Second Chance

Capitolo 41

Da diversi tipi di albero derivano diversi tipi di frecce. Il turcasso che le contiene, assieme all'arco prescelto, formano l'artiglieria a distanza di un cacciatore che rischia la sua vita ogni giorno.

Lilianne conosceva sin da bambina l'odore di legna tagliata poi utilizzata per costruire archi e frecce. Ogni tanto, nella cantina della propria casa, quando la madre usciva a cercare lavoro mentre il padre partiva verso paesi lontani, la ragazza era solita frugare tra le cose che la sua gente aveva trasportato con sé quando dalla capitale era stata esiliata.

Ciò che la sua famiglia reputava "spazzatura" era in realtà di suo grande interesse. C'erano documenti sparsi, qualche decorazione artigianale ritraente lo stemma reale e, cosa più importante, libri e manuali che i piani alti gettavano reputandoli inutili. Ma per Lilianne erano una fonte incredibile di conoscenza.

La carta, un prodotto così raro ma di così scarso utilizzo per chi cerca solamente di sopravvivere. Neppure lei era a conoscenza del reale valore delle cose, per cui si limitò a interessarsi di manuali di botanica, politica e – ciò che comprendeva meglio – la caccia e la pesca.

"Esiste una malattia che inibisce la produzione di energia internamente al corpo umano. Senza essa è impossibile la connessione con quella trovabile in natura, fonte di infiniti benefici e utilizzi" lesse un giorno all'interno di un polveroso plico di fogli rilegati a mano diverso tempo prima. Aveva tutta l'aria di essere una ricerca accademica, condotta da uno studente anonimo sull'energia.

"Una... scuola? Mi chiedo cosa sia."

Lilianne comprese di non poter sfruttare appieno ciò che il mondo aveva in serbo per ogni essere che varcasse le sue lande infinite. Uccidere era qualcosa che andava fatto senza mezzi termini, faccia a faccia e con un obiettivo in mente. O almeno così era abituata.

Poi, un giorno, conobbe Lenida.

Quando le disse di essere uno Spirito, lei non capì cosa intendesse. Ciò gli suscitò una risata energica che la fece incuriosire, finendo per provare cosa significasse venire benedetti dall'energia.

Ma era un'esperienza superficiale. Il seme che Lenida possedeva tramutò l'energia circostante in un potere immenso: l'incapacità di invecchiare. Eppure, a sua detta, sembrava qualcosa di molto semplice. Doveva bloccare le sue cellule e modificarle in modo da convincerle di ringiovanirsi qualvolta fossero arrivate a un punto critico, esattamente come un certo tipo di medusa che aveva scoperto grazie ai libri della sua cantina.

"Si tratta di un esemplare incredibile. I pescatori che hanno trovato fama e notorietà alla capitale si sono spinti in lungo e in largo per scoprire cosa il mare e l'oceano avessero da nascondere perché guidati dalla curiosità umana, un sentimento inestinguibile."

Le mani di Lilianne erano dei tentacoli da sempre ricoperti di sangue. Delle volte era di un animale appena catturato per poter permettere al suo villaggio di superare un altro giorno, altre di esseri umani. Il suo sguardo freddo era rivolto esclusivamente alle persone che lei desiderava salvare, il resto era spazzatura volta al ferire il prossimo.

«Era successo diverso tempo fa. Nel cuore della notte. Avevo... forse sedici anni. Il mio unico pensiero al tempo era migliorare con l'arco e prendere parte dei gruppi di cacciatori veterani, tra cui diversi amici di famiglia. In particolare, sotto consiglio di mia madre, mi affidai a un uomo. Quando mi misi in viaggio per chiedergli di addestrarmi, lo incontri nei pressi di un fiume dal quale era possibile scorgere la collina su cui si erge il palazzo reale. A poche centinaia di metri dal luogo cui non mi era permesso tornare, quell'uomo mi raccontò di aver disertato ed essere stato bandito dalla corte monarchica.»

La voce di Lilianne si fece più bassa e triste mentre le parole scivolavano lungo le pareti rocciose della grotta. Ma qualcuno, con lei, era intento a riceverle e ascoltarla.