Il cortile del palazzo reale ospitava una grande quantità di allievi intenti a dilettarsi nell'arte della spada. Cresciuti sin da giovani ragazzi all'utilizzo delle armi e dell'energia, gruppi di futuri guerrieri pronti a morire sul campo di battaglia si allenavano emettendo all'unisono un verso che li coordinava: "Oh!", "Oh!", "Ooh!"
Solitamente solo i famigliari stretti dei rappresentati del consiglio reale, assieme ai diretti sottoposti e gli stessi figli del re, avevano diritto di presentarsi ogni giorno a palazzo per venire addestrati.
«Come procede il ragazzo?» chiese un'alta voce maschile dal tono tranquillo e realmente interessato al regolare svolgimento dell'addestramento. Proveniva da un individuo in camicia semplice e leggera, di cui due bottoni restavano aperti a sfoggiare un collo mascolino unito a un volto più che riconoscibile. Con i capelli scompigliati e una tenuta informale, il monarca Ruleus Ferron si faceva strada lentamente lungo una scalinata di marmo lucente colpendo a intervalli regolari ciascuno dei gradini fino a raggiungere il cortile.
«Sua altezza. La trovo bene. Oggi è stata una giornata particolarmente intensa, credo riuscirà a scorgere il giovane Melnir intento a portare a termine la sua sessione di allenamento con la spada laggiù.» Un uomo dai corti capelli biondi, di cui ciuffo finiva in mezzo agli occhi quando chinava il capo per accogliere il re, si voltò non appena udì la sua voce risuonare all'aria aperta. Non doveva avere più di trent'anni.
Oltre le cinte murarie che contornavano Aramina era possibile scorgere il sole mattutino raggiungere la sua posizione meridiana e illuminare di una calda luce i loro volti rilassati. Sotto di esso, terre popolate ai piedi della grande collina ove si ergeva il palazzo reale erano animate da un grande viavai di persone lungo le circoscrizioni frazionarie delimitanti le zone interne.
È proprio vero che da quassù è possibile guardare ogni cosa si ripeté nella propria testa Reulus, quell'orizzonte così inafferrabile ora sembra così vicino, quasi come se si volesse far tiepidamente accarezzare.
L'uomo che accolse il monarca era anche il maestro di decine e decine di futuri soldati. Il suo nome era Markos Vennaria, nonno di Liuca e precedente rappresentante del casato sostenitore. Come il nipote, presentava una chioma bionda che sfoggiava senza neppure dire una parola. Tutti i membri della famiglia godevano di un bell'aspetto, una proprietà data dai lineamenti facciali altamente riconoscibili tramandati di generazione in generazione – così come il titolo di informatori privati e principali sostenitori della corona. In quel momento indossava abiti leggeri, tra cui una semplice maglia di cotone per non limitare i movimenti di spada – rigorosamente di legno – che sferrava contro i propri allievi in modo da testare il loro tempo di reazione.
Il gruppo dove Riodan si trovava era composto da sedici membri. Il campo dove a turno una coppia si scontrava in un combattimento con la spada era delimitato da un quadrato disegnato da un bastone sul terriccio dove centinaia di impronte di stivali e scarponi mostravano come quella mattinata i giovani novizi si stessero impegnando a dovere.
«Ok, al mio "via" potete iniziare!» esclamò uno dei ragazzi più grandi, dal volto paffuto e i capelli castani corti che svolazzavano sul lato dal fresco venticello primaverile. Dopo aver passato l'inverno ad allenarsi ancor più duramente, il clima mite e stabile della nuova stagione era come un toccasana per loro. «Se siete pronti... Tre, due, uno...!»
«Aspetta!» Una voce acuta interruppe il conto alla rovescia. Proveniva da ragazzino, probabilmente il più giovane di tutti, che alzando la mano attirò l'attenzione dell'intero gruppo. «Ma non dovremmo attendere le istruzioni del maestro Markos?»
«Riodan!» L'uomo appena citato dal ragazzino si allontanò di qualche metro dal re per avvicinarsi al gruppo e rimproverarlo, «quante volte ti ho detto di portare rispetto a un tuo superiore? Per te io sono Ser Vennaria, o maestro. Evita di usare il mio primo nome.»
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Second Chance
FantasyLawnard Cosmo è un comune ragazzo di vent'anni che ha perso il suo scopo di vita. In seguito a un fatale incidente, invece di venire abbracciato dalle gelide mani della morte si risveglia in quello che sembra essere un vero e proprio mondo parallelo...