Capitolo 18

3 1 0
                                    

Da nessuna parte nel suo mondo Lawnard si sarebbe mai potuto aspettare di ritrovarsi seduto davanti alla porta di un una casa all'interno di una grotta gigante dove un villaggio era sorto da decenni, e con esso un popolo così variegato.

Di fianco a lui c'era Gan, che sorrideva compiaciuto all'idea di poter fare qualcosa per Trezia a distanza di tutto quel tempo da quando era stata limitata della sua libertà. La sua schiena era ritta e le sue braccia incrociate nel guardare gli edifici in lontananza, trovandosi in una zona rialzata della città.

Lawnard aveva poggiato i gomiti sulle gambe, reggendosi la testa con un'espressione pensierosa. Tutta quella situazione gli infondeva del coraggio che dal primo giorno in cui era arrivato in quel mondo si era avvalso, non spiegandosi la naturalità con cui stava riuscendo a prendere le cose.

Anche le sue espressioni, la sua vitalità avevano preso una piega in positivo e ancora gli sembrava così strano avere un obiettivo vero dopo tutto quel tempo passato nell'oblio. Riusciva persino a dimenticare tutti i pensieri negativi che lo avevano portato a compiere un'azione così avventata.

"Ma se non l'avessi fatto, non sarei neppure qui."

Abbassando la testa il ragazzo guardò l'orologio risplendere della luce del fuoco delle torce che divampava poco distante dai due. Gan aveva già notato lo strano strumento sul suo braccio, ma non si era mai messo a fare domande particolari a riguardo.

"Eppure, io ero davvero intenzionato a morire."

«Credi che il tuo amico Valk sia rimasto a parlare con Talo di qualche progetto misterioso?» L'uomo gli rivolse la parola, smorzando il silenzio.

«Eh? Ah... Beh, è uno che chiacchiera parecchio. Sono certo che vorrà distogliergli qualunque tipo di informazione utile senza chiederlo direttamente per chissà quale ragione.» Lentamente Lawnard si accorse di star sorridendo lievemente.

«Ah ah ah! Che gruppo particolare, il vostro» commentò Gan sogghignando ironicamente sottovoce, «è come rivedere il gruppetto di ragazzini conosciuto quel giorno. Erano così intraprendenti, ma allo stesso tempo guardavano le spalle l'uno all'altro. Siete molto simili, per alcuni versi.»

«Credi?»

Gan annuì. Improvvisamente Reux uscì dalla casa, sospirando e reggendosi la fronte. «Che mal di testa. Voltarsi e trovare frasi incomprensibili in ogni angolo è davvero estenuante. Law, come andiamo?»

Il ragazzo seduto vicino a Gan lo guardò, ridacchiando senza farsi notare nell'immaginarsi la scena.

«Oh, tutto bene. Stavamo discutendo di come formiamo un ottimo trio.»

«Eh? Ottimo trio? Insomma...» Reux guardò altrove incrociando imbarazzato le braccia. Ciò suscitò piccole risa da parte del duo, che venne però interrotto dal rumore della porta di casa che si apriva nuovamente.

«Ho appuntato le cose utili, in qualità di stratega posso tornare utilissimo, in caso non l'aveste notato. Eh eh.»

Valk uscì sventolando a occhi chiusi un quadernetto con la copertina in pelle con aria orgogliosa.

«Oh, ora sì che siamo al completo.» Lawnard si alzò, facendo per approcciare Valk, che se ne restava in un angolo mentre prestava il quadernetto. Era un regalo da parte di Talo per il suo interesse, lo aveva riconosciuto dalla copertina con il logo della sua compagnia edile.

All'interno vi erano diversi disegni con ricopiati gli schemi della struttura della Villa Rema, con scritto il nome dell'edificio come titolo delle due pagine che si univano per formare una mappa.

«Ti ringrazio, Valk.»

«Oh, ma ovviamente non c'è di che. Reux?» Valk si aspettò un complimento da parte dell'amico, che tuttavia lo squadrò con lo sguardo.

Second ChanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora