Capitolo 43

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"L'arco composto utilizza frecce di un materiale particolare."

Dalla faretra legata al suo fianco, Lilianne recuperò una serie di frecce pesanti che nessuno di loro aveva mai visto prima.

"Alluminio, carbonio... Di solito quest'ultime sono le preferibili."

La ragazza riuscì a mettere tre frecce a caricare, tendendo la corda dell'arco con forza e trattenendo il respiro.

«E ora...» Lawnard si avvicinò, toccando ciascuna delle frecce e concentrandosi. L'attimo dopo, le tre punte di metallo si illuminarono di una luce blu elettrico. «...Bluerose!»

«Ma che sta facendo...?» chiese Valk a qualche metro di distanza. «Sta convogliando l'energia esclusivamente nelle punte delle frecce, ma perché?»

«Via!» Dato il segnale, Lilianne scoccò con destrezza le tre frecce, che si andarono a conficcare in tre rocce più vicine che sostenevano quella centrale, dove era contenuta la Conquistatrice. Tre brillanti luci si trasformarono in potenti esplosioni che distrussero i legamenti rocciosi nei loro punti più deboli.

"Se convogli l'energia nella punta dell'arma," aveva detto Noir quando propose lui di usarla per illuminare le gallerie, "devi fare attenzione alla quantità che sfrutti. Una piccola sfera d'energia, se caricata troppo, può risultare instabile... e verrà scagliata a tutta forza fino a distruggersi da sola."

Se uso una quantità tale da creare un'esplosione, le frecce scagliate da Lilianne avranno un effetto ritardato che giocherà a nostro vantaggio. Solo quando l'energia nella punta è completamente inserita nella roccia può attivare la sua potenza esplosiva. Il risultato...

Lentamente, il bozzolo di pietra finì per cedere e cadde a terra di fronte a loro creando violenti schizzi d'acqua e onde, al punto da riuscire a svuotare quasi del tutto l'area circolare.

«...è questo! Ottimo lavoro, Lily!»

«La caccia non è mai stata così divertente da quando ho tra le mani questa bellezza. Delle volte mi stupisco di me stessa!»

Valk e Reux misero le braccia davanti al proprio volto in modo da proteggersi dalle violenti ondate che finirono per schiantarsi contro le pareti rocciose per poi conseguentemente tornare ai loro piedi.

Il bozzolo si ruppe in due emettendo un rumore assordante. Dal suo interno, la Conquistatrice Vuota vide nuovamente la luce. La sua struttura corporea era cambiata: l'acciaio si era mescolato con la pietra, che aveva ricostruito il braccio perso e le gambe, ora più spesse e resistenti.

Di scatto, l'arto ricostruito si mosse verticalmente dal basso verso l'alto, utilizzando l'acqua per colpirli. Per qualche ragione era come se la sua velocità fosse aumentata, nonostante il peso della pietra utilizzata per ricomporre il proprio corpo.

«C-Cosa? Ci sta attaccando con l'acq...» Reux tentò nuovamente di ripararsi abbassandosi e ponendo i pugni di fronte al proprio volto, ma lo schizzo arrivò come un proiettile ricolmo d'energia e lo colpì con forza. «Ugh...!»

«Reux!» esclamò Lawnard, che fortunatamente si trovava fuori traiettoria, «Stai bene?»

«Beh, sì, ma... Mi brucia da morire il braccio che si era gonfiato!» Aprendo la mano in pugno e abbassandolo, il ragazzo notò che l'arto, reagendo a un'ondata così potente di energia, era mutato. «Ora riesco a percepirlo, ma... È ruvido, quasi tagliente. Che sensazione terribile...»

La sua pelle apparve quasi frammentata, costellata da scaglie scure rialzate. Ricordava quella di un serpente...

Un'altra ondata, stavolta orizzontale e mirata a tutto il gruppo, venne scagliata prima ancora di riuscire ad aspettarselo. Fu allora che Lawnard fece un passo avanti, anche se non aveva un vero e proprio piano per proteggere se stesso e tutti gli altri.

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