12/11/20XX — 15:11
«Oh? Sei sveglio? Ma dai, sembra tu abbia visto un fantasma. Che strano oggetto porti... Riflette la luce in maniera interessante, spero non sia pericoloso.»
Una voce femminile, delicata ma puntigliosa, a tratti acuta mentre altre volte grave, dotata di un timbro ambiguo ma piacevole all'orecchio aveva attirato l'attenzione di Lawnard, che venne costretto a svegliarsi per la seconda volta al di sotto di alberi dalle chiome giganti.
«È... successo di nuovo? Ho cercato la morte, ma ancora una volta il gioco non me lo ha permesso?» disse il ragazzo con la poca voce che gli era rimasta. Un'ombra gli passò sopra, lasciando un odore particolare tra il gradevole e l'insolito al suo passaggio.
«Scusa, amico,» rispose con fare quasi scherzoso la voce femminile, «ma non capisco che vuoi dire. "Morte"... beh, te la sei vista brutta. Solo una spada dalle dimensioni incredibili può infliggere una ferita tanto grande, e solo la migliore medica di tutta la radura di Shimin può prendersene cura.»
Aprendo gli occhi, tutto ciò che Lawnard poté notare abbassando lo sguardo fu una grossa benda ben stretta attorno al proprio addome. Per qualche ragione sentiva che il tentativo di ucciderlo da parte del comandante di nome Riodan non avrebbe avuto successo.
Rigirando la testa alla propria sinistra, lievemente illuminata da una candela sedeva su una sedia in legno ricoperto di muschio una ragazza dai lunghi capelli neri, con alcune ciocche di un verde scuro che ricordavano la natura. Con un leggero movimento di capo si assicurò che il ragazzo ferito non stesse facendo sforzi, in quanto si trovava in una situazione parecchio delicata. Indossava un paio di occhiali rotondi con asticelle in legno che le donavano molto, la sua pelle era un po' più scura di quella di Lawnard e sul polso riportava una serie di cicatrici a forma di numero: "0925".
«Quel... codice...» Lawnard tentò di parlare, ricordando le parole dello squadrone guidato da Riodan: "Eliminare chi è numerato".
«Oh. Te ne sei accorto» disse la ragazza per poi sospirare. «È un po' triste che sia la prima cosa che la gente guarda, di questi tempi. Ma se ti ho salvato è perché sapevamo che un giorno sarebbero arrivati.» Dopo una manciata di secondi, Lawnard riuscì a mettere a fuoco la propria vista e a concentrarsi su alcuni dettagli che aveva tralasciato, ad esempio che si trovava steso su un letto con materasso di paglia. Le pareti davano l'impressione di trovarsi in una struttura lignea, come una grande casa sull'albero.
«In ogni caso, io sono Tanzia, e come avrai notato dal codice sul mio polso sono una peccatrice di Aisla. A differenza di chi è rimasto in superficie, le colonie della foresta si sono espanse dove la guardia reale non arriva...» Il ragazzo notò Tanzia alzarsi e tenersi le mani dietro la schiena, tenendola dritta mentre si dondolava di poco in avanti. Indossava degli abiti molto corti, tra cui un top nero e dei pantaloncini dello stesso colore, che copriva con un camice semi-aperto. Per la stagione in cui si trovava prima di finire in quel posto, Lawnard trovò che il tempo atmosferico fosse cambiato: faceva caldo come in primavera o estate, motivo per cui Tanzia si era presentata vestita a quel modo. Per quanto fosse ferito, Lawnard cercava comune di non rimanere troppo a guardarla.
«Mhh? Eh? Mi stai evitando?» Tanzia saltellò fino a raggiungerlo a lato dello spazioso letto, guardando il ragazzo con aria imbronciata. «Ti offro tutte queste cure, il mio letto migliore e neanche mi guardi? Che ragazzo strano... Anche i tuoi abiti sono del tutto inusuali, immagino tu venga da qualche paese lontano? Che ci facevi lì durante l'incursione reale?»
Lawnard si perse a fissare i verdi occhi della ragazza, i quali lineamenti del volto suggerivano avesse al massimo qualche anno più di lui. Era così strano. C'erano così tante cose che le avrebbe voluto chiedere, anche solo la realtà di tutto ciò gli sarebbe bastata come rassicurazione, o meglio, rassegnazione. Poi ripensò alle case in cima alla valle, immaginando che le persone che ci abitavano dovessero essere suoi coetanei.

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Second Chance
FantasyLawnard Cosmo è un comune ragazzo di vent'anni che ha perso il suo scopo di vita. In seguito a un fatale incidente, invece di venire abbracciato dalle gelide mani della morte si risveglia in quello che sembra essere un vero e proprio mondo parallelo...