Come c'era da aspettarsi, anche le radici dell'Albero erano enormi sotto ogni punto di vista. Si estendevano in ogni direzione, scavando nella terra e riemergendo in una vista al di là del possibile.
Il Sott'albero trovava la sua massima espressione proprio al di sotto di esse: venivano infatti usate come protezione, stabilendo piccoli avamposti le persone del posto riuscivano a mantenersi unite. Ma la barriera aveva un limite, per cui solo una piccola zona attorno ai piedi dell'Albero era realmente abitata.
Tutti sapevano i limiti che dovevano rispettare, sarebbe stato un suicidio uscirne. Dei cartelli segnalavano il confine più basso, indicando dove finisse.
Le uniche vere abitazioni trovabili erano delle casupole dai tetti a spiovente con tegole quasi sempre assenti a causa della bassa manodopera presente in quella che si sarebbe potuta definire la periferia del villaggio attorno all'Albero.
Rialto avrebbe voluto raccontare a Lawnard delle dicerie del posto, o magari di cosa aveva provato quando era stato dato l'ordine di scavare dentro l'Albero stesso e creare una civiltà completamente basata sul consumo dell'infinito flusso di energia da esso emanata.
La posizione geografica in cui si trovavano, di fatto, era molto conveniente per l'insorgere di una comunità simile: l'Albero era la fonte di una regione quasi del tutto disabitata, a causa delle aree terrene difficili, paludose e forestiere che fossero, nulla di ciò era comparabile alle solite ambientazioni del mondo da cui proveniva Lawnard.
Rialto, tuttavia, dovette bloccarsi all'improvviso, facendo segno allo stesso ragazzo che procedeva ignaro giù per la scalinata in legno che conduceva nel cuore del Sott'albero di fermarsi. Reux aveva già inteso l'ordine, poiché qualcosa non andava laggiù tra le infinite radici.
E infatti, un pimpsir dall'aspetto innocuo vagava da solo, come se si fosse perso. Era proprio come l'aveva definito Reux: la peluria attorno alla testa munita di tre sanguinosi occhi era di un bianco candido e dall'aspetto soffice, mentre il resto del corpo era di un grigio deprimente.
Le zampe posteriori, di un colorito rosa chiarissimo, si agitavano assieme alle fine ali da pipistrello, cui minuscoli artigli lo aiutavano a svolazzare a destra a sinistra emettendo un suono flebile e quasi impercettibile.
«Che...?»
Reux si fece avanti per guardare meglio, quando vide il piccolo animale quasi squittire acutamente e cadere a terra poco distante da loro, privo di vita e con una sostanza biancastra mista a del sangue che gli usciva dalla piccola bocca. I tre si avvicinarono con cautela, girando sulla schiena il pimpsir senza però trovare alcuna ferita.
Non era stato ucciso. Era morto da solo, e per motivi sconosciuti.
Un rumore tonfo si estese lungo la foresta proprio mentre il sole si trovava sopra di loro, nonostante non riuscissero a vederlo poiché coperti dall'enorme chioma. L'ombra vegliava sul Sott'albero, ma delle luci la fendevano in lontananza.
Rialto ordinò ai due di restare quieti e coperti, in quanto non erano a conoscenza della natura di quelle luci.
«Potrebbe essere il responsabile del problema alla barriera?» chiese Lawnard mantenendo un tono di voce basso e preoccupato mentre sbirciava tra due lunghe radici intrecciati tra le quali si erano nascosti. Per qualche motivo non c'era nessuno attorno a loro, rendendo l'atmosfera sempre più pesante.
Nessuno gli rispose. Sapevano che il minimo rumore avrebbe potuto comportare un passo falso davanti a un nemico sconosciuto.
La quiete della foresta continuava a venire interrotta da tonfi sordi, fino a quando, dopo dei minuti di silenzio, da un insieme di chiome di alberi giganti scesero in picchiata un gruppo all'apparenza infinito di pimpsir, il cui verso simile a uno squittio venne sentito per tutto il Sott'albero.

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Second Chance
FantasyLawnard Cosmo è un comune ragazzo di vent'anni che ha perso il suo scopo di vita. In seguito a un fatale incidente, invece di venire abbracciato dalle gelide mani della morte si risveglia in quello che sembra essere un vero e proprio mondo parallelo...