Capitolo 29

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Quella notte Trezia rimase a casa di Gan per condurre delle analisi sul braccio di Reux. Valk e Lawnard, prima di lasciarli soli, le comunicarono che la mattina seguente sarebbero dovuti partire con lei per portare a termine la loro missione. Con trepidazione, lei accettò. Gan era ovviamente preoccupato per la sua incolumità, ma nuovamente le giurò fedeltà e raccomandò ai due di riportarla sana e salva.

Quella notte fu così tranquilla da risultare incredibile. Era da giorni che non dormivano serenamente, per cui ne approfittarono e, per una volta, abbassarono la guardia. Gan li aveva rassicurati su cosa sarebbe successo a Kraig e i suoi sottoposti: sotto consiglio dell'amico Talo e con l'approvazione del popolo, tutti finirono ai lavori forzati nelle miniere del villaggio. Promisero a Gan di trattarli con umanità, ma in un modo o nell'altro dovevano scontare la loro pena.

Non considerandoli più un motivo di preoccupazione, Lawnard poté svegliarsi tranquillamente la mattina seguente con un lungo e sonoro sbadiglio. La stanchezza e la pressione del giorno prima l'avevano prosciugato, ma era ora di montare in sella e tornare al villaggio. Era il quinto giorno. Zyka aveva dichiarato un tempo limite, che era di una settimana, pertanto se si fossero prolungati oltre avrebbero potuto mettere seriamente a rischio la vita di Tanzia.

Quella nuova giornata, però, iniziò in modo particolare.

Quando il ragazzo uscì dalla camera per dirigersi nella sala da pranzo, una persona che non aveva mai visto giaceva immobile al centro della stanza. I capelli neri tendenti al grigio e lunghissimi gli ricordarono quelli di Trezia, ma qualcosa gli diceva che non era esattamente la stessa che ricordava.

«Lawnard?»

Una volta essersi voltata, il ragazzo notò il suo volto solcato da rughe per l'età e un sorriso spento. Nonostante la differenza d'età, ne era sicuro: quella era proprio Trezia Ebistris, la zia di Tanzia e Reux. Solo... invecchiata.

«Sei tu?»

«Eh già. Ieri non ho preso la "bevanda speciale", ricordi?»

Annuendo, Lawnard sospirò con un sorriso nel vederla. Quella era la vera Trezia, o almeno quello che avrebbe dovuto realmente essere da diversi anni.

«Ti preferisco così. Più naturale.»

«Pfft.» La donna si accarezzò i capelli sciolti per davanti, giocando con una ciocca simile alla punta di un pennello scuro. «Sai come complimentare una donna. Beh, la facciata della ragazza giovane è finita. Ma non mi dispiace. Sento maggiormente l'età, ma non ha fermato la mia voglia di vedere mio fratello e mia nipote. Eheh!»

«Quindi vuoi restare così? E dire che Gan ha sequestrato una bella quantità di energia che potresti tornare giovane ancora per molto tempo.»

La donna scosse la testa dolcemente. «No. Voglio vivere la mia vita come la vera me stessa. Ehi, alla fin fine sono ancora bella scattante!!» Chiudendo le mani nei pugni e alzandoli al cielo, Trezia sorrise in modo infantile ottenendo una risata come reazione da parte di Lawnard. Di nuovo, gli ricordava Tanzia. Così piena di vita ma così tanto limitata, come un uccellino in una gabbia che cinguetta tristemente perché vuol tornare in natura...

«Oggi dobbiamo tornare all'Albero. Reux come sta?»

«Oh. In effetti stanotte mi è sembrato un sogno. Se n'è stato abbastanza tranquillo, anche quando gli ho fatto le analisi del sangue. Sembrava preparato a tutto, come se glielo facessero tutti i giorni.»

"Tanzia lo ha così tanto provato?"

«Per quanto riguarda il suo braccio, è strano.» Trezia si portò una mano alla bocca per pensare. «Sicuramente il veleno deve aver causato reazioni inaspettate. Quando ho provato a pizzicarlo, lui non l'ha sentito. Ha giusto le punte delle dita funzionanti, ma il resto dell'arto sembra aver perso gran parte delle sue funzioni tattili... Se non altro, dovrà fare un po' di riabilitazione quando ne avrà il tempo.»

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