Capitolo 34

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«L'avete vista. È particolarmente lenta, ma il suo potenziale distruttivo è senza pari.»

Valk aveva proposto al resto del gruppo di monitorare da lontano i suoi spostamenti. Erano passati circa tre minuti, per cui secondo i suoi calcoli non sarebbe stata capace di risalire la fonte in così poco tempo vista la sua stazza. Nonostante ciò, si incamminarono a piedi per studiare la situazione.

"È assurdo. Un'armatura senza qualcuno da proteggere eccetto i suoi ideali rimasti sepolti con il suo corpo. È... niente meno che un guscio vuoto. Probabilmente il nemico più ingestibile di sempre!"

"Eppure, mi stupisce come la storia della palude sia nuovamente associata a una credenza popolare. Ma alla fine non è poi così diverso da dove vengo io. Ognuno cerca una spiegazione a tutto. Scienza e religione sono delle alternative molto convenienti in questi casi; e dire che Trezia si era stabilita proprio in un posto simile per continuare i suoi studi..."

Lilianne accelerò il passo e si mise davanti al resto del gruppo, come se volesse essere la prima a vederla nuovamente. Quando raggiunsero l'altra uscita della fabbrica, che dava sul Lago Diroccato, la ragazza scorse in lontananza la figura che lentamente e pesantemente si avvicinava alla loro posizione non appena si rese conto della loro presenza.

«Sembra essere appena uscita dal lago. Però, guardate!» Gan indicò al di là dell'armatura vacante, notando come lo stesso lago era ora completamente riempito di acqua... e di energia. Era tornato in funzione, riportandola alla luce assieme a un'antica minaccia.

"L'armatura sfrutta l'energia per muoversi. Nonostante Miza l'avesse trovata assieme a tutto ciò che rimaneva della vecchia fonte, non sembrava starne facendo uso. Credo di sapere perché. La Solas... sono stati loro a monopolizzarla e tenerla a bada per sfruttare il carburante che serviva ad alimentare i loro progetti."

Lawnard affiancò Lilianne, guardandola indietreggiare lentamente mentre la figura umanoide si avvicinava con aria minacciosa. Ora che poteva vederla meglio, riconobbe la stazza spropositata – era di fatto ancora più grande di Rialto e Kraig – descritta dalla ragazza e si rese conto di avere di fronte una vera e propria macchina distruttrice.

«Se dovesse raggiungere il villaggio difficilmente saremmo capaci di proteggerci. Dobbiamo capire qual è il suo obiettivo» suggerì Gan, che restava a guardare da lontano. «Tornare e richiedere un'ulteriore evacuazione potrebbe essere una follia. A causa del terremoto appena avvenuto, potrebbero rifiutarsi e far scoppiare una guerra civile. Inoltre, se il pericolo dovesse presentarsi troppo tardi, dubito lascerebbe intatto ciò che troverà davanti a sé. Se messi assieme, l'uomo e il desiderio irrefrenabile portano soltanto distruzione e morte. A volte è per se stessi, a volte per chi vi si ha intorno. Dobbiamo fare di tutto per placare questa specie di guscio vuoto!»

Lawnard dovette pensare a cosa fare. L'offensiva era da escludere in quanto nessuno di loro sarebbe stato capace di scalfire quell'acciaio – quando Valk aveva schivato il suo colpo aveva avuto la prova che, nonostante la lentezza nel spostarsi, riusciva a sferrare potenti pugni potenzialmente mortali.

«Però è strano» sussurrò Valk, «se era un cavaliere o un soldato, un'arma dovrebbe averla...»

Fu proprio in quel momento che tutti videro la figura umanoide bloccarsi di colpo. Con naturalezza, poi, si piegò e poggiò le possenti mani guantate e corazzate a terra, fissando il terreno instabile e fangoso sotto di sé.

"Eh?"

Con un gesto lento del braccio, dal terreno e dalla roccia ricavò una forma prolungata che sollevò al cielo. Attraverso l'elmo, un grido sonoro e inumano raggiunse i cinque.

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