Capitolo 15

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Le case dei ragazzini non distavano molto dal luogo d'attacco. Tuttavia c'era da considerare il tempo perso per uscire da quella situazione spinosa, oltre che l'ingente incursione dal lato opposto, proprio in corrispondenza dell'ingresso principale del villaggio.

Gan strinse i denti mentre la fatica era fisicamente sentita ovunque nel suo corpo. Da dietro l'angolo vennero lanciati mattoni e pietre contro i soldati della legione reale, con il loro stemma luccicante e dorato a dimostrare la corruzione che aveva raggiunto l'interno regno di Thenére.

Le truppe bloccarono ogni strada, ma Gan, che conosceva le vie ancor più di Trezia, le strinse il braccio conducendola per scorciatoie a lei sconosciute. Rampe di scale per metà a pezzi dal vandalismo distruttivo venivano percorse dai due mentre urla di dolore si propagavano per le pareti rocciose che li circondavano.

Dalle scale passarono ai tetti, arrampicandosi sulle piattaforme in legno che davano sulle funivie.

«Saliamo, dobbiamo saltare all'ultimo per evitare di finire con le strade bloccate davanti a noi!» Gan tentò di usare le proprie mani per farsi sentire dalla ragazza, che tuttavia non capì ma mise lo stesso piede sulla cabina funiviaria, dove sbarre di metallo li proteggevano dal cadere.

Trezia era spaventata. Il suo volto era diretto proprio in direzione degli edifici dove i ragazzini di cui amava prendersi cura abitavano, tenendosi una mano al cuore e una alla sbarra senza emettere alcun verso.

Gan rimase dietro di lei mentre guardava azionava la leva per scendere con la funivia. Guardando in basso, fiamme potenti si propagarono lungo le piattaforme in legno che lentamente stavano raggiungendo anche loro.

Le truppe della legione non si erano trattenute, dimostrando perfettamente le loro intenzioni di radere al suolo l'intero villaggio. Erano muniti di fiaccole usate per dare fuoco a tutto e lame affilate per eliminare un altro ramo di una stirpe senza colpe costretta a subire l'ingiustizia della morte.

Gan batté il pugno contro una delle sbarre, provocandosi un segno rosso sangue sulle nocche. Trezia si voltò di scatto verso di lui, notando il sangue sulla sua mano.

«Se solo questo villaggio potesse usufruire dell'energia...» Gan continuava a guardare la sua gente venire decimata mentre non era riuscito a fare nulla per prevenirlo. Il suo desiderio di proteggere tutti non si sarebbe mai avverato se non si fosse sbrigato a mettere in gioco la propria vita in difesa dei più deboli come si era promesso.

Una cosa particolare del Villaggio di Rulik era che gli abitanti non facevano uso dell'energia. Nonostante Zyka avesse raccontato a Lawnard e Reux dell'esistenza di una fonte nella palude era notabile come il lavoro manuale non avesse mai implicato l'uso di energia in nessun ambito.

Nonostante questo, Trezia era comunque qualcuno di utile per Lawnard e la sua squadra. Ciò che non sapeva era come.

«La fune!» La ragazza puntò un magro indice verso la fune che reggeva la cabina funiviaria dove lei e Gan erano saliti, notando che le fiamme avevano cominciato a logorarla. «Cadremo! Dobbiamo saltare!»

Gan guardò in basso, notando di essere quasi arrivati alla piattaforma d'arrivo della funivia, dove era privo di soldati. Sapendo di non riuscire a fare in tempo a saltare per arrivarci, il ragazzo prese il braccio di Trezia e non appena la cabina iniziò a precipitare per la fune bruciata i due rotolarono sul tetto di un edificio sotto di loro, cavandosela con solo qualche graffio.

Gan guardò con i propri occhi la cabina funiviaria cadere del tutto e schiantarsi al suolo, piombando su alcuni soldati che stavano bloccando la strada. Sicuramente la morte di qualcuno di loro doveva essere di poco conto per l'intera legione, eppure il ragazzo si sentì soddisfatto di aver causato loro dei danni.

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