Tutto ebbe inizio in una semplice casa dove vivevano solo due persone. Un uomo e una donna di mezz'età e la loro convivenza furono i protagonisti di questa storia, un racconto che per un po' di tempo destò sospetti e dubbi agli altri abitanti del villaggio senza nome.
Si parlava di molti anni prima, di quando gli uccelli della notte avevano smesso di volare e l'inverno si presentò ancora una volta. Gli animali letargici avevano trovato un posto dove affrontare la dura stagione e i fiumi che scorrevano nelle vicinanze della sacra fonte d'energia talvolta cominciavano a vedere della neve depositarsi sulle rive. Eppure, quel giorno un uomo e una donna, colti da un'improvvisa nevicata, tentavano di farsi strada verso casa.
Il villaggio dove avevano trovato rifugio in quanto peccatori era piccolo e la fame li avrebbe sicuramente devastati se non avessero trovato un rifugio migliore.
Mentre i due, coperti da semplici vesti inappropriate per la stagione appena arrivata, mano nella mano si erano accampati vicino a un fuoco d'emergenza acceso da poco, tentavano di riposarsi e di scaldarsi protetti dal vento grazie a una parete rocciosa nelle vicinanze, un vagito lontano attirò la loro attenzione.
«L'hai sentito pure tu?» La donna si rialzò frettolosamente, cercando con lo sguardo l'origine di tale suono. Gli alberi della foresta di pini innevati nascondevano il sentiero appena intrapreso dai due. Proseguendo nella direzione opposta avrebbero ritrovato la strada di casa, ma la stanchezza aveva impedito il loro cammino e li costrinse a rifugiarsi.
«Sento solo il canto delle montagne» rispose l'uomo con lei. Il paesaggio montano che si estendeva per decine di chilometri tendeva a sbiancarsi così tanto durante l'inverno da risultare perfetto per un quadro monocromatico, dove il contrapporsi di nero e bianco suscitava un forte impatto visivo in qualunque persone si fosse trovata per quei sentieri. Il loro villaggio si trovava ai piedi di una grande montagna. A volte alla coppia piaceva chiamarlo "La città che vede le cime", nonostante ci abitassero una ventina di persone. Anche loro, come i due, erano peccatori di Aisla. «È un canto dolce, quest'oggi. Ogniqualvolta n'è la possibilità, ascoltarlo riporta alla mente ricordi lontani...»
Lo scroscio della neve che gentilmente si posa a terra senza venire spinta dal vento era quasi rilassante. Il leggero dondolare delle cime dei pini e l'accarezzarsi degli aghi dei rami l'uno con l'altro trasmettevano una sensazione di pace, nonostante le intemperie del clima dove erano costretti a vivere.
Un nuovo vagito, stavolta più chiaro e forte, si fece strada fino alle loro orecchie.
«Non sono ancora impazzita. Sento bene, quello è un pianto. Un bambino da queste parti? Dovremmo andare a vedere.» La donna tossì, spaventando una piccola volpe delle nevi che aveva appena cacciato una specie di coniglio. La teneva tra le fauci gemendo e guaendo, quasi contenta della sua preda. Balzando tra le rocce innevate e mescolandosi grazie al suo manto candido, l'animale di tanto in tanto sfoggiava quel colorito di occhi azzurro sgargiante, dallo sguardo quasi penetrante, arrivando a una piccola tana dove in lontananza era possibile scorgerne i cuccioli.
«Una volpe!» esclamò l'uomo con un sorriso, tendendo le rughe dell'età presenti sulla fronte, «proprio un bambino particolare, hai sentito. Amanda, come ti senti?»
La donna si sedette su una roccia dopo aver tolto la neve che si era depositata sulla sua superficie. Massaggiandosi la testa, coperta da un cappello imbottito, il suo sguardo cadde ai propri piedi sbuffando. «Come sempre, Ven. Come dovrei sentirmi?»
Vendramick e Amanda erano i nomi della coppia che diede vita a questa storia. Insieme, la sola presenza in un luogo del genere avrebbe cambiato il corso della storia per sempre.
Un nuovo vagito arrivò alle orecchie di Vendramick, che di scatto voltò la testa in direzione della foresta di pini. Dal lato nord, quindi in direzione della montagna dove era presente il loro villaggio, una cascata silente trasportava l'acqua del fiume. Era la loro principale fonte di sostentamento, considerando che la fauna del luogo era particolarmente soggetta ai cambiamenti climatici.
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Second Chance
FantasyLawnard Cosmo è un comune ragazzo di vent'anni che ha perso il suo scopo di vita. In seguito a un fatale incidente, invece di venire abbracciato dalle gelide mani della morte si risveglia in quello che sembra essere un vero e proprio mondo parallelo...