(Mi scuso per i primi capitoli, sono scritti malino e a tratti potrebbero avvicinarsi al cringe, giuro che migliorano.)
La serata è passata abbastanza velocemente. Dopo la presentazione Charles e Carlos sono corsi a cambiarsi per la cena, durata qualcosa come tre ore. Me l'aspettavo molto più pesante di quella che è stata in realtà, le persone sono state molto rispettose e non c'è stata alcuna pressione. In altre parole è stata una bella serata.
Adesso mi trovo nell'ufficio di mio zio a parlare con i due fratelli.
<<Ci sarai quest'anno giusto?>> domanda zio Mattia.
<<Si, assolutamente. Ho chiesto alla mia manager di organizzare interviste e incontri nei fine settimana in cui non ci sono gare.>>
<<Non ti trasferirai vero?>>
<<Non credo proprio.>> rispondo sorridendo. Mio zio continua a chiedermi di avvicinarmi a Maranello, ma ogni volta è sempre la stessa risposta.
<<Parte subito dopo le prime prove.>> lo informa mio padre.
<<Quindi il...>>
<<20. Domenica mattina ho il volo.>> inizio <<Ci sono il fine settimana però. Voglio vedere i test.>> il 21 inizia la prima settimana di test sul circuito di Barcellona e a differenza della F1 io ho il fine settimana libero. Certo dovrò fare avanti e indietro dal Regno Unito alla Spagna ma va bene.
<<Perfetto. Credo che il tuo supposto possa essere d'aiuto. Ci sei mancata questa stagione.>>
<<Lo so, ma non ero molto organizzata. Quest'anno lo sono.>>
Mio zio annuisce e dopo essersi scambiato uno sguardo con mio padre entrambi si alzano <<Avresti dovuto scegliere di lavorare nella formula uno.>> dice questa frase come se mi stesse dicendo cosa mangeremo a pranzo.
Gli imito e mi alzo anch'io <<Ah no, non inizieremo questa conversazione. Sono l'una di notte e voglio sono andare a togliermi questi tacchi.>> Saluto i due con un abbraccio e mi dirigo verso la porta.
<<Ti aspetto dall'ufficio domani.>> afferma mio padre prima che vada via.
<<Si, buonanotte.>>
***
Credo possa affermare che la stanchezza stia prendendo il sopravvento perché in questo momento sto tornando indietro all'una e mezza di notte a recuperare la giacca dimenticata in sala. Non so esattamente dove l'abbia lasciata ma non mi resta che scoprirlo. Mi rimprovero per non essermi coperta visto che indosso ancora il vestito nero di questa sera, la scollatura dietro non aiuta. Le ascensori sono molto più fredde a quest'ora.
Le uniche persone pazze a girovagare di notte siamo io e un ragazzo che si trova con me. Nonostante l'ascensore non sia così piccola il suo spazio vitale sembra ingombrante. Continua a muoversi avanti e indietro da quando siamo entrati e inizia ad irritarmi. Finalmente decide di fermarsi e non ne capisco il motivo ma decide di farlo proprio alle mie spalle. Lo guardo per un secondo e poi torno a fissare le porte che dovrebbero aprirsi fra due piani.
3° piano: sento l'aria spostarsi e poi una mano che si avvicina per accarezzarmi una ciocca di capelli. Mi scosto immediatamente e guardo male questo essere.
2° piano: lui si avvicina ancora e prova a toccarmi di nuovo i capelli. Prima che possa farlo schiaffeggio via la sua mano ed esclamò: <<Qual'è il tuo problema?!>>
<<Hai dei bei capelli, e hanno un buono odore.>> Non credo sia ubriaco perché parla troppo lucidamente quindi credo sia solo un "maniaco".
STAI LEGGENDO
𝙌𝙪𝙚𝙡 𝙛𝙞𝙡𝙤 𝙧𝙤𝙨𝙨𝙤 // Charles Leclerc
FanfictionLa leggenda del "filo rosso del destino" narra che ognuno di noi nasce con un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Questo filo ci lega indissolubilmente alla persona cui siamo destinati: il grande amore, per noi occidentali l...