«E poi, cosa ne è stato di Lenida?» chiese Lawnard, ancora in ascolto dal racconto di Rialto. Era stato così chiaro da riuscire a trasmettere un senso di immersione unico alle proprie parole, eppure da quanto aveva capito lo stesso capo del villaggio non era presente in prima persona durante la battaglia.
«I giovani Reux e Tanzia hanno urlato di soccorrere i loro genitori in quanto un intruso li aveva minacciati» spiegò il grande uomo, che in quel momento si era seduto vicino il letto di Lawnard. «E, ovviamente, io sono giunto in loro soccorso. Ma era troppo tardi, l'intruso se n'era già andato e la storia si concluse in una tragedia per la famiglia Ebistris.»
Rialto chiuse gli occhi, come perso nei suoi pensieri.
«Irlam mi ha spiegato tutto, ecco come faccio a conoscere l'individuo di nome Lenida Perlum. Siamo vecchi amici, per cui è naturale sostenerci a vicenda.»
«Eppure c'è qualcosa di strano. Come faceva Lenida a conoscere anche te, oltre che Irlam, se non hai preso parte del combattimento al tempo?» In effetti Rialto non apparve proprio nella sua storia. Tutto si era concluso con la tragica morte della madre dei due fratelli, e da lì il vuoto.
«La verità è che io e lui non ci siamo mai battuti» concluse Rialto, lasciando leggermente perplesso il suo ascoltatore. «È da un po' che ci ho pensato, ma credo ci stia tenendo sotto un sagace occhio invisibile. Potrebbe aver tenuto d'occhio i recenti avvenimenti all'interno del villaggio con la rottura della barriera.»
«A tal proposito, se Lenida era riuscito a trovare Reux e Tanzia...»
«È così, giovane» gli rispose Rialto quasi subito. «Se l'incantesimo che funge da barriera è attivo oggi è per evitare che un episodio simile si ripetesse. L'idea fu di Zyka, sebbene nessuno credette in questa strategia geografica all'inizio. Ma l'Albero ci protegge ancora bene.»
«Quasi...»
Lawnard sospirò quando si rese conto dell'incredibile sete di vendetta che Irlam doveva aver provato alla vista dell'assassino della sua amato. Era chiaro come il sole che Rialto lo avrebbe sostenuto fino a quel giorno.
Ma se c'era una cosa che lo turbava era di certo un termine specifico che lo stesso Lenida usò nel racconto dell'uomo dalla folta barba: "Spirito".
«Vorrei chiederti un'ultima cosa, Rialto» disse Lawnard stringendo i pugni alle ginocchia. Ci mise un po', doveva riflettere alle esatte parole da rivolgergli. «Lenida ha parlato di una persona che stava cercando. Ha detto che si trattava di uno spirito, e che anche lui ne era uno.»
Rialto iniziò a grattarsi la barba, soffermandosi anch'egli sulle sue stesse parole. «È così, ma il mistero fu sepolto insieme alle spoglie della povera Media. L'ultima cosa che Irlam si ricordava era la gemma rossa che Lenida portava al collo mentre se ne andava zoppicante in una patetica ritirata.»
«È così» esclamò Lawnard. «Il Demone della Modernità ha un altro Demone che vuole rivendicare! Sembrava avermi preso in considerazione, ma...»
Lawnard si rese conto di essere appena diventato parecchio sospetto agli occhi di chi era con loro. Per un attimo esitò anche solo all'idea di incontrare Irlam.
«"Se c'è qualche conoscenza che ti manca, vai da Zyka".»
«Ehm, è un proverbio o un consiglio?»
«Entrambe le cose, giovane! La nonna ha sempre la risposta che cerchi, vedrai!»
Lawnard si sentì costretto a sopravvalutare l'idea che Rialto si era fatto di lui. Lo aveva messo al corrente di cose davvero sensibili per un po' tutto il villaggio, ma se c'era qualcuno con cui avrebbe voluto confrontarsi più di tutti, quello doveva essere il suo partner: Reux.
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Second Chance
FantastikLawnard Cosmo è un comune ragazzo di vent'anni che ha perso il suo scopo di vita. In seguito a un fatale incidente, invece di venire abbracciato dalle gelide mani della morte si risveglia in quello che sembra essere un vero e proprio mondo parallelo...