Capitolo 31

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«Sono sorpresa... e imbarazzata.»

«Ci credo! Avresti dovuto vedere la tua faccia. Beh, possiamo dire che le posizioni si siano invertite: ora sei tu a rispondere alle nostre domande. Iniziamo con il tuo nome.»

Legata a una sedia e privata delle sue armi, la ragazza dovette arrendersi alla differenza di potenza e soprattutto di numero. La strategia rischiosa dell'usare l'energia nel sottosuolo per amplificare gli effetti di un oggetto comune come un accendino aveva dato i suoi frutti.

Avresti potuto incenerirmi!! Gan, che spostò la ragazza in una zona più illuminata, sospirò dopo che dovette scansarsi all'ultimo secondo pur di non venire investito dall'ondata di fuoco. La ragazza ne uscì con solo qualche bruciatura sulle braccia, che usò per coprirsi il viso e la fece abbassare la guardia. Non ci volle molto subito dopo per atterrarla e invertire i ruoli.

«Mi chiamo Lilianne Sol. Mi trovo qui per motivi di... lavoro.»

Chiaramente non intenzionata a collaborare, Lilianne cercò di voltarsi dall'altra parte con il viso e ignorarli. Tuttavia dovette riconsiderare la sua posizione a distanza di qualche secondo.

«Che lavoro?» Lawnard si appoggiò alla scrivania dove prima aveva spulciato informazioni utilizzando le credenziali di Rovan Samsel incrociando le braccia e tenendo lo sguardo fisso su di lei.

«Una commissione. Niente di che. Brigantaggio...»

«Brigantaggio?» Il ragazzo alzò il sopracciglio. «Qui? Dubito... non sapevi neppure cosa fosse un normalissimo accendino, ciò mi suggerisce che tu stessi cercando una tipologia di oggetti in particolare.»

«Ehi, Lawnard. Hai un secondo?» Gan lo interruppe sussurrandogli qualcosa all'orecchio. «Mentre me ne andavo in giro, ho visto...»

Annuendo mentre gli parlava, Lawnard venne a conoscenza di qualcosa di insolito. La sua testimonianza non gli parve chiara all'inizio, ma con un po' di ingegno – e conoscenza fuori dal mondo, letteralmente – ne concluse che quello che doveva aver visto esplorando il resto del piano doveva corrispondere a un macchinario a scopo industriale per la produzione di armi da fuoco.

Quindi era per questo che delle ciminiere erano in funzione, al nostro ingresso. Chiaramente, solo una persona potrebbe necessitare di questo luogo, almeno che io conosca. E quindi hai mandato qualcun altro al posto tuo, eh?

«Lilianne» la tirò in causa Lawnard, che azzardò una conclusione affrettata, «stavi cercando un'arma?»

«Bingo...»

Valk si avvicinò con un sorriso alla ragazza, per poi piegarsi sulle ginocchia e osservarla. «E dai, Lily, ci diresti chi ti avrebbe commissionato questa tua piccola missione in solitaria?»

«Come diavolo mi hai chiamata?! Grr!»

«Eh, non ci sai fare con le ragazze.» Reux incrociò le braccia e tenne d'occhio i due, quando una sensazione di disgusto lo avvolse per qualche ragione.

«Dici? Io sto cercando di metterla a suo agio. Insomma, non mi va di incutere timore.» Valk scosse la mano con fare indifferente. «Semplicemente, sarebbe utile se collaborasse.»

Lawnard sorrise internamente. A primo acchito gli era sembrata qualcuno di intrattabile, ma la sua freddezza nel minacciare a morte le persone stava lentamente svanendo a cospetto di tutte quelle domande sconclusionate. Se non altro sembravano sulla giusta strada.

«A che vi serve sapere cosa ci faccio qui? È un sito industriale abbandonato, rubacchiare qua e là non guasta di certo. Certo, dà i brividi, ma sono abbastanza coraggiosa. E tenace. Ve lo assicuro!»

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