Capitolo 33

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Fissando la propria arma venire tenuta in custodia da Gan, Lilianne sospirò dovendo arrendersi all'idea di accompagnarli nella loro missione. Essa, insieme al velo che indossava, gli erano stati affidati da Lenida stesso. Nonostante fossero oggetti privi di valore per lui da permettergli di separarsene con facilità, la ragazza per qualche ragione vi attribuiva un valore affettivo e non se ne voleva separare, motivo per cui il pugnale appariva smussato e malconcio.

«Comunque» disse Lawnard mentre restava al passo degli altri e teneva d'occhio Lilianne che era montata a cavallo con lui, «capita spesso che avvengano terremoti, da queste parti?»

«Solitamente la gente del villaggio crede che qualsiasi "reazione" da parte della terra, in particolare con disastri naturali come terremoti e maremoti, siano tutte conseguenze dell'avidità umana.» Gan, che era nuovamente il membro del gruppo più avanti degli altri, guidava i suoi compagni in direzione del Lago Diroccato una volta essere rimontati a cavallo.

«Questo pensiero è particolarmente diffuso assieme all'idea che la stessa fonte della palude abbia sofferto per lo stesso motivo. In passato è avvenuto soltanto due volte che il villaggio andasse completamente evacuato per cause simili e in entrambi i casi le dicerie erano le medesime. "Il pianeta si rivolta", dicevano, "moriremo per qualcosa che abbiamo ardentemente desiderato al punto che una causa maggiore ci mostra l'oblio che ci spetta".»

«Che cavolate!» Lilianne si intromise nella conversazione mentre si sporgeva dal cavallo, facendo spaventare Lawnard che non aveva alcuna esperienza e temeva di venire disarcionati. «Insomma, se si muore si muore e basta. Non c'è bisogno di andare a ricercarne le cause al di là di dove l'uomo arriva...»

Gan annuì lentamente e con fare solenne. «Per quanto io mi sia adoperato alla loro salvaguardia, ci sono stati momenti in cui le credenze popolari non rispecchiavano le mie idee. Nonostante ciò decisi di sottostare al mio voto e proteggerli giorno e notte. Alcuni guardiani come me avevano motivi simili, per cui quando entrai a far parte di quella vecchia compagna mi sentii sollevato. Ma non sono qui per approfondire la storia del perché tutt'oggi mi alzo la mattina con un obiettivo in mente, in quanto è chiaro come il sole: sono rimasto solo, ma i miei desideri e il mio voto persistono nel tempo.»

«Beh, un tipo con la testa sulle spalle c'è.» Lilianne fece spallucce con espressione rasserenata. Sembrava una persona con i piedi per terra, che conosceva e perseguitava valori umani trovati in condizioni al limite.

Era come un fiore cresciuto nel fango, ancora chiuso e fermo nel tempo.

«Quindi il luogo che stiamo per visitare dovrebbe rispecchiare questa "avidità umana"» sussurrò Valk, ma dato che i cavalli proseguivano al passo tutti poterono udire le sue considerazioni. «Se non altro, qualcuno fermamente convinto come l'uomo di nome Lex avrebbe dovuto trovare un luogo morto e, insomma, diroccato. Mi chiedo cosa abbia visto veramente.»

Reux si passò la mano delicatamente ai neri capelli legati. Si guardava attorno, cercando di capire fino a dove si estendeva il complesso industriale da cui erano appena usciti. «È davvero immenso... E dire che un tempo c'era qualcuno di così potente a varcare queste terre.»

"A proposito..." Lawnard voltò di poco lo sguardo verso Lilianne, dietro di lui. «Ehi. Una domanda... Se la fabbrica è stata chiusa moltissimo tempo fa, le risorse che Lenida ti ha chiesto di portargli devono essere limitate. A distanza di tutti questi anni, come è possibile che ti venga ancora commissionata la stessa missione?»

«Ecco...» La ragazza guardò in basso, per poi dire con una certa difficoltà: «La verità è che io sono l'unica capace di svolgere questo lavoro, ora come ora. E il motivo è che so usare i macchinari che mi servono, così su richiesta vengo qui a produrre ciò che mi chiede.»

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