Una voce sofferente si propagò per lo spazio e il tempo. Il suo lamento era così rumoroso e costante da risultare straziante, quasi manicomiale. Lawnard non capì da che parte provenisse, né quale fosse la direzione che doveva seguire.
Era tutto così buio da riuscire a scorgere solo la propria punta del naso. Guardando verso l'alto, però, un raggio di luce gli indicò la via. Si fece strada senza aprire bocca, ascoltando ancora il lamento soffocato e distante mentre saliva sempre di più.
Quando emerse, il suo corpo lo fece tossire forte dopo che l'aria gli era mancata per quella che sembrava un'eternità. Si trovava in mezzo alla pozzanghera dove era caduto, ma qualcosa era diverso. Il mondo era diverso.
Guardandosi attorno seduto per terra, il ragazzo si accorse che si era fatta notte. Eppure non erano passati nemmeno due minuti da quando vi si era affacciato.
Non aveva senso. Ma tra le tante cose che all'apparenza dimostravano assenza di un propria logica, gli alberi e la vegetazione della palude aveva assunto un colorito bluastro freddo. L'acqua era azzurro opaco mentre il cielo si era colorato di blu scuro; le stelle ben visibili fecero fermare ogni dubbio per un istante grazie alla loro bellezza.
Ma il lamento si fece ancora più forte, spostando l'attenzione di Lawnard verso la direzione da cui proveniva e facendogli dimenticare tutto il resto.
Camminando come in trance, il ragazzo aprì gli occhi verso un profondo crepaccio ai suoi piedi che prima sicuramente non c'era. Affacciandosi, una montagna di detriti ferrosi aveva sepolto vivo un uomo dal volto scavato dal lavoro e pelle e ossa, facendo smuovere Lawnard e inducendolo a prestare soccorso.
«Oh, no! Fermo, non fare nessun movimento! Arrivo io a salvarti!» esclamò portandosi le mani ai lati della bocca per farsi sentire. Subito dopo prese a scivolare, poggiando i piedi su una piattaforma esagonale incastrata nella terra. Un marchio giallo fosforescente catturò la sua attenzione: la scritta "Solas Company" era riportata al centro.
«Cosa? "Solas"? »
La piattaforma si staccò di colpo, facendo scivolare Lawnard fino al mucchio di detriti. Rotolando rovinosamente e ferendosi più volte a causa del metallo tagliente, il ragazzo strinse i denti e si fece strada verso i lamenti sempre più vicini.
«Sono qui! Ora esci, al mio via!» Esclamando, sollevò con tutte le forze che aveva in corpo una lunga e pesante staffa di ferro simile a quelle usate per i soppalchi della sua epoca che era rovinosamente caduta sulla schiena del pover'uomo rimasto schiacciato. Sollevata la staffa, l'individuo dall'aspetto rovinato dal lavoro uscì ingobbito e si fece da parte dopo essere stato messo in salvo.
Lawnard lasciò cadere la staffa di metallo e si prese un momento per riprendere fiato. Il vento correva lentamente tra i suoi capelli ricolmi di sudore, ma gli alberi attorno a lui si muovevano al rallentatore per qualche ragione.
«Tu... chi sei?» chiese l'uomo mentre si appoggiava al muro. Doveva avere almeno cinquant'anni, ma il corpo gracile e le rughe lo facevano sembrare molto più anziano di così.
«Sono Lawnard... Non so cosa sia successo, ma è diventata la mia politica da quando sono qui quella di rendermi utile quando necessario. A volte penso di starlo facendo solo per me stesso, ma ho davvero capito che il tempo che ho perso è prezioso e dovrei fare tutto ciò che non sono riuscito a fare quando ero ancora a guidare una Toyota per principianti!»
L'uomo tirò un lungo sospiro dopo aver ascoltato una presentazione così disparata. Si avvicinò per stringergli la mano, per poi ringraziarlo con un cenno del capo.
«Ti ringrazio, Lawnard. Ho perso il conto di quanto tempo sia passato da quando sono rimasto schiacciato da quell'affare.»
«Un momento, tu lavori per Karim Solas?» Lawnard inarcò un sopracciglio facendo due conti su quanto appena visto.
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Second Chance
FantasyLawnard Cosmo è un comune ragazzo di vent'anni che ha perso il suo scopo di vita. In seguito a un fatale incidente, invece di venire abbracciato dalle gelide mani della morte si risveglia in quello che sembra essere un vero e proprio mondo parallelo...