tantissimo è proprio questo. Oltre ai miei genitori, i miei amici sono gli unici a farmi sentire speciale.
"Va bene rompi palle, ma dov'è Tyler?"
"E' con il suo amoruccio". Sorrido capendo che sta con Chase. "Bhe allora che dici che per stasera andiamo a mangiare da qualche parte?".
Mi propone la mia amica, facendomi annuire. "Così lasciamo soli quei due". Dice ridacchiando.
Bhe spero che hanno chiarito.
Mi ritrovo a pensare.
"Per me va bene". Le dico per poi sentire il mio cellulare squillare...
Spazio autrice:
Scusatemi per il ritardo!
STAI LEGGENDO
Fino all'ultimo secondo
RomanceAllison White, una giovane donna universitaria di 21 anni, incontra il lottatore di box più famoso di tutta New York, Aron Morgan. Lui è conosciuto soprattutto perché è il figlio del milionario John Morgan. Il ragazzo ventottenne ha nel profondo un...