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" Che cosa hai fatto a mia madre, per avere la sua approvazione di tutto questo?" Domando deglutendo a fatica

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" Che cosa hai fatto a mia madre, per avere la sua approvazione di tutto questo?" Domando deglutendo a fatica. Da una parte mi sento un po tradita da mia madre. Preferivo che me lo dicesse, prima di scoprire tutto questo casino. Non ho potuto dire la mia e su come la pensavo e questo mi rattrista molto.

I nostri sguardi non smettono neanche per un attimo di studiarci avvicenda. Io che cerco di capire che cosa vuole ottenere usando me, mentre lui mi guarda con attenzione, rimanendo zitto e fermo a guardarmi con una tale intensità che potrei persino dire, che mi mette in suggestione.

"Tua madre mi ha salvato e io ho salvato lei fine. E se ci sposeremo è la cosa più giusta da fare in questo momento, sia per me che per lei". Dice assumendo una voce bassa e profonda, che mi fa rimanere bloccata con il cuore che continua a martellare, anche quando si riavvicina.

"Che cosa vuol dire? Mi stai prendendo per il culo forse? Tu e mia madre? Tu stai fuori, non sarò mai tua, io ti odio per tutto quello mi che mi stai facendo passare". Pronuncio queste parole con una tale freddezza, che mi meraviglio.

Si perché lui riesce a farmi diventare così stronza nei suoi confronti. 

In lui non c'è nessuna reazione, come se la cosa non gli toccasse minimamente. Penso a quel bambino senza nome, che portava allegria tutti i giorni appena lo salutavi.  Ora invece non c'è altro che un uomo, dove non esprime la sua emozione, ne tanto meno un sorriso dolce e sincero, che potrebbe far innamorare qualunque donna. Lui ora è qui davanti a me, in una casa che non è la mia e che non conosco, continua a fissarmi. 

"Voglio andare a casa". Me ne esco dopo svariati secondi di silenzio, che si erano fatti presenti in questa stanza. "Non puoi". Risponde facendomi inarcare il sopracciglio. "Invece sì che posso, non sei nessuno per dirmi quello che devo o non devo fare". Gli rispondo di rimando, cominciando ad uscire da quella cucina improvvisamente stretta per i miei gusti. 

"Pivellina non farmi incazzare più del dovuto."

"E tu non seguirmi e sparisci dalla mia fottuta vita!" Alzo la voce, mentre sto per raggiungere la porta d'ingresso. Quando sto per aprirla, una mano sbatte contro la porta, mi fa sussultare, facendomi indietreggiare di poco, visto che sento il suo petto contro la mia schiena. "Vorresti uscire in questo modo?" Sussurra vicino al mio orecchio. 

Fa scivolare l'altra mano, verso la mia coscia, facendomi chiudere per un istante gli occhi. Risale piano piano, fino  a quando non tocca la camicia che ho indosso. "Vuoi farti vedere in queste vesti in giro? Dove ci sono tanti stronzi che potrebbero approfittarsi di te fiorellino?" Continua, schiacciandomi tra la porta e il suo corpo. La sua mano continua a risalire, fino ad arrivare sulla mia pancia, dove fa pressione, fino a spingermi contro di lui, facendomi sentire totalmente il suo punto più intimo. 

"Potrebbero prenderti in questo modo, e strusciarti il cazzo su questo culo da favola principessa. Vuoi che questo succeda?" 

Il mio stupido cuore è impazzito, che ho così paura di morire in questo istante senza accorgermene. Mi manda in caos, così tanto che non riesco a capire per quale motivo sto facendo la stupida ora e davanti a lui. 

"Sai ci sono tanti lupi in giro che potrebbero scoparti senza ritegno, come vorrei fare io in questo momento. Così tanto che voglio sentirti pregare di smetterla e di lasciarti andare. Ma non sono così stupido da fare una cosa del genere contro la tua volontà. Ma fuori potrebbero sbattersi del tuo non volere." Sussulto sentendo tali parole. Mi volto verso di lui, per tirargli uno schiaffo così forte che potrebbero sentirlo tutto il quartiere, ma lui non me lo permette fermando le mie intenzioni. 

"Come ti permetti stronzo? Credi di poter parlare in questo modo, come fai con tutte quelle ragazze che ti porti a letto? Ti sbagli bastardo che non sei altro. Dici tanto che devo portarti rispetto, ma tu non lo porti a me. Non funziona così-"

Improvvisamente, arretro di colpo, sentendo le sue mani chiudersi a pugno e sbatterle alla porta, mentre la sua testa tocca la mia spalla. "Cazzo ti sto solo dicendo, di metterti qualcosa di più appropriato".  Mi guardo e noto che ho indosso solo una sua camicia, che mi arriva fino alle ginocchia. "N-Non ho altri vestiti stupido".

"In camera mia Artur a portato un cambio, per quanto riguarda il sopra, puoi prendere una mia felpa". Dice facendomi annuire. 

"Spostati". 

"Arriverà il giorno che non lo dirai più principessa". Alzo gli occhi al cielo. "Ovvero mai". Dico per poi salire al piano di sopra. 

Guardo la grande finestra mentre mi cambio e noto che le nuvole si stanno scurendo

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Guardo la grande finestra mentre mi cambio e noto che le nuvole si stanno scurendo.

 Madonna santa speriamo bene. 

Mi infilo una classica tuta nera e una sua felpa bianca presa dall'armadio. Prendo le scarpe e me le infilo pensando che poi dovrò restituire tutto quanto. Dopo aver fatto mi avvicino nella grande finestra, aprendola subito dopo, sentendo il freddo sul mio viso e un odore di pioggia che mi lascia con il fiato sospeso. 

Meglio che mi sbrigo ad uscire di qui. 

"Signorina". La voce di Artur, mi fa voltare verso la porta. "Entra!" Dico con un sorriso stampato in faccia. "E' pronta? Il Signor Morgan la sta aspettando in macchina". Mi comunica facendomi corrucciare la fronte. "Perché lui dovrebbe accompagnarmi a casa?" Domando ad Artur, ma da lui non ricevo nessuna risposta. "Non so rispondere, ma di sicuro vuole portarla a casa sana e salva". Dice, facendomi alzare per la seconda volta gli occhi al cielo. 

Stronzate. Cerca solo di infastidirmi. 

"Va bene, basta che ritorni a casa sana e salva". Sospiro per poi seguire Artur. Arriviamo davanti alla porta d'ingresso, e dopo averlo salutato esco e mi ritrovo una macchina nera davanti. Faccio due respiri profondi per poi raggiungerlo ed entrare nel veicolo. "Fai veloce che ho tante cose da fare". Dico mettendomi la cintura. 

In risposta sento solo una grossa risata da parte sua. Mi volto verso di lui, guardandolo male. "Che ridi? Sono seria. Devo studiare per un esame importante".

"Pivellina nessuno mi dà ordini".

"Questo non mi riguarda, e poi sta per piovere, e sinceramente non mi va di stare un altro giorno insieme ad uno come te". Dico disgustata. "Ma come? Fino a quindici minuti fa non la pensavi in questo modo. "

"Zitto e guida."

Fino all'ultimo secondo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora