18/11/20XX – 19:45, Casa di Gan Oleiros, Villaggio di Rulik.
Il suono ripetuto e ansiogeno del picchiettio impaziente del piede di Lawnard si fece strada per tutta la sala da pranzo. «Spero che stia bene...» fu tutto ciò che si ripeteva da quando ci era entrato, ormai erano passate ben due ore dallo scontro con Kraig e la situazione di Reux era visibilmente peggiorata. Valk era lì con lui ad attendere con le braccia conserte, una posizione che mai avrebbe voluto mantenere per tutto quel tempo di fila. La verità era che sognava di aiutare Gan e Trezia a curare Reux utilizzando tutto se stesso e le sue conoscenze, ma sarebbe stato tutto inutile.
«È un veleno davvero potente» si mise a commentare Valk, non sperando di venire ascoltato. Per una volta la sua espressione rilassata si era tramutata in seria e traboccante di ansia. «È assurdo che, nonostante le quantità prodotte, io non sia mai riuscito a studiarlo. O magari diventarne immune... La neurotossina rilasciata potrebbe davvero uccidermi? O ne uscirei illeso? La domanda è la stessa anche per Reux, accidenti...»
«S-Se posso chiedere...» Lawnard alzò timidamente una mano, cercando di distoglierlo dai suoi pensieri sconclusionati. «Perché hai questa, come dire, "ossessione" per i veleni?»
Valk gli rivolse un'occhiata curiosa, rimembrando di avergli mostrato qualcosa che avrebbe potuto urtare la sensibilità del compagno di squadra. «Hai mai desiderato di morire, Lawnard?»
Il ragazzo rimase immobile. Il battito del cuore si affievolì, per poi recuperare la solita frequenza e pompare ancora più sangue. Poteva sentirselo in gola.
«Perché me lo chiedi?»
«Hai mai desiderato vedere tutto ciò che era attorno a te... sparire? Venire distrutto, perso nel tempo... Qualcosa così. Insomma, c'è un momento nella storia dell'uomo in cui ci si interroga: "quand'è che morirò, io? Eheh, spero mai!" ma poi, a distanza di anni, ci si rende conto di non voler davvero trascorrere una vita eterna. Anzi, spesso si immagina di morire per prepararci al giorno fatidico. Poi c'è chi, come me, ha voluto fare un patto con la morte.»
"Un patto... con la morte?"
Valk si alzò in piedi e strinse il pugno davanti ai propri occhi. «C'è un momento nella storia dell'umanità che è circoscritto da terrore e fuoco. Io l'ho sempre saputo, dal momento in cui sono nato: ero al mondo per morire. I miei studi, i miei insegnamenti... il mio "essere pacifista" sono dei tasselli temporanei. Allora costruisco e risparmio, genero idee e svolgo un ragionamento logico... è questo che sono! Qualcuno che vorrebbe tenere tutti attorno a me in vita per, un giorno, vederli sparire.»
Lawnard pensò diverse cose, ma nessuna di esse portava a una conclusione positiva. Non sapeva se prendere sul serio quelle parole o se denotarle come frasi dette dalla paura per Reux. Qualunque fosse la ragione, Valk aveva un'aria da psicopatico. Di questo ne era certo.
«Ma ecco, quando il patto è avvenuto, io sono sopravvissuto. Sono vissuto quel giorno, sono vissuto oggi, forse vivrò domani. La ragione ultima per cui ho voluto prendere parte a questa missione, dopotutto, è quella di dare vita a qualcosa che un giorno finirà. Tanzia è importante perché l'Albero possa continuare a esistere. Sono certo che, una volta salva, saprà donare ancora la sua benevolenza a tutti coloro che le stanno attorno. Pertanto quel giorno di molti anni fa mi iniettai del veleno mortale. Volevo scommettere con la morte. Mi sono detto: "Sono davvero qui per un motivo? Se sì, chi manterrà in vita il mio corpo dopo una dose letale come questa? Dio? La provvidenza? O la semplice fortuna?". Quando vinsi il patto, capii che dovevo continuare a studiare e riempire quel vuoto che mi assillava. Un vuoto opprimente chiamato "sete di conoscenza", o forse "rassegnazione"...»
«Valk... Che stai dicendo?»
Il ragazzo si sedette con un sorriso. «Non mi aspetto che tu capisca. Ma se vuoi fare domande simili, prima immagina la risposta che daresti tu... Sono certo che ne varrebbe una lunga introspezione.»

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Second Chance
FantasyLawnard Cosmo è un comune ragazzo di vent'anni che ha perso il suo scopo di vita. In seguito a un fatale incidente, invece di venire abbracciato dalle gelide mani della morte si risveglia in quello che sembra essere un vero e proprio mondo parallelo...