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Mi sono sempre chiesta se l'uomo più stronzo del mondo avesse dei sentimenti

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Mi sono sempre chiesta se l'uomo più stronzo del mondo avesse dei sentimenti.
Fino ad un mese fa, credevo di no, e infatti mi chiedevo come fosse possibile.
Ma ora sto vedendo quell'uomo piangere in silenzio, mentre quelle lacrime che scendono sulle guance, riprende a baciarmi ignorando la mia domanda.

"Aaron". Cerco di fermarlo mettendo le mani sul petto, ma lui stringe di più la presa facendomi saltare per la millesima volta il cuore tremante. "Zitta non chiedermelo, non insistere perché sarebbe inutile". Se ne esce con un sussurro rauco, non allontanandosi dalle mie labbra che urlano di avere ancora le sue lucide.

Faccio un respiro profondo, chiudendo per un istante gli occhi. "Almeno rispondi a questa di domanda". Me ne esco allontanandomi leggermente per guardarlo dritto a quei due occhi scuri pieni di tenebre. "Ti ricordi di me?" Domando con occhi speranzosi.

Le sue mani grandi, fredde e bagnate dalla pioggia, si spostano dal mio fondoschiena risalendo verso i fianchi, facendomi sospirare. Cerco con tutte le mie forze di ignorare tutto questo e di sperare una sua risposta e non il contrario.

Ricorda quel disegno che mi ha lasciato prima di andarsene e sparire per tutti questi anni? Ricorda come sorrideva in modo sincero e ammirevole? Ricorda come disegnava sotto a quell'albero fiorito?

Ricorda tutto questo?

"Ricordo di te e ricordo delle tue continue chiacchiere che non cessavano mai." Si morde il labbro inferiore facendomi sussultare. "Ricordo tutti quei pomeriggi che venivi e mi cercavi sempre sotto a quel fottuto albero." Dice ringhiando, facendomi fare un piccolo urletto appena capovolge le posizioni, ritrovandomi distesa sul divano, mentre lui si mette sopra di me senza schiacciarmi, facendomi sentire il suo calore, che avvolge tutto il mio essere.

"Ricordi tutto quanto Aaron?" Domando ancora, allungando la mano per toccargli la guancia, volendo che continui a guardarmi dritto negli occhi.

"Tutto ragazzina". Risponde per poi cominciare a slacciare i miei jeans, facendomi sussultare. "C-Che vuoi fare?" Domando allarmata, afferrando il suo polso venoso e duro, cercando di spingerlo lontano da me e dal mio corpo. "Voglio farti provare qualcosa che ricorderai per tutta la vita". Dice avvicinandosi al mio orecchio, leccandolo subito dopo, emetendo poi un gemito facendomi rabbrividire.

"P-Perché?" Domando mettendo la mano davanti alla bocca, appena lui comincia a baciarmi il collo. "Aaron non voglio". Cerco in tutti i modi di essere il più convincente possibile. "Hai paura che ti usi?" Domanda con la voce improvvisamente più profonda e arrochita, tale da farmi fremere. "Non è quello che vuoi fin dall'inizio?" Domando ancora con respiro alzante.

Si lecca il labbro inferiore, guardandomi con una tale intensità da riuscire ad intrappolarmi dentro a quell'oscurità travolgente.

Ad un certo punto mi prende in braccio, facendomi ritrovare le gambe sui suoi fianchi e le braccia arrendersi sulle sue spalle, non aspettandomelo. "Forse non ti è chiara una cosa". Dice arrivando in cucina, dove mi appoggia sul grande ripiano freddo. " Odio ammetterlo, ma tu cazzo mi stai facendo impazzire". Il suo sguardo si indurisce ancora di più, così tanto che sembra infastidito da quello che ha appena detto. Le sue mani si appoggiano ai lati delle mie di mani, che sono chiuse a pugno sudate e tremolanti.

"Che cosa sta a significare questo Aaron?" Voglio capire che cosa è successo quel giorno quando se ne è andato, voglio capire che cosa lo ha ridotto per fargli scomparire quel sorriso che tanto mi piaceva.

Digrigna i denti, mettendosi nel frattempo in mezzo alle mie gambe, facendomi sentire la sua durezza. "Ti prego alza gli occhi e guardarmi". Dico con il cuore a mille. "Che cosa significa quello che hai appena detto Aaron?" Ridomando, facendomi coraggio da sola, mentre lui alza la testa con quel ghigno insopportabile, avvolgendomi ancora con il suo braccio, in modo da far scontrare i nostri corpi.

"Non voglio ammettere quanto ti voglia, non voglio ammettere che sei l'unica donna che ha saputo tenere testa fin dall'inizio, non voglio ammettere quanto tu mi stia facendo male, non voglio ammettere che questo matrimonio potrebbe cambiare il destino di noi due, forse sporcando ancora di più la tua anima, contaminandola e distruggerla in mille pezzi-"

"Perché? Hai detto che non ti interessava questo matrimonio, che per te non cambiava nulla e che continuerai a scoparti tutte quelle donne e sfamare la tua voglia. Perchè ora stai dicendo questo?" stringo la sua maglietta con il viso che brucia.

Con un sospiro appoggia la testa sulla mia spalla "Non credo di voler fare più una cosa del genere Allison". E a quelle parole, sento il cuore saltare un battito. "Per questo ti odio, per questo non dovremmo stare così vicini ed è per questo che mi odio per essere incoerente con me stesso."

"Aaron perché-"

"Cazzo basta con questi perché, ora voglio fare tutt'altro." Sgrano gli occhi, appena la sua mano ritorna a percorrere la mia pelle bruciante, ancora coperta dalla maglietta. "In questo momento vorrei fare tante cose indecenti con te qui in cucina, che al solo pensarci il mio cazzo diventa ancora più duro." Sussurra, cominciando a baciare il mio collo, facendomi aumentare il respiro.

Lecca.

Bacia.

Succhia.

Ogni lembo di pelle, ogni punto del mio corpo, mentre io cerco di essere il più lucida possibile, cerco di mandarlo via, cerco di negare quanto mi stia facendo impazzire, e cerco di negare la mia intimità calda e bagnata pompare per colpa sua.

"Non sai quanto vorrei scoparti e sbatterti per bene in ogni punto di questa casa." Detto questo, continuando a baciare il mio collo e prosciugare tutto il mio essere, la sua mano si fa spazio tra i miei seni, ancora coperti dalla maglietta, che lui toglie all'istante, scoprendo le mie forme più intime. "Penso che può bastare". Mi copro sentendomi tremendamentea disagio. "Shh... ho appena iniziato ragazzina".

Fino all'ultimo secondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora