Dopo essersi riconciliati e aver fatto la conoscenza di Irlam Ebistris, padre di Tanzia e Reux, il gruppo si divise nuovamente in quanto il più anziano sarebbe dovuto uscire di casa poco tempo dopo. Lawnard scoprì che fuori si era fatta sera, inoltre il suo stomaco iniziò a brontolare costantemente. Reux se n'era già andato da un bel pezzo, sebbene non sullo stesso sentiero del padre. Lawnard in effetti non aveva ancora sbirciato una volta fuori dalla finestra, per cui stava iniziando a morire di curiosità – oltre che di fame.
Tanzia tornò poco tempo dopo dal piano di sotto della casa: una scalinata erbosa portava chissà dove, e veniva chiusa a chiave dalla ragazza stessa di tanto in tanto. Quando tornò vide Lawnard in piedi, in procinto di togliersi l'ultima benda dal corpo, pensando di essere guarito per quell'ora. Ciò che non aveva tenuto da conto, però, era la possibilità che le parole di Tanzia fossero vere. E lo erano.
«Mh? Sorpreso per la terza o quarta volta delle mie capacità? Smettila, o dovrò farti sgobbare per ripagare il tuo enorme debito verso di me.» La ragazza scrollò le spalle con espressione indifferente, notandolo di schiena. Ora che lo guardava meglio, in realtà alcune ferite erano visibili sulla parte inferiore di quest'ultima. "Mi sono sbagliata..."
Lawnard era più interessato a passarsi una mano al proprio addome, non notando alcun segno rimasto dalla battaglia con Riodan. Si chiese se davvero Tanzia fosse capace di fare miracoli, oppure. «Magia?»
«Oh, dunque tu non conosci neppure quello? Sei davvero un bambino innocente, vero?» La ragazza lo affiancò, poggiandogli una pila di libri impolverati sul mobile contro la parete dove il divano vicino a lui puntava. «E mettiti questa.» In aggiunta, gli sporse anche una maglia molto leggera dai colori verdognoli e un paio di pantaloni comodi in sostituzione a quelli che si erano rovinati a causa dell'impatto.
«Ecco... Ti ringrazio, ma davvero sei capace di usare la magia? Voglio dire, nessun mondo fantastico non la possiede, per cui credo proprio che...»
«Non so di cosa tu stia parlando. Nuovamente. E la cosa mi irrita. Però potrei rivelarti come sono riuscita a prendermi così tanta cura di te se iniziassi a studiare questi volumi, vista la loro scarsa reperibilità.»
«Ah, uh...» Lawnard si grattò la testa e guardò i testi, senza tuttavia aprirli. Si immaginò una lingua sconosciuta, dato che si trattava di un altro mondo, per cui avrebbe dovuto spendere giorni interi nel tentativo di impararne l'alfabeto, sempre che ne avessero uno solo!»
«Che c'è, non sai leggere?» Tanzia prese in mano un polveroso e voluminoso libro ricamato in pelle, di un colorito rossastro ancora luccicante. Quando gli mostrò l'introduzione, però, si accorse di riconoscere tutte le lettere e le parole che vi erano scritte. In effetti era strano che lui e lei si capissero, nonostante il ragazzo non ci avesse fatto caso inizialmente.
«Questa parola significa "letame", o magari anche con il dispregiativo di...»
«So cos'è lo sterco! E possiamo evitare di parlarne?» Lawnard lanciò un'occhiataccia alla ragazza subito dopo essersi messo la maglia da lei offerta, sentendosi quasi un elfo delle foreste indossandola.
«Ottimo. Perlomeno sai leggere. Sai anche scrivere, piccolo bimbo?»
«Non mi trattare come un lattante... Sono perfettamente in grado di leggere e scrivere, anzi, per tua informazione sono un accanito amante di fumetti e romanzi.»
«Fu...metti?»
Lawnard si rese conto che probabilmente Tanzia e gli altri abitanti della foresta non conoscessero le ricorrenze che nel suo mondo spopolavano e facevano parte di una cultura data per ovvia ormai da diverso tempo. Così, vedendo un tovagliolo piegato sullo stesso mobile dov'erano appoggiati i libri, lo prese con una mano e allungò l'altra verso la ragazza, che indietreggiò leggermente, con fare confuso.

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Second Chance
FantasyLawnard Cosmo è un comune ragazzo di vent'anni che ha perso il suo scopo di vita. In seguito a un fatale incidente, invece di venire abbracciato dalle gelide mani della morte si risveglia in quello che sembra essere un vero e proprio mondo parallelo...